
E’ il ciclista (cicloturista?, cicloviaggiatore?, certamente il ciclomusicista) più famoso d’Italia. E’ il presidente della Repubblica italiana delle biciclette “ad honorem”, ma anche “ad usum” (non solo a parole, ma anche a pedalate). E’ un rapper tripper che fa cose non tanto dell’altro mondo, ma nell’altro mondo.
Da oggi su RaiPlay Jovanotti (Lorenzo Cherubini da Roma, 54 anni da compiere) racconta i suoi 4mila chilometri (dei 25mila) lungo la Panamericana, tra Argentina e Cile, lui e la bici, lui e la natura, lui e la Terra. “Tra gennaio e febbraio ho fatto un viaggio in bicicletta nell'altra parte del mondo – la sua dichiarazione ufficiale -. Sono tornato e il mondo era diventato un altro. Ho fatto un viaggio per cercare un po’ di isolamento nella natura. Sono tornato e mi sono trovato dentro a un altro isolamento, questa volta obbligato dalla natura stessa. Ho fatto un viaggio per prepararmi al futuro, e sono tornato impreparato a questo presente, ma ripensando a quei 4mila chilometri mi rendo conto che neanche uno è andato perduto. Mai come oggi è chiaro a tutti che la nostra vita è un grande viaggio pericoloso nell’ignoto, anche stando chiusi in casa".
C’è chi in bicicletta fa viaggi estremi in senso verticale o orizzontale, chi ha traguardi religiosi, mistici e spirituali, chi conosce solo la sede di partenza ma non quella di arrivo, chi pedala su tastiere che producono lettere o note. La bicicletta è un moltiplicatore di emozioni e sensazioni, sentimenti e avventure, storie e racconti. Jovanotti lo sa: “Con RaiPlay abbiamo scelto di realizzare questa serie tv adesso, di non tenerla ferma, per avere sulla piattaforma un contenuto inedito, leggero, sorprendente, che può far piacere a qualcuno che in queste settimane ha voglia di qualcosa di diverso e di nuovo, il primo docutrip musical-avventuroso”. S’intitola “Non voglio cambiare pianeta”, 16 puntate ciascuna di 15 minuti, montato e diretto da Michele Maikid Lugaresi, realizzato con Federico Taddia, prodotto da SoleLuna per RaiPlay, con le musiche (originale, cover e improvvisazioni) di Jovanotti.
Per staccare, resettare e ricominciare, Jovanotti salta in bici e va in fuga: “La bici – è il suo credo - mi insegna ad ascoltarmi”. Nel 2017 andò in Nuova Zelanda, Isola del sud: 3mila chilometri, 12mila metri di dislivello, senza considerare il dislivello orizzotale del vento contrario, in 20 giorni, risultato quasi un’ora del documentario “Vado a farmi un giro” (gratis su YouTube). Mai ha nascosto non solo il suo bisogno di bici, ma anche il suo amore per il ciclismo: “Il ciclismo mi fa impazzire, il ciclismo in certi giorni riesce a riassumere ed esprimere il senso della vita. Sfida, sacrificio, passione, spirito di squadra, talento individuale, tecnica, coraggio, ricerca scientifica, strategia, capacità di recupero, onore, altruismo, inventiva, fatica, fatica, fatica e specialmente fatica”. Mai ha nascosto la sua ammirazione per i corridori: “Mamma mia che tappa di Giro d'Italia oggi. Nibali ti voglio baciare le ginocchia!”, “Che bello vedere un'impresa del genere, ti mette addosso la sensazione che possiamo sempre farcela, superare i momenti difficili e tornare a staccare tutti”. Mai ha nascosto le sue critiche: “Certo, c’è anche l’altro ciclismo, quello del doping. Per dovere di completezza dovrei aggiungere anche l’imbroglio, tra le cose della bici e della vita, è vero, ma sbaglia chi non lo considera una triste eccezione, come di fatto è, anche nei periodi peggiori, è una triste eccezione, un errore, una tentazione. La bici è soprattutto fatica e passione”. Mai ha nascosto la sua passione: “Quando inizia il Giro d’Italia vuol dire... che sta per finire la scuola, e a me questa cosa mi si è fissata nelle cellule fino dalle elementari quando guardavo la tappa con il mio babbo. Ogni anno quando inizia il Giro sento profumo di libertà, è un riflesso automatico. Mi ritrovo nei dopopranzo di fine scuola prima dei compiti, nella penombra creata dalle tapparelle abbassate per non far entrare il caldo, profumo di piatti lavati e di estate che inizia”. E poi l’amicizia con Daniele Bennati, il sostegno alla Fondazione Scarponi, l’adesione alla campagna per la sicurezza, l’orgoglio di indssare la maglia azzurra dell’Italia... “Abbiamo un fuoco dentro di noi – dice Jovanotti -. Facciamone un incendio. Anche a forza di pedali”.
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