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UN GRANDE 2025. «Tornare a correre su strada dopo tanto tempo e vincere prima la Parigi -  Roubaix e dopo il Tour de France Femmes è stato fantastico. Conquistare la maglia gialla poi è stato il coronamento del sogno che avevo da bambina. Ora però dovrò concentrarmi sulla prossima stagione per cercare di fare ancora meglio».
LA VITTORIA AL TOUR DE FRANCE FEMMES. «Lo ripeto, è stato un sogno. Conquistare le ultime due tappe è stato bellissimo. L’ultimo giorno avevamo pianificato di controllare la situazione, non c’era bisogno di vincere ancora, poi Demi Vollering ha attaccato, io avevo buone sensazioni e così mi sono detta “non ho nulla da perdere”. Ho spinto forte e… ha funzionato. La vittoria al Tour mi ha lasciato anche un po’ di “vuoto” perché sapete tutti che mi ero data tre anni di tempo per provare a vincerlo, esserci riuscita al primo tentativo ha fatto sorgere in me una domanda: “E ora che faccio?” Ci ho pensato un po’ e ora quella domanda ha una risposta: penso solo a vincerlo un’altra volta». 
LE DIFFERENZE TRA TOUR E GIOCHI OLIMPICI. «Le due vittorie sono state incredibilmente belle ma non paragonabili. Il Tour è una gara a tappe: c’è più tempo per ambientarsi, prendere il ritmo gara, rendersi conto della tanta gente che ti sostiene e che fa il tifo per te. Ai Giochi Olimpici ero concentrata e non riuscivo a godermi l’atmosfera e il tifo della gente. C’è un’altra differenza fondamentale: al Tour de France Femmes volevo vincere; i Giochi Olimpici di Parigi dovevo vincerli».
IL PROBLEMA ALLA CAVIGLIA, L’OPERAZIONE E IL RECUPERO. «È iniziato tutto con la caduta alla Strade Bianche, da quel momento l’infortunio mi ha sempre dato qualche pensiero perché la ferita non guariva. A volte, come ad esempio prima della Parigi Roubaix provavo molto dolore mentre in altre occasioni il fastidio era più gestibile. Ho temuto che quell’infortunio potesse compromettere la mia stagione perché l’infezione è tornata più volte e mi ha costretta a fare tre cicli di antibiotici. Fortunatamente durante il Tour de France Femmes non ho avuto problemi, ma dopo, con la stanchezza accumulata, tutto si è complicato e dopo il Mondiale in  Ruanda mi sono sentita male di nuovo, e abbiamo deciso che era meglio operarmi, pulire la zona e rimuovere ciò che causava il dolore. Il recupero è un po’ più lento del previsto: per ora mi sento come una persona comune, non certo una atleta, ma non ho fretta, mi godo il momento di relax dopo la stagione».
BIS AL TOUR E LIEGI, GLI OBIETTIVI 2026. «Bissare il successo al Tour de France Femmes mi piacerebbe tantissimo, ma cercherò di vincere anche altre Classiche Monumento come la Liegi».
PER ORA SOLO STRADA. «Credo che oggi non sia più possibile conciliare le ruote grasse, il ciclocross e la strada. Per ora mi concentro solo sulla strada».
NON PENSO AL RITIRO. «Adoro il mio lavoro, voglio continuare a correre almeno per i prossimi due anni. Per ora non penso né a diventare mamma né al ritiro, voglio semplicemente vincere il più possibile e godermi quello che faccio».
TROPPA ATTENZIONE AL MIO PESO. «Dopo il Tour si è parlato molto del mio peso, troppo! Mi è sembrato ingiusto che il tema emergesse subito dopo la mia vittoria: semplicemente io ero preparata nel modo migliore possibile. Negli sport di resistenza è importante essere leggeri, soprattutto quando si affrontano salite come la Madeleine. Attenzione però, il peso è solo uno dei fattori, bisogna anche allenarsi, recuperare e fare tutto bene. Comunque il mio peso ora è tornato normale! Nel ciclismo femminile il tema è molto dibattuto, giustamente, perché dobbiamo prenderci cura del nostro corpo ma mi è sembrato ingiusto che il tema emergesse subito dopo la mia vittoria».
 
              