Quella che Filippo Conca si appresta a vivere a partire da gennaio non sarà una stagione in cui potrà nascondersi. La brillante maglia tricolore da lui caparbiamente conquistata lo scorso giugno infatti, tanto in gruppo quanto fra i tifosi, non passa inosservata e ciò farà sì che, molto più di altri corridori, il lecchese classe 1998 avrà per forza di cose più pressioni e più attenzioni sulle proprie spalle.
In questo contesto, starà a lui dimostrare, sfruttando al meglio la preparazione invernale e la conoscenza del team affinata negli scorsi mesi, il proprio valore non solo sacrificandosi per gli altri (come più volte fatto in maglia Q36.5) ma anche cogliendo, laddove la strada e la squadra glielo permetteranno, le occasioni che gli capiteranno lungo il cammino.
Per riuscirci, Conca potrà servirsi della solidità e della struttura consolidata di una squadra che, grazie anche agli arrivi di Vendrame e Covi, manterrà nel 2026 una forte impronta italiana. Di queste figure, della stagione appena terminata e del prossimo anno, oltre che brevemente sul valore dello Swatt Club, abbiamo parlato con il campione italiano al Tour de France EFGH Singapore Criterium.
Filippo, dopo l’exploit e l’incredibile esito del Campionato Italiano, nella seconda parte di stagione hai messo assieme 12 giorni di corsa con la maglia della Jayco-AlUla: le tue sensazioni a riguardo?
“In Jayco mi son trovato molto bene, il clima che si respira è davvero bello. Mi sarebbe piaciuto dimostrare subito qualcosa e partir bene ma, avendo contratto il Covid dopo la seconda gara, non sono riuscito a essere competitivo come al solito e ad avvicinare i miei livelli standard. Nonostante ciò, sono riuscito comunque a risultare utile alla causa lavorando sia al Giro di Slovacchia, dove ho tirato tanto in testa al gruppo per tenere davanti i miei compagni e dove abbiamo vinto la generale con Double, che in altre corse per mettere i capitani di turno nelle migliori posizioni possibili. È un peccato non abbia potuto far di più perché era una buona occasione per iniziare quest’avventura al meglio e in alcune occasioni fare la mia corsa, ma ho tempo l’anno prossimo per rifarmi. Detto ciò, la cosa più importante nel 2026 sarà riuscire a lavorare in maniera costante senza avere quegli intoppi e quei problemi di salute che finora hanno flagellato la mia carriera”.
Hai già discusso con la squadra il programma del 2026 e parlato di quali corse mettere nel mirino?
“Dovrei iniziare in Spagna, anche se ancora non abbiamo definito nel dettaglio dove, e cercare di avere fin da subito una buona condizione per provare a far bene in tutta la prima parte di stagione fino alla fine di marzo. Poi, soffrendo di allergia e asma nel periodo successivo, l’idea è quella di staccare e fare dell’altura per presentarmi al 100% al Giro d’Italia dove potrei correre sia a supporto del capitano (non so se sarà O’Connor o qualcun altro) sia inseguendo una vittoria di tappa”.
Per scoprire la restante parte dell’intervista rilasciataci da Conca vi invitiamo ad ascoltare la puntata del nostro podcast Bla Bla Bike che uscirà tra poche ore.

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