GAND. ANTOINE DEMOITIE' ȠMORTO. DONATI GLI ORGANI

LUTTO | 28/03/2016 | 06:07
Antoine Demoitié non ce l'ha fatta: è spirato nella notte all'ospedale di Lille. Il 25enne belga era caduto ieri a Sainte-Marie-Cappel dopo 150 km dal via della Gand Wevelgem con altri quattro corridori e, finito a terra, è stato investito da una moto dell'organizzazione, pare con un commissario della federazione belga a bordo.

Ricoverato prima a Ypres, è stato trasferito ben presto a Lille nel reparto di terapia intensiva perchè le sue condizioni sono apparse fin da subito gravi. Passata la mezzanotte AFP e Directvelo.com hanno comunicato la notizia del suo decesso. Sul caso è stata aperta un'indagine dalla gendarmerie della regione francese di Nord-Pas-de-Calais.

Demoitié, nativo di Liegi, correva da quest'anno alla Wanty Groupe Goubert dopo aver indossato per tre anni la maglia del team Wallonie-Bruxelles. La sua vittoria più importante in carriera è stata al Tour du Finistère 2014. Aveva iniziato il 2016 piazzandosi terzo all'Etoile des Bessèges e secondo alla Dorpenomloop Rucphen, giusto due settimane fa. Aveva esordito in una gara di WorldTour proprio venerdì scorso nel Gp E3 Harelbeke ed era stato uno dei protagonisti della prima lunga fuga di giornata.


Al dolore di sua moglie Astrid, dei suoi cari - che hanno deciso per la donazione degli organi, che salveranno tre vite -, della squadra e di tutto il gruppo, si unisce la rabbia per le circostanze in cui è avvenuto l'incidente. Innumerevoli le lamentele dei corridori per il numero troppo elevato di mezzi in corsa che si sommano alle condoglianze, a cui si uniscono anche le nostre.


Giulia De Maio




DONATI GLI ORGANI

Sono stati donati gli organi di Antoine Demoitiè, il ciclista belga morto questa notte dopo esser caduto e poi investito da una moto ieri, durante la Gand-Wevelgem. Ne dà notizia il compagno di squadra Bill Gaetan dal suo profilo twitter, annunciando che la donazione «ha salvato tre vite: eroe fino in fondo!». Intanto la Wanty Gobert ha annunciato per stasera una conferenza stampa. Il portavoce del team, Josè Been, ha parlato dell'incidente 'scagionandò il motociclista: «Non si è trattato di un impatto ad alta velocità: conosco quella persona, è esperta, segue le gare belghe da 20 anni. Purtroppo c'è stata una caduta di gruppo, la moto dietro aveva una velocità moderata e ha scartato le bici a terra, ma non è riuscita ad evitare Antoine».




TRAGEDIE IN BICICLETTA


Romain Guyot - marzo 2016
Quest’anno è iniziato con la scomparsa a marzo del 23enne francese Romain Guyot travolto da un camion a un incrocio.

Annefleur Kalvenhaar (2014)
La ventenne olandese Annefleur Kalvenhaarè morta a Meribel dopo aver battuto violentemente il capo contro il manubrio durante una gara ella Coppa del mondo di mountain bike. Aveva vinto il titolo europeo di ciclocross under 23.

Wouter Weylandt (2011 - Giro d’Italia)

Il Giro d’Italia del 2011 è segnato dall’incidente mortale di Wouter Weylandt. Il belga è andato a sbattere contro un muro dopo aver perso il controllo della sua bici sulla discesa del Passo del Bocco a 25 km dall’arrivo della terza tappa. Classe 1984 Weylandt era diventato professionista nel 2005 avviandosi una carriera da velocista.

Thomas Casarotto (2010)
Il veneto, durante il giro del Friuli sbatte a 80 km/h contro un’automobile estranea alla corsa che lì non doveva passare. Le condizioni del ragazzo appaiono subito gravissime: Casarotto muore dopo pochi giorni di agonia in ospedale.

Isaac Gàlvez (2006)
Lutto alla Sei giorni di Gand nel corso dell’americana della penultima giornata della gara su pista: dopo il contatto con un altro corridore, Dimitri De Fauw colpisce una rete di protezione riportando ferite mortali. Galvez aveva 31 anni ed era il campione mondiale dell’americana. Tre anni più tardi un’altra tragedia: De Fauw si toglie la vita a pochi giorni dall’anniversario della morte di Galvez. Il belga era caduto in depressione, diceva di sentirsi responsabile dell’incidente mortale dello sprinter spagnolo.

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COMMENTI
Non si può morire di ciclismo
28 marzo 2016 08:32 etienne
Pazzesco troppi ciclisti continuano a morire per colpa di altri pazzesco, riposa in pace

mattanza
28 marzo 2016 09:12 andy48
Condoglianze alla famiglia. Ma la domanda e' questa: quando finira' questa mattanza? Non sono bastati gli innumerevoli incidenti dello scorso anno (Van Avermaet, Sagan, ecc.) per convincere i vari partner del ciclismo a fare qualcosa. Con le moto ci vuole il pugno duro: regole inflessibili, distanze di sicurezza, limiti di velocita', e cosi' via.

Rabbia
28 marzo 2016 10:20 IngZanatta
Rabbia perché già da qualche anno abbiamo tutti notato che ci sono troppe moto, soprattutto in Belgio. Come al solito ci vuole una tragedia per cambiare le cose

Meno spettacolo e più \"SICUREZZA\"
28 marzo 2016 10:27 Lello
28/03/2016 10:17:50: IO WIND: Ci vuole più rispetto ed educazione stradale.troppi mezzi attaccati ai corridori... in gruppo passa di tutto,giornalisti,fotografi,organizzatori,ospiti e ovviamente ammiraglie...può capitare ma ultimamente è il contrario...a volte si finiscono gare senza incidenti.speriamo che l uci faccia qualcosa per fermare questi incidenti.

28 marzo 2016 10:52 BARRUSCOTTO
DAVVERO TRISTE NOTIZIA LA SUA FAMIGLIA E IL CICLISMO E IN LUTTO PREGO PREGHIAMO PER LA SUA ANIMA E LA SUA FAMIGLIA

invece di...
28 marzo 2016 13:50 sonoqua
intascarsi i gettoni di presenza destinati ai motociclisti e/o altri addetti ai lavori, certi organizzatori farebbero bene a pagare il giusto e subito per avere al seguito operatori specializzati con la giusta certificazione. Intanto RIP Antoine Demoitié che paga caro le leggerezze di altri

Brutte tragedie....troppo brutte!
28 marzo 2016 14:25 magico47
Queste notizie rattristano sempre...era un giovane CORRIDORE....ma noi che andiamo in bici "abbiamo tutti la freschezza dei giovani corridori"...la vita è bella per tutti...è un peccato vedersela privare prima del previsto.

R.I.P. Antoine
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Loriano Gragnoli
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terribile
28 marzo 2016 15:49 Bicitunder
Un po' azzardato accostare la tragica morte di Demoitiè (che pare essere stato investito da una moto mentre era a terra) a quella di Galvez, Weylandt o della Kalvenhaar, vittime di tragiche fatalità. RIP Antoine, da oggi avremo un Angelo in più a vegliare su di noi

28 marzo 2016 15:49 Line
ma che ci faceva la moto nel gruppo
basta , le parole le porta via il vento, vogliamo i fatti noi appassionati
non si può morire a 25 anni
R.I.P

Motociclisti...
28 marzo 2016 20:16 9colli
Da quanti ce ne sono, sopratutto senza l'adeguata esperienza, sembra una mandria di cavalli allo stato brado, quindi senza controllo.

Dispiace
28 marzo 2016 20:39 blardone
E successo una disgrazia e questa è sfortuna .pero\' se posso dire una cosa e\' che le moto hanno salvato anche tante vite hai corridori .nelle categorie inferiori senza di loro sarebbe un disastro .purtroppo può succedere anche se certe volte si esagera con troppe moto soprattutto nelle gare prof . Non ho visto la dinamica ma sicuramente si sono trovati nel momento sbagliato al posto sbagliato . Ci sono passato da ex Ds e so cosa vuole dire . Riposa in pace campione

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