L'ABC di COSTA. Quella marea di folla festante e felice

GIRO D'ITALIA | 23/05/2015 | 18:02
di Angelo Costa

C come casa.
Nel senso di domicilio abituale: è l’obiettivo di molti corridori prima che il Giro si concluda. A casa si torna per necessità: qualche volta, senza tutte le ossa integre. O per scelta: si anticipa il rientro per non consumarsi troppo, in vista di futuri impegni. Di solito succede alla vigilia delle montagne: Boonen, Greipel e l’ex maglia rosa Matthews fanno le valigie prima che la crono prende il via. E’ solo l’inizio della diaspora: nei prossimi giorni c’è da aspettarsi di veder evaporare prima di una tappa Gilbert e Kruijswijk, magari Chavanel. E chissà che non anticipi i tempi anche Porte, visto il fallimento in classifica. Per tutti, c’è da pensare al Tour, questo Tour che spinge le grandi firme a snobbare il Giro oppure a venire in Italia per allenarsi: un meraviglioso modo di far la gamba, senza esporsi troppo. Cosa che evidentemente non deve aver capito Contador: lui fino a Milano ci arriverà, quasi sicuramente in maglia rosa. Poi penserà al Tour. Non è campione per caso.
 
M come Martini. Nel senso di Alfredo, l’eterno ct che ci ha lasciato quasi un anno fa. Viene ricordato domenica mattina sulla Rosina, colle sopra Marostica, con una lapide davanti alla chiesina del ciclista, accanto al ristorante del suo amico Lunardon, cuoco di tante Nazionali: Alfredo non amava busti e statue. Viene ricordato dalle figlie Milvia e Silvia, da ex corridori e amici: una parte dei tanti che gli hanno voluto e continuano a volergli bene. Ma uno come Alfredo viene ricordato tutti i giorni, al Giro e non solo: chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, lo porterà con sè per sempre.
 
P come passione. Nel senso di amore per il ciclismo: al Giro, la dimostrazione è quotidiana. Ci sono tappe che diventano in fretta bagni di folla: alle partenze e agli arrivi, ma anche lungo le strade. Come a Imola e Vicenza: sarà anche vero che per vedere i ciclisti non si paga, ma anche chi resta per ore ad aspettarli sotto il diluvio è impagabile. Stesso discorso nella maxicrono, spalmata per 60 chilometri fra i vigneti del Prosecco: nonostante una pioggia incessante, a spingere Aru, Contador e gli altri protagonisti, si sono presentati a migliaia. Con qualche griglia in meno, visto il clima, ma la stessa voglia di esserci: tutti si sono stretti intorno alla carovana come se fosse una giornata di primavera, incitando gli atleti e offrendo un bicchier di vino a chi era al seguito. Una festa clamorosa quanto inattesa: chi se lo sarebbe aspettato di vedere tanti veneti in strada con tutta quest’acqua?
 
S come segnaletica.
Nel senso di Ppo, Punto di passaggio obbligatorio. Confidenzialmente, pi-pi-o: come spieghiamo da giorni, è la zona dalla quale bisogna tassativamente passare per raggiungere partenze e arrivi. A sentire gli organizzatori, trovarlo è facile: basta leggere le indicazioni sulla guida della corsa. Seguire le indicazioni di chi riesce a incrociarlo è ancora meglio.
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