L'ORA DEL PASTO. RESISTENZA CASALINGA? PERLE D'ARCHIVIO - 17

STORIA | 29/03/2020 | 07:55
di Marco Pastonesi

 


Ieri ho scritto di Italo Mazzacurati, oggi mi occupo di Mario Minieri. Sono sempre i reperti archeologiciclistici, inediti e dimenticati, di quell’incontro del 2003, o forse del 2004, tra Bologna e Ozzano, da cui nacque il libro “Una vita da gregario” (con Giuseppe Castelnovi per EditVallardi).


LA VERITA’ “Da ragazzo credi di essere un campione. Quando capisci di non esserlo, il ciclismo non è più un piacere ma un lavoro”.

LA REALTA’ “La vita del corridore significava otto mesi senza donne e la sera a letto presto. Sul profumo delle donne potrei scrivere un libro”.

L’INFELICITA’ “Le peggiori umiliazioni non venivano dai capitani o dagli avversari, ma dai meccanici e dai massaggiatori. Perché i meccanici ti davano le ruote mezzo buone e via, i massaggiatori ti davano quattro schiaffi e via”.

LO SPIRITO “Eppure allenamenti e corse non li ho mai considerati sacrifici. Neanche l’allenamento invernale. Flessioni, piegamenti, scalinate, ginnastica, corsa di 10 chilometri a piedi da Bologna al santuario di San Luca”.

LA VOCAZIONE “Giocavo a calcio: portiere. Un giorno si fece una scommessa: su a San Luca in bici. Pronti, via, quando io ero in cima, gli altri arrancavano ancora alla prima curva”.

LE BICI “Le bici erano tragiche, anche la mia, con un tubo rotto e gli spinotti dentro per tenerlo insieme. Ma c’era un vantaggio: potevo lasciare la bici dove volevo, perché nessuno l’avrebbe mai voluta”.

LA CARRIERA “Cinque Giri d’Italia, il primo nel 1960, cinque Tour de France, il primo nel 1961, e una Vuelta, nel 1968, tutti finiti, e con una vittoria di tappa, al Tour, a Luchon, nel 1962. Quei sogni che si vedono solo nei film”.

LA CONFIDENZA “Per partecipare al mio primo Tour de France sarei andato a piedi. Per non partecipare all’ultimo mi sarei sparato”.

DUE SECONDI “Tour de France 1961, prima tappa, arrivo regale a Versailles, sfiorai la maglia gialla: volata, battuto solo da André Darrigade. Antonio Covolo, direttore sportivo dell’Italia – allora si correva a squadre nazionali -, mi sgridò: ‘Mi potevi dire che eri veloce, ti avrei fatto tirare la volata’. Tour de France 1964, tappa di Brive, fu Adorni a tirarmi la volata, ma ai 500 metri ruppi la catena, e comunque arrivai secondo dietro a Edward Sels. Quel giorno Adorni mi fece da gregario per ringraziarmi per quanto mi ero prodigato per lui il giorno prima: era entrato in crisi, lo aiutammo, lo sostenemmo, lo spingemmo”.

L’AVVENTURA “Giro d’Italia 1964, undicesima tappa, la Pesaro-San Benedetto del Tronto, Jacques Anquetil in maglia rosa, in programma la salita di Loreto. Tuoni, fulmini, saette: Italo Mazzacurati si fermò, aprì il fagotto, ne estrasse la mantellina, e io lo aspettai in fondo al gruppo. In quel momento si scatenò la bagarre. Luciano Pezzi, il nostro direttore sportivo alla Salvarani, mi ordinò di aspettare ‘Mazza’, che con Pezzi – credo – aveva fatto una gran ‘pignata’, una gran litigata. Attesi, tirai, stavamo rientrando quando ebbi un problema alla catena. La sistemai, tirai, ero quasi rientrato quando mi accorsi che ‘Mazza’ si era staccato. Davanti andavano a 60 all’ora. Pezzi fermò anche Franco Magnani e Battista Babini per aiutarci a rientrare. Obiettivo: arrivare entro il tempo massimo. Ma ‘Mazza’ si era lasciato andare e non voleva dare un cambio. Allora frenai, gli misi un pugno sotto il naso, lui s’impaurì e finalmente ricominciò a pedalare. In ritardo, passando per un paesino, alcuni spettatori ci fischiarono: ‘Mazza’ si fermò e cominciò a menarli. Fu la prova che si era ripreso, che era tornato in sé. Morale: vinse Raffaele Marcoli, io, Babini e Magnani arrivammo dentro abbastanza comodi, Mazzacurati per un pelo, forse attaccandosi a una macchina”.

IL SEGUITO “Fuori stagione, io e ‘Mazza’ andammo a caccia, a Spinazzola, in provincia di Bari. Strada facendo, ci fermammo in un bar dalle parti di quella tappa di San Benedetto del Tronto. ‘Mazza’ domandò al barista se il Giro fosse passato di lì. Il barista rispose di sì e cominciò a raccontare di un corridore, l’ultimo, che si era fermato e li aveva menati. ‘Ero io!’, dichiarò orgogliosamente ‘Mazza’. Stavolta fummo noi a scappare”.

LA MIRA “Circuito di Imola. Un tifoso, a parolacce, prese di mira Ercole Baldini. Finché Baldini prese di mira il tifoso e, a un passaggio, gli tirò un cazzotto al volo. Da quel momento il tifoso non si sentì più”.

IL GUAIO “Le pedivelle. In carriera ne spaccai undici, proprio vicino all’occhiello in cui si inserisce il pedale. Un po’ perché non erano gran cose, un po’, forse, anche perché quando saltavo sui pedali ero troppo potente”.

GIA' PUBBLICATI

Puntata 1

Puntata 2

Puntata 3

Puntata 4

Puntata 5

Puntata 6

Puntata 7

Puntata 8

Puntata 9

Puntata 10

Puntata 11

Puntata 12

Puntata 13

Puntata 14

Puntata 15

Puntata 16

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Giornata da incorniciare per il Team Solution Tech–Vini Fantini alla Tokyo Tama, con Lorenzo Quartucci che alza le braccia al cielo conquistando una splendida vittoria, e Kyrylo Tsarenko che completa il podio con un ottimo terzo posto. La formazione diretta...


Volata a ranghi compatti alla Medaglia d'Oro Ricky Schiattareggia, gara unica per la categoria esordienti svoltasi a Nembro nella Bergamasca, e successo di Fabio Di Leo. Il 14enne varesino di Origgio, portacolori della Società Busto Garolfo, ha fatto valere le...


Nel finale della settima tappa del Giro d’Italia Women, sulle temute rampe del Monte Nerone, abbiamo visto tante cose: il magnifico attacco di Elisa Longo Borghini e Silvia Persico, la rimonta che ha permesso a Sarah Gigante di conquistare la...


Come nell’unica altra corsa a tappe cinese di categoria .Pro fin qui disputata (il Tour of Hainan), anche al Tour of Magnificent Qinghai l’ultima tappa ha arriso ad Alexander Salby. Sul traguardo di Xihaizhen, lo sprinter danese della Li...


Quella di ieri a Laval Espace Mayenne, è stata la vittoria perfetta per Jonathan Milan, perché è arrivata grazie ad una squadra che ha lavorato tutto il giorno per lui. Il friulano sapeva che si il successo fosse arrivato, non...


Una corsa che si conclude sulla «avenue Cavendish» come può finire se non allo sprint? La Chinon-Chateauroux di 174, 1 km presenta un profilo mosso ma non impegnativo. per seguire la cronaca diretta dell'intera tappa a partire dalle 13.10 CLICCA...


La rivalità nella storia del ciclismo si è spesso spenta grazie al passaggio di una borraccia in corsa. Ci tornano subito alla mente le immagini di Coppi e Bartali e di quel Tour de France del 1952 e quel gesto...


Se qualcuno pensava che il Monte Nerone potesse chiudere veramente i giochi deve assolutamente ricredersi perché la tappa finale - la Forlì-Imola di 134 km - con l’arrivo nell’autodromo Enzo e Dino Ferrari è tutt’altro che banale. per seguire il...


Si chiude nel segno di Alexander Salby ed Henok Mulubrhan il Tour of Magnificent Qinghai 2025. Il velocista danese della Li Ning Star, già a segno nella terza tappa, ha infatti concesso il bis imponendosi allo sprint anche sul traguardo...


Matteo Fabbro era sparito dai radar a fine 2024. Dopo un’annata non particolarmente brillante anche a causa di alcune problematiche fisiche che hanno inciso sulla sua resa agonistica, il corridore friulano non aveva trovato nessuno che volesse investire su...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024