
Da un paio di giorni si è conclusa la Arctic Race in Norvegia e l’ex campione del mondo Thor Hushovd è spesso fotografato perché è ambasciatore dell'unica gara ciclistica professionistica che si svolge oltre il Circolo Polare Artico. Hushovd è un uomo esperto e attento e in questi giorni ha voluto sottolineare l’importanza di una squadra come la Uno-X Mobility per tutto il movimento nazionale ed ha espresso il desiderio di ospitare la Grandw Depart del Tour de France nella sua Norvegia. Il Paese si sta preparando a salutare Alexander Kristoff, che a fine anno lascerà il mondo delle corse, ma già sono tanti i tifosi di Tobias Halland Johannessen, Jonas Abrahamsen e Søren Wærenskjold, corridori capaci di vincere su qualsiasi terreno e che rappresentano il futuro ciclistico della Norvegia.
La Uno-X Mobility sta crescendo velocemente nel mondo del ciclismo e all’ultimo Tour de France ha vinto la sua prima tappa grazie a Jonas Abrahamsen a Tolosa. «È stata una sensazione incredibile. Di solito sono una persona calma, ma quel giorno non sono riuscito a trattenermi – ha raccontato Thor Hushovd - Ho lasciato che la mia gioia esplodesse perché vincere una tappa al Tour è una vera e propria liberazione. Avevo sperato in una vittoria nel 2024 quando ho assunto la guida della squadra, ci siamo andati molto vicini con il secondo posto di Jonas Abrahamsen a Bologna, ma quest'anno, è finalmente arrivato il nostro momento».
Hushovd si è ritirato nel 2014 e nel suo palmares ci sono due maglie verdi del Tour de France conquistate nel 2005 e 2009 e anche un titolo mondiale. Ora è direttore generale della Uno-X Mobility e le sue ambizioni sono grandi ed è convinto che la sua squadra abbia un margine di crescita molto importante. «È ancora una squadra giovane, sta per compiere l'ottavo anno di vita. Ma non ha mai ottenuto risultati così brillanti come quest'anno, con una vittoria di tappa e un sesto posto nella classifica generale al Tour. Mai un norvegese è salito così in alto in classifica e quindi direi che siamo riusciti a correre ogni giorno da protagonisti per tre settimane».
Avere una squadra in Norvegia è più complicato dal punto di vista logistico che correre in Belgio, Francia o Italia, ma quando arrivano i risultati allora tutto diventa più semplice. Il team di Hushovd ha fatto crescere la passione in tutta la penisola scandinava e sono tanti i giovanissimi che adesso vogliono correre in bici. «L'idea è di procedere passo dopo passo. Sono convinto che possiamo trovare e formare giovani che diventeranno grandi corridori. Non dobbiamo fermarci e dobbiamo immaginare che il futuro vincitore della Parigi-Roubaix o persino il futuro vincitore del Tour de France crescerà nella nostra squadra. Ai miei tempi, ho dovuto trasferirmi in Francia a soli 20 anni per fare il ciclista. Prima, bisognava essere a un livello straordinario per essere individuati e ingaggiati da una squadra straniera. Mi sarebbe piaciuto avere una squadra norvegese in cui crescere».
Oggi i giovani norvegesi, ma anche svedesi e danesi, hanno maggiori possibilità di entrare nel mondo del ciclismo grazie alla Uno-X Mobility. La Norvegia ha un contingente di corridori più numeroso, ma la squadra è aperta a tutti i talenti. «Adesso i giovani di talento sono felici di poter firmare un contratto con noi, perché sanno che possono crescere di livello. Il Paese ci sostiene sempre di più e sono molto fiducioso per gli anni a venire. Abbiamo uno staff molto attento, un buon gruppo di giovani e una motivazione crescente. Prevedo un futuro roseo per noi». L
a Norvegia organizza l’Arctic Race e ogni anno sempre più campioni prendono parte a questa corsa, ma Thor Hushovd ha un sogno da realizzare: quello di poter ospitare il Tour de France.
«Sogno di vedere il Tour de France partire dalla Norvegia. Penso che questo sia possibile. Dobbiamo convincere ASO, non sarà facile, ma secondo me è fattibile. Se riusciremo a organizzare una grande partenza a Oslo o altrove, il ciclismo esploderà letteralmente. Lo abbiamo visto in Danimarca nel 2022, ma credo sinceramente che la grande partenza sarebbe ancora più popolare qui. Siamo certi che questo accadrà perché la Uno-X Mobility sarà ancora qui nel 2030, 2040 e persino 2050. Tutti vogliono continuare a vedere la nostra squadra al via delle corse più importanti del mondo e tutta la Norvegia lavorerà per far correre i suoi ragazzi».