PROFESSIONISTI | 23/06/2016 | 18:45 UCI-ASO, pace fatta. Almeno per ora… Ad annunciarlo è la stessa UCI nel comunicato diffuso questa sera, riguardante la Riforma del ciclismo. Ieri a Ginevra, in occasione della riunione del Consiglio Professionistico, tutte le componenti del mondo ciclistico si sono accordate sulle tappe di adozione della Riforma. Che, detto per inciso, slitta ancora e sarà operativa solo nel 2019.
Questo il comunicato UCI: «Il calendario comprenderà tutte le corse attuali dell'UCI WorldTour, comprese quelle di Amaury Sport Organisation (ASO). In più, dal 2017 entreranno a far parte del Wordld Tour altre corse che riceveranno un licenza triennale: il calendario definitivo sarà annunciato prossimamente e contribuirà ad una maggiore internazionalizzazione del WorldTour e renderà ancora più appassionante la stagione. I team di WorldTour si vedranno assegnare una licenza di due anni per le stagioni 2017 e 2018 e saranno 17 il prossimo anno con l'obiettivo di scendere a 16 nel 2018. A partire dal 2019, il numero fisso dei team sarà di 16. Dalla fine della stagione 2018, un sistema comparato di punteggi, basato su una classifica annuale globale, porterà a scegliere fra l'ultima formazione di WorldTour e la prima delle Professional quale farà parte del WorldTour nella stagione seguente. Nell'ottica di una retrocessione controllata, la formazione di WorldTour costretta a retrocedere avrà comunque la garanzia di partecipare alle corse di WorldTour. Dalla prossima stagione, i team WorldTour parteciperanno di diritto a tutte le corse attualmente facenti parte del WorldTour stesso, mentre le gare che entreranno a far parte del WorldTour avranno la garanzia di avere al via almeno 10 formazioni WorldTour. Le candidature di queste corse saranno esaminate nella prossima riunione del CCP. Il presidente dell'UCI Brian Cookson commenta: «Si tratta di un passo avanti importante per la riforma del ciclismo professionistico e sono orgoglioso delle decisioni prese. Sono convinto che si possa costruire davvero qualcosa di importante per il futuro del WorldTour, accogliendo corse nuove ma affascinanti, in Europa e in altre parti del mondo. Ci impegneremo naturalmente ad informare tutte le componenti sui dettagli della Riforma». Da parte sua il presidente del CCP David Lappartient aggiunge: «Tutte le parti in causa si sono accordate su una visione che rafforzerà la globalizzazione del ciclismo, assicurerà stabilità per le squadre e gli organizzatori, adottando un sistema aperto che permetterà l'accesso al WorldTour sulla base di risultati sportivi. È un grande passo che renderà il ciclismo più attraete e mondializzato, pur rispettandone storia e radici». Laconico il commento di Christian Prudhomme: «Mi fa piacere che si sia potuto trovare un accordo che aiuterà il ciclismo nel suo insieme».
NOTA. Le riflessioni che sorgono alla lettura del comunicato sono essenzialmente queste: 1. Vittoria di Aso su tutta la linea, con l'adozione di un sistema di pronozione e retrocessione, anche se per il momento di difficile comprensione. 2. Ritardo assoluto su tutta la linea: di fatto la Riforma viene rinviata di altri due anni e si continuerà con il sistema attuale fino al 2019. 3. Pur mascherandola da scelta propria, l'Uci prende atto della difficoltà crescente delle squadre di WorldTour il cui numero cala a 17 l'anno prossimo (addio a Tinkoff e Iam, ingresso della Bora) 4. Nessun riferimento al motivo universalmente riconosciuto del contendere: i diritti televisivi. E questo fa pensare che la pace UCI-ASO abbia tutti i contorni della tregua armata. 5. Nessuna parola spesa circa il destino delle formazioni Professional. 6. Nessuna indicazione circa il calendario ideato e progettato per le corse che non faranno parte del WorldTour. 7. Sono ancora talmente tanti i punti oscuri, gli interrogativi, i trabocchetti, i nodi da sciogliere che è praticamente impossibile valutare in concreto quel che sarà.
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