POLITICA | 19/12/2015 | 09:02 Uno strappo grave, quello tra Aso e Uci. Uno strappo che punta dritto al cuore del WorldTour. La decisione di Aso di iscrivere come HC le sue corse per il 2017 toglie al calendario WT il 40% dei suoi giorni di corsa, per la precisione 61 su 148 totali al momento. Diciamo al momento perché nel massimo circuito mondiale potranno essere ammesse nuove corse
(la Riforma non ne stabilisce il numero, ma apre le porte agli
organizzatori di prove HC e di nuove corse, con un occhio di riguardo
per le richieste provenienti dai Paesi emergenti) ma che senso avrebbe un WT senza il Tour ma anche senza Roubaix, Liegi, Freccia, Vuelta, Parigi-Nizza e Delfinato? Ovviamente nessuno.
La mossa di Aso mette in crisi, oltre all’Uci, anche il sistema delle squadre perché toglie ai 18 team di WorldTour la certezza di partecipare alle corse appena nominate, rendendo incerti per alcuni loro sponsor gli investimenti che parevano certi.
Di fatto, se il Tour de France alla fine fosse davvero Hors Categorie, per regolamento potrebbe avere al via solo il 70% di formazioni WorldTour sul numero totale, vale a dire 15 su 22. E le tre escluse? Ma gli organizzatori del Tour da anni si sono schierati a favore di un numero più contenuto di team al via, potrebbero decidere di invitarne solo 20 e a questo punto il numero dei team WorldTour si ridurrebbe a 13. E calerebbe ancora se il numero scendesse a 18...
Non solo, Aso avrebbe tra le mani la più ampia discrezionalità di scelta su chi invitare e chi no e questo è il punto potenzialmente più pericoloso per le squadre:
Aso inviterebbe tutte le più forti? le più trasparenti nella lotta al
doping? oppure quelle più vicine alla sua linea di pensiero? oppure
farebbe calare ulteriormente il numero dei World team invitati?
Sono domande alle quali, ovviamente, in questo momento è impossibile rispondere
ma è evidente che il recente seminario WorldTour di Barcellona non è
riuscito a sanare una frattura che era già stata annunciata a giugno,
dopo la prima approvazione della Riforma da parte del CCP.
Aso chiede a gran voce che venga adottato un sistema aperto che tenga conto del criterio sportivo, l’Uci ribatte con un sistema chiuso per i primi tre anni, dopo i quali si intravede molto fumosa la possibilità di avere due possibili promozioni e retrocessioni, ma di fatto le squadre di WorldTour chiedono di avere garanzie sui loro investimenti, quelle Professional rischiano di trovarsi di fronte a costi esorbitanti impossibili da sostenere, mentre per le squadre nuove di spazio sembra essercene davvero pochissimo.
Ma il vero polo della discordia sembra essere ancora una volta quello dei diritti televisivi, proprio come accadde nel 2004 alla vigilia dlela nascita del ProTour,
quando gli organizzatori dei tre grandi giri si chiamarono fuori e
tutte le loro corse confluirono in un “calendario speciale”
appositamente creato. Le squadre, o almeno molte di loro (leggi Velon), chiedono di poter partecipare alla spartizione dei diritti televisivi, il colosso Aso evidentemente non ci sta.
La mossa di Aso, con grande tempismo, chiama l’Uci allo scoperto: il 15 gennaio scade il termine per la presentazione delle richieste di ammissione al WorldTour per le gare 2017.
L’Uci non può permettersi un WT senza le corse di Aso: o convince i
francesi a fare retromarcia entro tale data - soluzione che appare
francamente improbabile - oppure sposta la data limite per avere più
spazio per le trattative.
In uno scenario ancora da scoprire in tutti i suoi punti, siamo davvero sicuri che la Riforma - ancora piena di dubbi da risolvere nella sua ultima stesura, a cominciare dal calendario (!) - possa diventare realtà nel 2017? Paolo Broggi
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