QUATTRO PASSI NELLA STORIA. 1920-1930, LA GOLDEN AGE DEL CICLISMO TORINESE. GALLERY

STORIA | 27/12/2025 | 08:45
di Aldo Peinetti

Anni ’20, Anni ’30: con sei Giri d’Italia vinti in quel lasso di tempo (Brunero 3, Camusso, Valetti 2) il ciclismo torinese attraversò un’autentica Golden Era. Quel filone aureo, sviscerato nel tempo da amarcord giornalistici e libri, è rivissuto anche durante l’accoppiata Grand Depart del Tour de France e Salida Oficial de la Vuelta, quando attraverso due mostre ("Les Turinoises" e “Torinesi di Spagna") si sono rievocate imprese che solo apparentemente possono apparire minori rispetto all’exploit del Giro.


Allargare l’orizzonte a quanto accadde oltre il confine nazionale permette di imbattersi nel gran giorno di Federico Gay, 19 luglio 1922, sulle strade di Francia. Nel reportage fotografico pubblicato sul Miroir du Cyclisme si vede l’ex aviatore torinese intrufolarsi alla destra del plotoncino di 14 fuggitivi per far sua la Strasburgo-Metz, frazione portatasi negli annali anche la squalifica del belga Heusghem, “reo” di aver cambiato la bici in corsa. Gay, non senza vena polemica, quando era direttore sportivo della Bottecchia, fu severo nei confronti dei corridori di allora (dopo il secondo conflitto), ricordando sulle colonne de La Stampa quando ci si portava la bici in camera. E rievocò anche un famoso precedente di Learco Guerra: «nei campionati del mondo a Copenaghen aveva ricevuto dalla Federazione il divieto di portare la bicicletta nella propria camera. Guerra - assieme al massaggiatore Cavanna, legò con le lenzuola la bicicletta e la fece salire dalla parte del balcone. Poi andò a dormire tranquillo e vinse il Campionato del mondo”.


Certi eccessi fustigatori, comunque, altro non fanno che testimoniare quanto la prassi dei raffronti (“ah, ai miei tempi” ) sia quasi un must imprescindibile. Se l’impresa alsaziana di Gay aprì una via, c’è tutta la serialità di successi torinesi nella Nizza – Briançon ad affascinare. Dopo l’acuto di Brunero nel 1924, quella tappa lega in modo ineguagliabile il suo nome a Bartolomeo Aymo da Virle Piemonte, in grado come sappiamo di suggestionare anche Heminghway in Addio alle Armi.

E non solo, basti leggere le cronache di Henri Desgrange in occasione della splendida doppietta (1925 e 1926) da parte di un corridore che pure era arrivato tardi al professionismo, nel 1919, dopo aver preso parte alla Prima Guerra Mondiale, al ritorno da un lustro trascorso in Argentina. “Se Aymo non avesse preso la pessima abitudine, da tre anni a questa parte, di perdere tempo prezioso all’inizio di ogni suo Tour. E se la sua condizione fosse stata migliore alla partenza, allora sarebbe lui a vestire la maglia gialla” scriveva Desgrange al termine di una tappa iniziata al sole della Costa Azzurra e finita nella bufera delle Alpi, con gli abitanti del Queyras a distribuire rudimentali impermeabili ai corridori, utilizzando tovaglie in tela cerata.

Spostandoci negli anni ’30, tra chi merita giusto tributo c’è Luigi Martano da Giaveno, nativo di Savona ma presto trasferitosi con la famiglia in Valsangone, separato per provenienza rispetto al più noto Camusso (tre tappe alla Grande Boucle per la prima maglia rosa) da appena 9 km, intervallati dalla Colletta di Cumiana. Una densità geografica di campioni che da sola inquadra un’epoca d’oro per il pedale subalpino. Sulla prima pagina de l’Auto, a commento della vittoria di tappa di Martano nella Grenoble-Gap, il “Directeur” Desgrange (si firmava redacteur en chef dieci anni prima ma se il leaderismo non lo concediamo a lui...) ne approfittò per una lunga premessa circa una corsa su 72 ore andata in scena nel 1898.

Cosa c'entrava con il Tour? I rivali di quella massacrante sfida ispirarono il fondatore della Grande Boucle: «dedicato a chi dice che Magne e Martano non di distanzieranno mai l’uno con l’altro. Lo sottolineo perché dopo appena otto tappe sarebbe alquanto inedito che i due “bulldogs”, per quanto feroci, restassero incollati”. Tra i frammenti di storia ripercorsa tramite le testate estere, occorre ovviamente spostarsi agli anni '50 per rendere onore ad Angelo Conterno, primo italiano vincitore della Vuelta, nel 1956. Eppure già nel 1934 Edoardo Molinar portò la provincia di Torino sul podio finale delle premiazioni, vestendo la maglia di miglior scalatore. E’ il l 14 maggio di 90 anni orsono quando la tappa numero 13 porta fortuna al ciclista originario di Rocca Canavese, schiacciato in qualche modo dai tanti grandi subalpini che gli anni ’30 hanno messo in evidenza. Al termine della Cáceres-Zamora di 275km, Molinar precede sul traguardo quel Gustaaf Deloor, belga, che avrà il privilegio di vestire la maglia di leader il giorno dopo a Madrid.

In quella stessa Vuelta inaugurale alle spalle del canavesano giunse Luigi Barral, anch’esso classe 1907 come Molinar, abbonato ai piazzamenti d’onore e per questo un po’ dimenticato. Ma il grimpeur di Meano, frazione di Perosa Argentina, fu secondo in due tappe della Vuelta, sfiorò la maglia a pois anche al Giro e salì due volte sul podio del Lombardia, senza vincerlo. In salita, al pari di Molinar che s’impose in una gara al Puy De Dome, era fortissimo, come ricordano i francesi grazie ai 4 acuti di “Barralino” sul Mont-Faron. Carneade, chi era costui? La citazione manzoniana è sempre un po' ingenerosa quando si parla di ciclismo...


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Giulia è bionda, ha gli occhi grigi, uno sguardo che si direbbe da sognatrice, almeno per quello che si ricava da antiche fotografie, alcune sfumate, altre sgranate, altre ancora appannate, tutte in bianco e nero. Giulia ama il salto in...


Sveglia all’orario deciso da qualcun altro. Co­la­zione a base di qualcosa decisa da qualcun altro. Allenamento con tempi e chilometraggi decisi da qualcun altro. Pranzo con menu deciso da qualcun altro. Massaggi e terapie stabiliti da qualcun altro. Tempo libero...


È il casco più aerodinamico di casa Van Rysel ed è il modello più sfruttato dalla formazione Decathlon CMA CMG,  team supportato anche con le bici e gli occhiali. Il casco RCR-F MIPS sfrutta una aerodinamica ottimizzata, forme aero per eccellenza testate da SWISS...


Nella due giorni festiva di Natale e Santo Stefano, abbiamo avuto il piacere non solo di trascorrere tempo di qualità coi nostri cari al riparo dalle incombenze e dai pensieri degli altri 364 giorni dell'anno, ma anche di gustarci lo...


Si chiude con un bilancio ampiamente positivo la stagione del team MBH Bank Ballan CSB Colpack, che dal punto di vista numerico registra 21 vittorie, 11 secondi posti e 14 terzi posti. Numeri che raccontano in modo chiaro la solidità...


Novità in vista per la stagione 2026 del Team Biesse Carrera Zambelli, che si candida nuovamente a un ruolo da protagonista nell'attività femminile delle due ruote. Nel nuovo anno, infatti, verrà allestita anche una formazione Elite-Under 23 femminile, che si...


L’inverno del ciclocross è denso di appuntamenti di prestigio anche in questi ultimi giorni dell’anno solare 2025, in vista dei Campionati Italiani di San Fior in Veneto e Brugherio in Lombardia nella prima decade di gennaio 2026. In questo contesto,...


Nella stagione 2026 i Campionati Italiani Esordienti e Allievi di ciclismo su strada, maschili e femminili, andranno in scena sulle strade dell'Alto Adige, a Laives. La Federciclismo nazionale ha ufficializzato infatti l’assegnazione dell’importante evento alla Libertas Laives del presidente Paolo...


Domani, nella prova di Coppa del Mondo di Dendermonde, in Belgio, torneranno in scena gli azzurri della categoria juniores, attesi protagonisti su un percorso che tradizionalmente esalta potenza e tecnica. Riflettori puntati sul campione europeo Grigolini, su Elisa Bianchi, su...


Quinta sinfonia di Van Der Poel nel teatro belga di Gavere. L'iridato vince anche la settima manche della Coppa del Mondo di Ciclocross elite conquistando la sua quinta affermazione consecutiva nella speciale Challenge mondiale della UCI. L'olandese della Alpecin Deceuninck...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024