GIRO D'ITALIA. TAGLIACOZZO, C'E' IL PRIMO ARRIVO IN SALITA

GIRO D'ITALIA | 16/05/2025 | 08:14

La settima tappa è una delle più attese di questa prima parte di Giro d'Italia perché proporrà il primo arrivo in salita e quindi chiamerà alla ribalta gli uomini di classifica. Si parte da Castel di Sangro per arrivare a Tagliacozzo dopo 168 chilometri e quattro Gpm.


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Primo arrivo in salita e autentico tappone appenninico con un continuo alternarsi di salite e discese, a volte brevi a volte lunghe. Si comincia salendo già in partenza per arrivare a Roccaraso, poi è la volta dell’impegnativa salita di Monte Urano, breve ma con pendenze fino al 14%. A cavallo del km 100 si affrontra il Valico della Forcella per poi arrivare alla salita finale che, superato l'abitato di Tagliacozzo porta alla località di Marsia dove è posto l’arrivo.

L'ascesa finale misura 11,9 km con una pendenza media del 5,5% e negli ultimi tre chilometri si arriva a toccare anche il 13%. Non si deciderà qui il Giro ma, considerando anche la difficile tappa di ieri, sicuramente ne sapremo di più su quella che sarà la storia di questa edizioen della corsa rosa.

IL TERRITORIO. Ormai in Abruzzo, Castel di Sangro conserva buona parte dell’antico assetto medievale periodo di cui sono mirabili esempi la Basilica di Santa Maria Assunta, la frazione gioiello di Roccacinquemiglia arroccata su uno sperone roccioso, mentre il Castello Ducale, a seguito di numerosi rimaneggiamenti mostra oggi un aspetto rinascimentale. Sempre in equilibrio tra passato e presente, questa località oggi nota anche per essere un importante polo produttivo nel settore dell’automotive, è anche culla del Montepulciano d’Abruzzo, ovvero il rosso simbolo della produzione vinicola dell’Abruzzo.

Subito dopo il via la settima tappa del Giro affronta la breve salita che porta a Roccaraso (dotata di un attrezzato bike park) e Rivisondoli, oggi affermate - e accoglienti - stazioni turistiche.

Tappa successiva è Sulmona, la città dei confetti e, per i meno golosi, del grande poeta latino Ovidio. Qui si impone una passeggiata nel centro storico per visitare la Cattedrale di San Panfilo (XI sec.), il complesso dell'Annunziata, formato dall'unione del palazzo dell'Annunziata (del 1320) con l'adiacente chiesa dell'Annunziata e, naturalmente le decine di botteghe dove fare incetta di confetti ai quali è stato perfino dedicato un Museo.

Quindi è la volta di Pratola Peligna a catturare l’attenzione e riportare in primo piano la viticultura della zona: qui il Montepulciano d’Abruzzo trova un degno rivale nel Trebbiano. Da degustare, però, solo dopo una passeggiata nel centro storico medievale fino alla piazzetta di San Pietro Celestino, il cuore antico del paese. Nella vicina Popoli si ammira invece il Castello dei Cantelmo, edificato intorno all’anno mille su uno sperone roccioso e il Palazzo Ducale (1440), che si affaccia su Piazza della Libertà dove il cicloamatore può riempire la borraccia nella storica Fontana dei mascheroni.

A Rocca di Mezzo è piacevole andare alla scoperta del quartiere il Borgo (“Lu Bulvere”), il nucleo più antico del paese e della Chiesa della Madonna della Neve, con la torre medievale costruita a scopi difensivi riconvertita alla più tranquillizzante funzione di campanile. Subito dopo ecco Ovindoli, una delle principali stazioni di sport invernali dell’Italia Centrale, che vanta una storia antica e importante: roccaforte dei Marsi, venne distrutto dai Romani e molti secoli dopo ricostruito dai Longobardi. Qui soggiornò nel 1268 Carlo d'Angiò prima della vittoria su Corradino di Svevia.

La tappa si conclude a Tagliacozzo, non però nel cuore del paese ma ben 13 chilometri più in su, ai 1200 metri di Monte Bove. Prima di affrontare la salita decisiva vale la pena dare un’occhiata a questo centro della Marsia che ha tanto da raccontare e da mostrare. Tra i palazzi più rilevanti, sicuramente il quattrocentesco Palazzo del Governatorato, il cinquecentesco Palazzo del Governatore dei Colonna e il seicentesco Palazzo Fallace con lo splendido loggiato. La piazza era originariamente cinta di un porticato perimetrale, le cui arcate vennero chiuse nell’800 per ricavare botteghe artigianali e locali per attività commerciali. Il selfie di giornata si scatta però davanti alla Fontana dell’Obelisco, dalle forme barocche, che proprio quest’anno compie i suoi primi 200 anni.


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