
UCI. 2. Alla fine l’organismo mondiale del ciclismo, tramite il sapiente (è ironia pura, mi raccomando) collegio di Giuria, scontenta tutti. Riescono a rovinare una bellissima tappa, a mortificare il ciclismo e i corridori, che sono le vere vittime di questa triste giornata. Prendono i distacchi a 3 km dal traguardo, appena dopo dal Pike, ma non viene stilata una classifica, quella no: tutto neutralizzato. I manifestanti ProPal (diciamolo, non è un reato, va semplicemente detto ciò che è davanti agli occhi di tutti) vincono a mani basse e l’Uci con il collegio di Giuria e l’organizzazione riesce nel capolavoro di legittimare i manifestanti con una sola mossa. Non solo, con la sola imposizione delle mani mettono nel ridicolo tutto il sistema ciclismo, legittimando i manifestanti del mondo che da oggi potranno fare quello che vogliono con la garanzia di mandare a monte tutto. Cosa si poteva fare? Semplicemente, come hanno deciso di prendere i tempi a 3 km dal traguardo, dopo il Gpm del Pike, lì poteva concludersi anche la corsa. Era difficile? Molto difficile? Quanto prendere i tempi. In tutto questo, nessun rappresentante Uci è presente in Spagna, se ne guardano bene. Il colle del Pike farà storia, come il 2 di picche che l’Uci ha saputo dare a sé stessa e a tutto il ciclismo. Per la cronaca: in classifica, Vingegaard adesso comanda con 52” su Almeida e 56” su Pidcock.
CPA. 2. Sarebbe il sindacato dei corridori, che manda urbi et orbi un comunicato fatto chiaramente da altri, scritto in politichese puro, dove si parla di sicurezza e non di manifestanti che mettono a rischio l’incolumità dei corridori (Petilli, ieri, è finito per terra proprio per via dei dimostranti che hanno invaso la strada). Alcuni corridori, Jorgenson della Visma in testa, da illuminato quale è (idem: è ironia pura) ha anche invitato i corridori della Israel a lasciare la corsa e questa è la cosa più triste, più avvilente e preoccupante. Siamo allo sbando e di un’associazione così non sappiamo che farcene. Se ciò avvenisse sarebbe la sconfitta di tutti.
Jonas VINGEGAARD. 6. Voleva vincere per Hugo, il suo bimbo, che oggi compie gli anni. Sarà per la prossima volta, per la prossima tappa, sempre che i manifestanti lo permettano. Compleanno differito, festa rimandata: mi raccomando Jonas, chiedi a tua moglie Trine che la festa del piccolo Hugo non venga neutralizzata. Nessuna bandiera, solo palloncini dai mille colori.