LAPPARTIENT: «CHI È RICCO HA PIÙ PROBABILITA' DI CAVARSELA»

TOUR DE FRANCE | 07/07/2018 | 12:01
di Pier Augusto Stagi

 


Non poteva mancare alla partenza del Tour de France il numero uno del ciclismo mondiale David Lappartient. Non poteva mancare e non poteva nemmeno augurarsi che alcuni giornalisti non andassero a chiedergli spiegazioni sul concetto espresso nel giorni scorsi su L’Equipe: «I ricchi hanno più probabilità di cavarsela», che non è un pensiero illuminato e nemmeno tanto visionario, ma è chiaramente più che comprensibile e può far comodamente coppia con il classico «più spendi meno spendi».


Detto questo il presidente dell’Uci non si è nascosto dietro un dito o un “no comment” di facciata. «Non mi sembra di aver detto nulla di tanto rivoluzionario. È normale che sia così: chi dispone di tante risorse economiche e ha la possibilità di affidarsi agli avvocati più bravi del mondo, è chiaro che ha maggiore possibilità di poter far valere le proprie ragioni. Questo non avviene solo nel ciclismo, ma nel mondo e nella vita. È così. I migliori avvocati ti difendono meglio».

Poi, in merito alla battaglia legale ingaggiata dall’Uci, ha rivelato che «questo caso ci è costato qualcosa come 255 mila franchi svizzeri, una somma che io francamente avrei speso più volentieri per la promozione del ciclismo nel mondo».

E sulla fuga di notizie, il numero uno dell’Uci ha commentato in modo sibillino. «Nulla è uscito dalle stanze dell’Uci, forse so però cosa è successo, perché quando c’è la notifica di certe notizie, vengono informate diverse persone, anche al di fuori delle stanze Uci. Io penso di sapere cosa è accaduto, anche se non ho la certezza, ma solo dei sospetti…».

Poi un nuovo appello in favore di Froome. «Di solito i tifosi del ciclismo inneggiano tutti, e non vedo perché non dovrebbe essere così anche questa volta. Certo, su 12 milioni di appassionati, un paio di ubriachi possono esserci, ma il grande popolo del ciclismo sono sicuro che saprà essere vicino a questo grande campione».

 

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COMMENTI
coraggioso
7 luglio 2018 12:27 limatore
Molto coraggioso a dire in pratica che, l'antidoping vale solo per i poveracci

sentimi bene
7 luglio 2018 14:59 geom54
FRANCESE n. 1 del ciclismo mondiale:
orbene sparata questa delizia di verità, ma quali mai le TUE soluzioni!!!!!???????
forse che:
1°_ far diventare tutti ricchi, ma come, impresa difficile;
2°_far diventare tutti poveri, ma come, impresa questa meno difficile e certamente in odore di rivoluzione alla quale però anche senza risvolto rivoluzionario ci si potrebbe arrivare per regolamenti semprechè avvallati dagli sponsor danarosi del WORLD TOUR e che suggerisco semmai dopo la 3°_ possibile soluzione di tanta intellighenzia da n. 1;
3°_ forse i GIUDICI sono acquistabili, ma se ci sono i regolamenti con tanto di lama di rasoio sulla quale TUTTI corrono...... bhè, allora sarebbe sufficiente applicare e procedere nel merito sanzionatorio verso chi ha travalicato la tagliente lama di confine tra i probi e i delinquenti incalliti o meno che siano e pertanto dei GIUDICI sommi chi se ne fotte i quali sommi già servono a nulla anche in ogni altra casistica;
ma per riprendere la 2°_ possibile soluzione potrebbe essere pure che, pure in droga da qualsiasi elemento chimico ingurgitato o di naturale ricorso genere ortica in unguento da spalmare sui deretani le gare siano allargate a 250 partecipanti con team di max. 6 elementi e allora si che che a poco servirebbero radioline o unguenti, ma occhi, gambe, cuore e denti e per dio, meno cavalleria ipocrita.

La morte del ciclismo.
7 luglio 2018 17:33 Bastiano
In tutto il mondo civile, dovrebbe valere la regola che da noi si scrive in tutti i tribunali: LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI. Per l'UCI, invece c'è stata l'ammissione dell'aggiunta di una parola che va messa appena prima dell'ultima ed è QUASI. In pratica hanno confermato quello che dico da troppo tempo.

Non fà una grinza
7 luglio 2018 18:07 9colli
Giustissimo ragionamento: chi ha più soldi Gode!!!

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