
Quest'inverno vi abbiamo raccontato la storia e soprattutto la passione per la pista e le Sei Giorni del ventenne Alessio Salvadeo, che in questa stagione continua nel suo percorso in giro per l'Italia e l'Europa affiancando eventi su pista (in buona parte a spese proprie e di papà Roberto, bici comprese) a canonica attività su strada Under 23 con la Trentino Cycling.
Questo weekend Alessio ha voluto affidare a noi un piccolo racconto e le sue emozioni riguardanti un'intensa settimana passata a Brno, nel velodromo tuttora esistente più antico al mondo: venne edificato nel 1889, quando la Repubblica Ceca era di là da venire e quello era impero austro-ungarico, e a fine anni Sessanta ha raggiunto l'attuale lunghezza di 400 metri.
A maggio (13-14-15-17-18-19, riposo venerdì 16) mentre le grosse attenzioni erano rivolte al Giro d'Italia, Salvadeo è stato uno dei 70 corridori che hanno intrapreso una serie di tre competizioni in questo antico velodromo ceco all'aperto. Record assoluto di partecipazione!
«Quando eravamo tutti in pista contemporaneamente, in fila indiana occupavamo praticamente metà pista! Nei primi tre giorni si è svolta la 500+1, davvero unica al mondo: si chiama così perché si svolgono diverse corse a punti fino a raggiungere il numero complessivo di 500 giri... più uno supplementare, il 501° con sprint a punteggio doppio. È stato un continuum di attacchi e cacce, riassorbimenti e giri guadagnati, ritmi altissimi sferzati da freddo e vento, e la percezione che per gli atleti di alcune nazionalità specifiche, come i cechi padroni di casa e i polacchi, i risultati in questa manifestazione avessero una valenza importante e particolare...» ci racconta Alessio entusiasta.
«Abbiamo fatto il viaggio in auto, dalla provincia di Venezia e ritorno, con la collega Francesca Selva e mio papà. Meno male peraltro che lei si è occupata di portare riso a volontà! In quei giorni di "appagante frullatore" tra gare continue e poche ore di sonno, affrontati insieme a lei e ai corridori danesi Oskar Winkler (fidanzato di Francesca) e Noah Wulff, ci siamo divisi perfettamente i compiti sia in pista, dove un minimo di gioco di squadra è normale quando ci si misura con tante Nazionali più numerose della tua, ed è anche il bello di queste corse, sia nella vita di tutti i giorni: chi cucina, chi lava, chi fa la spesa, chi va alle riunioni tecniche, chi s'improvvisa meccanico... Alla fine ha vinto il tedesco Moritz Augenstein con una prestazione spettacolare, ma siamo stati tutti contenti di aver dato realmente il massimo: peraltro, io sono stato uno dei soli 3 atleti ad aver svolto l'intero programma della settimana, che dopo le continue corse a punti della 500+1 è proseguito con le madison, gli scratch e l'omnium del GP Brno CL1 e del GP Austria. Altrettanto ha fatto Francesca Selva per quanto riguarda il programma femminile.»
Chi sono gli altri due uomini "stakanovisti" della settimana di Brno. Uno è il già citato Winkler, l'altro è l'ungherese Bertold Drijver. «Con Drijver disputerò la Sei Giorni di Fiorenzuola, mentre in precedenza parteciperò alla Sei Giorni di Pordenone insieme all'olandese Max De Lincel, che ho conosciuto lo scorso inverno quando ho vissuto brevemente nei Paesi Bassi. Un'esperienza che punto a ripetere per 2-3 mesi alla fine di quest'anno.»
E i programmi successivi a Pordenone e Fiorenzuola? «Ad agosto mi attende una trasferta di due settimane in Slovacchia per una serie di gare nel velodromo di Presov».
Nel frattempo, però, è ancora vivo l'entusiasmo per l'esperienza di Brno a un mese di distanza: «Al di là dei risultati, l'obiettivo era portare a termine questo programma "infinito" e ce l'abbiamo fatta. È stata un’occasione per mettermi alla prova e per onorare il nostro impegno e il lavoro degli ottimi organizzatori. Non vedo l'ora di tornarci nel 2026!»
E noi continueremo ad aprire una finestra sull'attività di questo giovane innamorato di velodromi e Sei Giorni, uno degli "ultimi romantici" del ciclismo su pista.
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