Una serata piena di ricordi e di emozioni quella andata in scena ieri al Noir Club & Restaurant di Lissone con cui Giacomo Nizzolo ha voluto chiudere la sua avventura da atleta professionista. L’ultima gara è stata quella sulle strade di casa, la Coppa Bernocchi dello scorso 6 ottobre, ma il capitolo finale della carriera si è chiuso in mezzo a tutti coloro che lo hanno sempre sostenuto.
Amici, compagni di squadra, rivali, tifosi ,parenti, in molti sono accorsi per celebrare la carriera dei “Mastino Brianzolo” che nei suoi 15 anni da professionista ha raggiunto i vertici del ciclismo mondiale. La serata, condotta da Alessandro Brambilla, è stata l’occasione per ripercorrere l’avventura di Nizzolo nel ciclismo dalle categorie giovanili fino alla vittoria del campionato europeo. «E’ una serata molto emozionante e sono contento di condividerla con tutti coloro che hanno fatto parte di questo percorso. Nei giorni scorsi siamo andati a ritrovare tutte le mie vecchie maglie e ammetto che sono subito venuti a galla dei bellissimi ricordi, è stata un’emozione speciale. Mi fa strano pensare a quando ho debuttato tra i professionisti con la Leopard, al primo ritiro della squadra tutti pensavano ad obiettivi importanti, c’era gente come Fabian Cancellara che aveva vinto praticamente tutto e poi c’ero io che semplicemente sognavo di raggiungere il primo successo in carriera. E’ stato un debutto bello e fortunato perché sono riuscito non solo a vincere ma a trovare la mia dimensione » ha spiegato Giacomo Nizzolo che si è poi soffermato sui suoi successi più belli tra cui spicca il titolo continentale del 2020. «Sicuramente il campionato europeo è al primo posto nel mio cuore, ma sono particolarmente legato alla seconda maglia tricolore del 2020. Dopo un 2016 super, ho iniziato ad avere problemi al ginocchio, non sono riuscito a dare continuità ad un'ottima stagione e sono stati anni molto difficili. Con il secondo titolo italiano ho finalmente interrotto un lungo digiuno ed è stato veramente speciale, una vera e propria liberazione. Pochi giorni dopo c’erano i campionati europei e lì spinto dall’entusiasmo sono riuscito a correre senza pressione e portarmi a casa una vittoria bellissima – prosegue Giacomo- nel mio podio speciale metto anche la tappa di Verona al Giro- un successo inseguito e nel quale non ci speravo nemmeno più »
Dalla Bottoli fino alle vittorie in maglia Q36.5 Nizzolo e tutto il suo fanclub hanno tirato fuori dal baule dei ricordi tutte le maglie indossate negli anni tra cui spiccano quelle della nazionale, di campione italiano e di campione continentale. Sul piccolo palco posizionato al centro del locale ad uno ad uno sono saliti i direttori sportivi delle categorie giovanili, gli ex compagni di squadra e i compagni di allenamento che hanno condiviso con i presenti dei ricordi speciali di giacomo. Tra i vari c’erano Matteo Pelucchi, prima rivale e poi grande amico, Marco Tizza, Nicolò Parisini per due anni al suo fianco in Q36.5, Julien Vermote, Attilio Viviani, Christian delle Stelle e Dario Cataldo che ha rivolto al Brianzolo un augurio speciale. «Non siamo mai stati compagni di squadra, anzi spesso ci siamo corsi conto seppur con ruoli diversi – ha spiegato Cataldo ora direttore sportivo del team xds Astana- ho avuto però la fortuna di conoscere Giacomo sul lato personale; spesso ci siamo allenati insieme e in lui si è percepito sempre il lato dl campione già solo nel modo in cui approcciava le corse e si relazionava con le persone. Gli auguro tutto il meglio e spero trovi la sua nuova strada»
Tra i presenti c’era anche il campione italiano Filippo Conca che ha sempre visto in Giacomo un modello da seguire e un amico che lo ha sostenuto soprattutto nei momenti più difficili. «Ho sempre ammirato Giacomo, è stato un grande campione e per me uno speciale punto di riferimento che con il tempo si è trasformato in amico vero – ha spiegato il campione italiano – nei miei momenti più bui quando mi sono ritrovato senza contratto e sul punto di smettere è stato uno dei pochi a credere in me, a supportarmi, a spingere a non mollare. Non è stato solo un grande corridore, ma per me un amico vero dentro e fuori la corsa e non mi stancherò mai di ringraziarlo.»
Ad animare la serata non è mancato l’apporto del Giacomo Nizzolo fanclub che per l’ultima volta si è unito intorno al suo campione. Alla guida dello scatenato gruppo c’erano gli immancabili zii Paolo e Pierangelo, tra i fondatori del gruppo e sempre in prima fila a sostegno del nipote. «Giacomo ha sempre amato il ciclismo e il suo destino era praticamente scritto – ci ha raccontato Paolo durante la serata – quando facevo il direttore sportivo aveva sempre tante domande per me e un giorno, ancora nelle categorie giovanili, mi ha visto in ammiraglia e mi ha pregato di fare un giro con lui, per vivere l’emozione della corsa, voleva conoscere cosa c’era dall’altra parte. E’ stato in quel momento che ho capito che sarebbe diventato un grande corridore.»
Dopo ben 15 stagioni da atleta professionista Giacomo Nizzolo ha salutato così tutti con il sorriso sulle labbra, tra emozioni indelebili e amici speciali che ha conosciuto grazie e a questo sport. Ancora non sa cosa farà “da grande” eppure siamo sicuri che sarà difficile vederlo lontano alla bici.
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