Editoriale
E noi paghiamo... Titolo su La Repubblica del 22 febbraio scorso: Pantani ritorna con i suoi guai. Catenaccio: Le perizie: al Giro valori anomali inspiegabili.
La chiusa dell’articolo a firma di Pier Francesco Fedrizzi dice:
«... La conclusione dei periti è destinata a far discutere.Il professor Rizzoli e il collega Meglioli confermano un dato ormai assodato: il sangue di Pantani era troppo denso, con un ematocrito al 52,5%. Il campione andava sospeso dall’attività agonistica per “ragioni di salute” ed escluso dal Giro. Ma la perizia non chiarisce oltre: “Le attuali conoscenze mediche non permettono di accertare la somministrazione di farmaci”».
Dopo anni di studi, convegni, convention, seminari, summit, stage di ogni tipo, i professoroni ci hanno ribadito che le «attuali conoscenze mediche non permettono di accertare la somministrazione di farmaci».Grazie, grazie davvero. Avevamo proprio bisogno di pareri così, illuminanti e illuminati.Anche se di inspiegabile resta solo una cosa: ma le parcelle di questi mega-periti le avranno anche pagate?

Siete bravi?E allora pagate. È l’ultima trovata della nostra Federazione. Una trovata che dovrebbe portare qualche beneficio alle casse federali e qualche problema in più agli organizzatori che invece di ricevere appoggio e comprensione, si vedono recapitare tasse da pagare ogni due per tre. L’ultima trovata è veramente geniale. Il nome del progetto è «gare di osservazione». Di che si tratta? Vi leggiamo il comunicato che la Federciclismo ha inviato ai primi di febbraio ma che curiosamente reca la data del 16 aprile 2000. Con le poste italiane è sempre meglio muoversi per tempo. E già che ci sono, i tempi li anticipano. Ma torniamo al testo della letterina: «Con la presente - si legge - si comunica che la STF (Struttura Tecnica Federale) ha indicato la vostra manifestazione denominata... come gara di osservazione. A tal proposito la FCI ha previsto per gli organizzatori di tali gare, di versare una somma a titolo di maggiori oneri a loro carico per fregiarsi di tale denominazione per l’anno 2000. Per tale riconoscimento è indispensabile che venga effettuato il versamento di lire 1.500.000 sul c/c postale numero 571018 intestato a BNL-Fil Roma-c/FCI e trasmesso unitamente ad una lettera di conferma alla Struttura Tecnica Federale - entro lunedì 28 febbraio 2000». In pratica queste lettere sono state spedite a quegli organizzatori di corse di un certo valore e con una certa storia, che saranno seguite - in quanto “di osservazione” - dal nostro selezionatore azzurro Antonio Fusi e dal suo staff. In pratica, corse come il Liberazione, che quest’anno festeggia il 55° anno di vita, devono pagare un milione e mezzo di lire solo per fregiarsi del titolo di «gara di osservazione», altrimenti... altrimenti non saranno osservate. Che sia questa la buona notizia?

Attendendo una legge. Samuel Becket avrebbe già perso la pazienza. È dallo scandalo del Tour de France - di un anno e mezzo fa - che in Italia si dice che siamo pronti a varare una legge sul doping ma, al momento, sappiamo solo che l’iter si è nuovamente arenato. Sappiamo anche che in un recentissimo convegno, in quel di Trento, il magistrato Spinosa, uno dei grandi protagonisti delle inchieste sul doping, ha duramente criticato questo disegno di legge, che in questi giorni è tornato sui tavoli dei tecnici per essere riveduto e corretto, visto e considerato che sarebbe pieno di incongruenze e lati oscuri. Insomma, sul doping è arrivato il momento di fare chiarezza. Ma che ne direste di fare anche una legge, magari chiara e in tempi brevi?

Per Omini facciamo gli ometti. Il buon esempio ci è arrivato, questa volta, dal mondo del calcio. Antonio Matarrese, ex presidente della Federcalcio e attualmente vice presidente Uefa e Fifa, è stato nuovamente candidato all’unanimità alla vice presidenza dell’Uefa, e quel che più conta è che riavrà il suo ufficio in via Allegri, sede della Federcalcio. E lo stesso presidente Federale Luciano Nizzola ha dichiarato: «C’è bisogno di un collegamento costante e una verifica degli obiettivi e delle posizioni internazionali del nostro calcio. Il rapporto con Matarrese? Fornirà consigli e riceverà indicazioni». Insomma, Nizzola temendo di far perdere peso specifico internazionale al calcio italiano, ha pensato bene di correre ai ripari sdoganando Matarrese. Non è il caso che il presidente Ceruti faccia lo stesso con il nostro Agostino Omini, gradito e apprezzato dirigente Uci ai vertici del governo mondiale? Non potrebbe ricevere la stessa considerazione dalla nostra Federciclismo? Se non altro per non restare sempre ai margini del grande ciclismo.

Ceruti: ritorno al buon senso. Per molti la retromarcia operata dal presidente Ceruti in occasione della burrascosa riunione di Milano con i Gruppi sportivi ai primi di febbraio è stata ritenuta una sconfitta. L’impegno da parte della Federciclismo di «adeguare per l’anno 2000 le procedure ed i contenuti dei controlli sanitari» previste dalle sue norme «a quelle del suivi mèdical dell’UCI» è stato visto come una calata di braghe. La FCI, grazie a Ceruti, ha riconosciuto «l’esclusiva competenza dell’UCI in materia di antidoping e controlli sulla tutela della salute», con una postilla: «fermo restando dell’adesione alla campagna Io non rischio la salute per la convocazione delle squadre nazionali». Quello che per alcuni è stato il chiaro segnale di resa, a noi è sembrato piuttosto il segno inequivocabile di un ritorno al buon senso. Insomma, dopo mesi di intransigente presa di posizione contro tutto e tutti, ha prevalso la voglia di tornare a dialogare con le parti per trovare intese e non alimentare contese.

Salvare il salvabile. In attesa di capire dove andrà la Lega - se ci sarà ancora, cosa vorranno farne, se sarà in mano solo ai gruppi sportivi e ai corridori, o se alla fine riusciranno a trovare una logica intesa con gli organizzatori - la Federciclismo ha compiuto un passo fondamentale verso la migliore gestione del nostro movimento. Probabilmente qualcuno si starà dicendo: ma questi di tuttoBICI si sono bevuti il cervello? È già la seconda volta in poche righe che fanno i complimenti alla Federazione. Beh, non preoccupatevi, non siamo stati colpiti dal morbo del buonismo, ma in nome di un’illuministica apertura mentale, cerchiamo con tutte le nostre forze di valutare ogni cosa con assoluta serenità. La Federciclismo ha fatto qualcosa di buono per il movimento? Bene, bravi, settepiù. L’idea di «rendere obbligatorio per tutti gli organizzatori di gare internazionali in Italia l’invito di tutti i gruppi sportivi affiliati alla Fci», ci sembra una decisione ragionevole. Il modo più pratico e convincente in favore della salvaguardia dei piccoli club che altrimenti non potrebbero correre da nessuna parte. Un provvedimento a tutela dei club più piccoli, che fa più grande la nostra Federazione.

Pier Augusto Stagi
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