
L'Albania è non solo alle spalle, ma lontanissima, molto più dell'Australia che potrebbe avvicinarsi vorticosamente. Il quindicesimo capitolo di una partenza dall'estero è andato in archivio e adesso è già storia, ma un via dall'Australia sarebbe quantomeno un evento eccezionale, pari a quello ipotizzato, pensato e sfiorato qualche anno fa quando in ballo c'era il via da New York.
L'idea è circolata in una delle patrie del ciclismo: il Belgio. Nelle ultime ore una semplice voce si è fatta narrazione: il Giro d’Italia 2027 potrebbe partire dal continente dei canguri. La cosa sarebbe quantomeno suggestiva, ma anche molto complessa a livello organizzativo. Da un punto di vista logistico, le cose sarebbero evidentemente molto complicate, ma gli uomini di Rcs Sport & Events non non scartano l'idea rilanciata da Michael Tomalaris, giornalista australiano: «Ci sono discorsi in essere per portare le prime tre tappe del Giro 2027 in Australia – ha scritto su Instagram e ribadito poi a Sporza, la tivù belga –. So che RCS sta effettivamente valutando le opzioni per portare il Giro in Australia. Mi rendo conto che possa sembrare impossibile a molti, ma è una cosa che è seriamente in corso di considerazione. Ci sono almeno tre città australiane che stanno valutando questo progetto».
Idea suggestiva ma impraticabile? Assolutamente no. Mauro Vegni, direttore del Giro, ha così risposto a chi gli ha chiesto lumi: «Da un punto di vista pratico e logistico, evidentemente, è una cosa difficile – ha spiegato il direttore del Giro –. Ma non diciamo di no a priori a nessuno. Tutto è possibile, ma bisogna studiare l’effettivo interesse e considerare molto attentamente anche quello che potrebbe essere il punto di vista dell’Unione Ciclistica Internazionale, anche perché ancora non sappiamo come potrà essere riformato il calendario», ha spiegato Vegni che ha aggiunto:« Noi siamo disponibili al dialogo con chiunque, anche se poi bisogna vedere se effettivamente può iniziare un discorso relativo a una Grande Partenza».