
La supremazia di Tadej Pogacar è davvero indiscutibile. È il più forte sulle strade e strapazza i suoi avversari: se questo crea uno spettacolo entusiasmante per gli appassionati e i tifosi, per i corridori sta diventando fonte di preoccupazione e anche di frustrazione.
In gruppo qualcuno azzarda delle battute, che illustrano il senso di impotenza e anche di sconforto che sta iniziando a emergere in alcuni corridori. Ben Healy, dopo il podio della Liegi-Bastogne-Liegi, aveva chiesto scherzosamente a Pogacar quando si sarebbe ritirato. Adesso Remco, senza polemica ma in modo ironico, dopo il secondo posto al Giro di Lombardia di sabato ha detto di voler suggerire a Pogacar di ritirarsi, perché quando c’è lui in corsa tutti gli altri devono solo pensare a come sopravvivere.
Per la quinta volta consecutiva Tadej Pogacar ha vinto il Giro di Lombardia. Nessuno ci era mai riuscito prima, perché se anche il nostro Fausto Coppi ha vinto 5 Giri di Lombardia, lo ha fatto non in modo consecutivo. Lo sloveno ha sfiancato i suoi avversari con un'unica bruciante accelerazione, esattamente dove Remco Evenepoel aveva previsto, sul Passo di Ganda. A differenza di quello che aveva fatto una settimana prima ai Campionati Europei in Francia, Evenepoel non si è nemmeno preoccupato di seguire la maglia iridata, considerando inutile qualunque azione. «Quelli della UAE stavano già pedalando a tutta velocità da qualche chilometro e noi stavamo spingendo a velocità davvero elevate – ha detto sabato sera Evenepoel - Non c'era niente che potessimo fare, si trattava solo di sopravvivere e arrivare in cima il più velocemente possibile. Tadej è stato di nuovo eccezionale».
E’ sotto gli occhi di tutti e il gruppo si sta inchinando alla supremazia di Tadej Pogacar e anche Evenepoel, che di solito è il re della combattività, ha cercato di illustrare la situazione con una battuta: «Forse dovrei chiedere a Tadej di ritirarsi tra due anni, o perché non l'anno prossimo?».
Sabato il pensiero nel gruppo era comune a tutti: quando Tadej parte, è inutile inseguirlo. Cian Uijtdebroeks, decimo sul traguardo di Bergamo, si è limitato a descrivere la resa con poche parole: «Sul Passo di Ganda, spingevo costantemente a 500 watt, cercando semplicemente di tenere il passo. Se volevo superare qualcuno della UAE, dovevo spingere a 600 watt, e questo non è possibile». Quello che per gli altri è impossibile, per Tadej Pogacar è possibile.
L’iridato ha concluso una stagione impressionante con una ventesima vittoria e la sua terza Classica Monumento, dopo il Giro delle Fiandre e la Liegi-Bastogne-Liegi. Anche lo sloveno si stupisce di se stesso e trova questi numeri impressionanti, ma ammette anche di non aver raggiunto tutti i suoi obiettivi e che il prossimo anno cercherà quindi di migliorare. «In realtà, ho mancato solo due obiettivi in questa stagione - ha detto lo sloveno a Bergamo – La Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix. La mia sfida personale rimane vincere anche queste due corse. Tuttavia, non voglio pensare troppo alla prossima stagione. Voglio rilassarmi a casa prima che tutto il circo ricominci».
Pogacar è straordinario, ma la domanda che torna incessantemente è questa: veramente Pogi è unico come Eddy Merckx? Grazie a Ernesto Colnago, fondatore dell’omonimo marchio di bici, che era sotto al palco delle premiazioni del Lombardia, Tadej Pogacar ha scambiato qualche parola al telefono con Eddy Merckx. Ci sono stati i complimenti tra i due, ma Eddy Merckx rimane sempre Eddy Merckx.
«Sapete che non mi piace questo paragone - ha detto lo sloveno in conferenza stampa -. Ma per pura coincidenza, subito dopo la gara, ero con Ernesto Colnago quando ha ricevuto una chiamata da Eddy Merckx. Quindi sì, ho potuto scambiare qualche parola al telefono con Eddy Merckx e ho pensato che fosse davvero bello. Ma non mi piace essere sempre paragonato a Eddy...».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.