IL GIRO DELLA MEMORIA. CLAUDIO GIRLANDA E LA MAGLIA NERA DEL GIRO 1983

STORIA | 01/06/2020 | 07:59
di Marco Pastonesi

Dal 9 al 31 maggio si sarebbe dovuto disputare il Giro d’Italia 2020. Tuttobiciweb lo corre comunque, giorno per giorno, con la forza della memoria. Oggi la ventiduesima tappa (anche se nel 2020 non sarebbe stata in programma): Claudio Girlanda ci racconta quella del 1983.


“Non mi piaceva, non ci tenevo, non la volevo. La maglia nera mi pesava tantissimo. E feci di tutto per non arrivare ultimo. Mi impegnai alla morte anche nella tappa finale, 40 chilometri a cronometro da Gorizia a Udine. Ma avevo un distacco ormai incolmabile. Così, dopo 22 giorni, fui centoquarantesimo e ultimo: a 4’07” dal belga Etienne De Beule, centotrentanovesimo, e a 4.14’17” da Beppe Saronni, primo. Che a quasi 39 di media, significa 170 chilometri di distacco. Solo molti anni dopo, quando uno dei miei due figli si lanciò nell’abbigliamento sportivo e firmò la collezione ‘Maglia nera’, capii quanto fosse importante quell’immagine, quanto fosse prestigioso quel simbolo, quanto fosse geniale quella intuizione. E rivalutai perfino il mio Giro d’Italia 1983. Non ero stato il corridore più lento, ma quello più tenace, quello che aveva pedalato di più, quello che aveva sofferto di più, quello che aveva girato di più”.


Claudio Girlanda, il Giro, ce l’ha anche nel cognome. Allora indossava la maglia bianca con scacchi rossi e azzurri e la maniche azzurre della Termolan-Galli: “Secondo anno da professionisti, la squadra e anch’io, passati in blocco con Bruno Reverberi. Uno svedese, Nilsson, per la classifica, poi solo giovani promossi da dilettanti, da Caroli a Riccò, da Lanzoni al futuro commissario tecnico della nazionale italiana Cassani. Il primo Giro nel 1982, alla nona tappa finii contro un camion e dovetti abbandonare, che peccato, ero in forma. Così il secondo Giro volli finirlo a tutti i costi. Si viveva alla giornata. Andavamo a caccia di opportunità, occasioni, imprevisti, traguardi volanti e a premi. Cercavamo di racimolare e arrotondare, non solo la pedalata, ma anche i conti. Forme di parmigiano-reggiano, bottiglie di vino. Ricordo il furgone della squadra, carico di generi alimentari. E poi, per me, passista veloce o velocista fondista più che velocista puro, c’erano anche le volate”.

Due piazzamenti: “Decimo nell’ottava tappa, la Salerno-Terracina, 212 chilometri, gli ultimi 20 a 60 all’ora, mi arrangiavo come potevo, saltavo da una ruota all’altra, finché dissi a Rosola, con cui ero diventato amico da militare, che avevo battezzato la sua. Non fu un gran battesimo: Bontempi primo, Rosola ottavo e io decimo. Poi quarto nella prima semitappa della sedicesima, la Orte-Milano, 110 chilometri, l’arrivo in centro, il Castello, via Dante, piazza Cordusio, via Cordusio, piazza Duomo. Mi beccai con Gavazzi, che – a destra!, a sinistra! -voleva dettare legge. Pensavo che l’arrivo fosse all’altezza della Galleria Vittorio Emanuele, invece era 50 metri più in là, a metà Duomo. Così partii lungo e finii corto. Primo il belga Hoste, secondo Gavazzi, quarto io. Se avessi studiato di più, sarei almeno salito sul podio”.

Poi, come racconta Girlanda, “il tracollo”: “Il pomeriggio la seconda semitappa, la Milano-Bergamo, che poi era la Segrate-Bergamo, 100 chilometri, si arrivava facendo il Colle del Gallo, e per un colpo di freddo o per un malore, ebbi una congestione e arrivai ultimissimo. Se il giorno dopo non ci fosse stato il riposo, avrei abbandonato un’altra volta. Ma riuscii, più o meno, a recuperare la pancia per affrontare le montagne. Il tappone dolomitico, la Selva di Val Gradena-Arabba, con Pordoi, Sella, Gardena e due volte il Campolongo, fu un inferno, ma sopravvissi”.

Solo due anni da professionista: “Ma insegnamenti eterni. Il primo: non arrendersi mai. Il secondo: dopo una salita, prima o poi ci sarà sempre un falsopiano e prima o poi anche una discesa. Il terzo: misurarsi con se stessi, perché il ciclismo è una disciplina individuale, ma con la consapevolezza di non essere mai da soli, perché il ciclismo è anche uno sport di squadra”. Ed esempi edificanti: “Moser, sanguigno, e Saronni, introverso, erano capitani e comandavano, Hinault era un leader e valorizzava i compagni, dialogava con gli avversari, confortava perfino sbarbati come me. Anche Panizza, per quanto burbero e scontroso, aveva sempre parole di incoraggiamento. Superandomi mentre arrancavo in salita, mi diceva: dai, ché poi ci raggiungi in discesa. Panizza sapeva farsi valere: a un Giro della provincia di Reggio Calabria del 1983, sul Sant’Elia, con una fraschetta alcuni tifosi tentarono di rubargli il cappellino graffiandogli la fronte. Lui si fermò, smontò la ruota anteriore, la impugnò e, agitandola, li inseguì”.

GIA' PUBBLICATI

GIRO DELLA MEMORIA. DOMANI COMINCIA L'AVVENTURA

1 - IL GIRO DELLA MEMORIA. VELO, PETACCHI E IL CAPOLAVORO DI LECCE

2 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PELLICCIARI E IL VOLO DI MEO VENTURELLI A SORRENTO

3 - IL GIRO DELLA MEMORIA. MARIO ANNI E LA TERZA TAPPA QUASI IN ROSA A MONTECATINI, 1969

4 - IL GIRO DELLA MEMORIA. FURIA ZANDEGU' A CHIANCIANO NEL 1967

6 - IL GIRO DELLA MEMORIA. L'UNICA VOLTA DI FABRIZIO CONVALLE, AL GIRO DEL 1990

7 - IL GIRO DELLA MEMORIA. IL LEALE CHINETTI E LA SETTIMA TAPPA DEL GIRO DEL 1975

8 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PAOLO FORNACIARI E QUELLA MONTE SIRINO MAI VISTA NEL 1995

9 - IL GIRO DELLA MEMORIA. «PIETRO DEVI VINCERE» E ZOPPAS VOLO' A MARINA DI RAVENNA NEL 1964

BONUS - IL GIRO DELLA MEMORIA. NEL GIORNO DI RIPOSO, GIANCARLO TARTONI CI RACCONTA DI VARZI, GIRO 1977...

10 - IL GIRO DELLA MEMORIA. BRUSEGHIN E L'IMPRESA DI URBINO 2008

11 - NOE' SENZA FIATO A SAN MARINO, 11a TAPPA DEL 1998

12 - IL GIRO DELLA MEMORIA. CHEULA E LA PRIMA VOLTA DELLO ZONCOLAN, 12a TAPPA DEL 2003

13 - IL GIRO DELLA MEMORIA. LA LIBERTA' DI FARISATO, 13a TAPPA DEL GIRO 1968

14 - IL GIRO DELLA MEMORIA. PETITO E QUEL GAVIA DIVENTATO INCUBO, 14a TAPPA DEL GIRO 1988

15 - IL GIRO DELLA MEMORIA. LE ACROBAZIE DI ERCOLE GUALAZZINI A TRIESTE, GIRO DEL 1977

BONUS - IL GIRO DELLA MEMORIA. SECONDO GIORNO DI RIPOSO, RENATO GIUSTI E IL DENTE AVVELENATO DEL 1961

16 - IL GIRO DELLA MEMORIA. ALDO PIFFERI E L'ASTUZIA DI TORINO, SEDICESIMA TAPPA DEL 1965

17 - IL GIRO DELLA MEMORIA. BALDINI L'IMBATTIBILE, 17a TAPPA DEL GIRO 1958

18 - IL GIRO DELLA MEMORIA. VALDEMARO BARTOLOZZI E L'INCUBO DEL BONDONE, 18a TAPPA DEL GIRO 1956

19 - IL GIRO DELLA MEMORIA. GASPERONI E L'ULTIMO PANTANI, 19a TAPPA DEL GIRO 2003

20 - IL GIRO DELLA MEMORIA. MASSIGNAN, IL PRIMO UOMO SUL GAVIA, 20a TAPPA DEL GIRO 1960

21 - IL GIRO DELLA MEMORIA. BAILETTI RE NELLA SUA MILANO, 21a TAPPA DEL GIRO 1963

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Quanta Italia vedremo in corsa al Giro? Sono 48 i nostri rappresentanti pronti a scattare venerdì da Durazzo con l'obiettivo di arrivare a Romna il prossimio 1° giugno. Tutta italiana la VF Group Bardiani CSF Faizané che schiera Luca Covili,...


Colpo doppio per Femke Gerritse nella terza tappa della Vuelta Femenina by Carreofur, l'olandese della SdWorx ha battuto in volata Marianne Vos (Visma Lease a Bike) ed ha conquistato la maglia di leader della generale strappandola dalle spalle di Letizia...


È una Visma Lease a Bike di alto lignaggio quella che si schiererà al via del Giro d'Italia. Confermatissima la presenza di Wout Van Aert, che andrà in caccia della maglia rosa sin salla prima giornata. Accanto a lui ci...


Il piano della Arkea B&B Hotels per il Giro d'Italia che scatta venerdì è chiaro: «L'obiettivo che si pongono i nostri corridori - spiega il direttore sportivo Didier Rous -: puntare alla vittoria di tappa. Luca Mozzato sarà il nostro...


A segno sia nel 2023 con Aurelien Paret Peintre che (due volte) nel 2024 con Valentin Paret Peintre e Andrea Vendrame, la Decathlon AG2R La Mondiale approccia il Giro d’Italia 2025 con l’idea di continuare la propria serie vincente...


Le grandi battaglie sui muri e sulle pietre sono andate in archivio, la stagione delle classiche ora lascia il posto al primo dei tre grandi giri dell'anno: una delle sfide più dure del ciclismo mondiale, il Giro d'Italia. Forte della...


Per un appuntamento speciale, ci vuole un abito speciale. Al Giro d'Italia del 2025 le biciclette AURUM MAGMA del Team Polti VisitMalta assumeranno una colorazione pienamente in linea col proprio nome: una combinazione brillante e vulcanica, che mescola tonalità rosse e nere...


Il Giro d’Italia 2025 è per Miche un evento speciale. L’azienda trevigiana di ruote e componentistica per il ciclismo è alla sua prima esperienza come sponsor di un team UCI WorldTour. Ha stretto un contratto triennale con il team Groupama-FDJ a lungo legato ai...


Sarà David Gaudu l'uomo di punta della Groupama FDJ per il Giro d'Italia che scatta venerdì. Accanto al suo capitano la formazione francese schiererà i transalpini Quentin Pacher, Clement Davy, Enzo Paleni e Remy Rochas, il lussemburghese Kevin Geniets, il...


Il primo Grand Tour della stagione inizia questo venerdì in Albania. Questo Giro si preannuncia particolarmente impegnativo con diverse tappe di alta montagna ma anche grandi opportunità anche per i velocisti fino a Roma. Ed è a queste che guarda...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024