LA TAPPA. Percorso da... ubriacatura. SEGUI IL LIVE
GIRO D'ITALIA | 12/05/2015 | 07:51 Il rosa è d’attualità nel mese di maggio e il canguro Michael Matthews, in maglia rosa, il segno del comando, prevale di giustezza su Felline e il belga Gilbert nella volata di Sestri Levante con un gruppo molto assottigliato e selezionato dalla tormentata natura del percorso affrontato che ha tolto dal gioco i velocisti puri, com’era prevedibile. E non è nuovo a questa sorta di prestigioso “en plein” già centrato lo scorso anno. Nella bellissima città con la Baia delle Favole continua la bella favola, più una realtà che una favola, della Orica-GreenEdge in questa prima parte del Giro. Un sospiro di sollievo e un grande augurio di pronta ripresa per Domenico Pozzovivo, vittima di una rovinosa caduta in discesa, ripresa dalle telecamere, che ha fatto trattenere il respiro dopo il primo, drammatico, impatto visivo dopo la lunga scivolata, in discesa, sull’asfalto. Peccato, peccato davvero. E’ stato un breve inizio Giro all’insegna della sfortuna più nera per il bravo scalatore lucano, non nuovo a disavventure del genere. Lo scorso anno, era il mese d’agosto, in allenamento, nella discesa del versante alto-atesino dello Stelvio, nella caduta per colpa di un gatto finito sotto la ruota, riportò la frattura composta di tibia e perone della gamba destra che gli precluse tutto il finale di stagione. Pure questa tappa è da ubriacatura collettiva, un po’ sul tipo di quella di ieri. E la colpa non è certamente ascrivibile ai diversi, ottimi, vari tipi di vini liguri prodotti dalle pregiate vigne del territorio. E’ un susseguirsi di curve e controcurve, per usare termini cari ad Adriano Dezan, con andamento altimetrico sempre discontinuo e oltremodo impegnativo anche per la ridotta larghezza della sede stradale che deve “contenere” un gruppo di quasi duecento corridori. Il “gruppo compatto” è prevedibilmente destinato a durare poco, pochissimo, per le caratteristiche proprie della breve ma impegnativa tappa che, come si diceva, non lascia respiro, com’è subito rilevabile dalla segmentata altimetria. E’ una tappa che, in un certo senso, propone e rivela territori di grande interesse, anche ciclistico con la partenza dal mare di Chiavari e trovare, in breve tempo, all’interno, la salita al colle di Velva, il primo dei tre G.P.M. – tutti di 3^ categoria – che caratterizzano la tappa. Si entra quindi nella val di Vara e affrontare il passo del Bracco ritrovando il mare nella zona delle Cinque Terre. Si supera Levanto, pregevole centro e si prospetta l’ascesa al passo del Termine e, dopo Riomaggiore, si entra nel territorio comunale della Spezia. Qui è previsto, dopo un primo passaggio sotto il traguardo, un circuito di poco più di 17 km., circuito impegnativo per conformazione e altimetria, con la salita di Biassa, località nell’ambito comunale di La Spezia. E’ lunga circa 3,5 km., pendenza media al 5% con nel tratto finale, circa un chilometro, che accentua la durezza della salita con una percentuale sempre al di sopra del 10%. Dopo lo scollinamento mancano una decina di chilometri al traguardo di cui sette lungo una veloce discesa caratterizzata da lunghi rettilinei. La Spezia sorge al centro dello spettacolare golfo dei Poeti ed è caratterizzata dall’attivissimo porto commerciale e dagli impianti dell’Arsenale Militare. E’ un ritorno della corsa rosa che qui manca dal 1989 con Laurent Fignon davanti a Maurizio Fondriest e il campione francese, prematuramente scomparso, fu anche il vincitore di quell’edizione della corsa rosa. Corridori spezzini famosi come Massimo Podenzana e Alessandro Petacchi, all’epoca, non erano ancora professionisti.
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