GATTI & MISFATTI. GIRO BELLO E POVERO, MA QUELLA CRONO...
GIRO D'ITALIA | 18/05/2015 | 16:29 di Cristiano Gatti -
Guardandolo con calma, nel giorno di quiete, senza le frenesie di corsa, questo Giro 2015 appare ormai nitidamente per quello che è: bello, povero. È povero perché davvero le squadre del World Tour l’hanno offensivamente snobbato, mandando in gruppo formazioni di gente pigra, demotivata, svaccata. Se non irrimediabilmente scarsa. Ma guardiamola, questa lista dei corridori: da mani nei capelli. Se si tolgono Astana, Tinkoff, Sky e Lampre, per trovare altre squadre presentabili serve Emergency. Sono le Juve dei Pepe e dei De Ceglie, senza offesa per nessuno.
Sia chiaro: non è cattiveria mia, sono le scelte loro. Ma il Giro non merita un simile trattamento, proprio no. E se è inevitabile che in nessuna grande gara siano presenti tutti assieme i migliori, per mille motivi, mi sembra che comunque esista una bella via di mezzo. Qui invece hanno mandato i fondi di magazzino, tanto per fare atto di presenza, tutti più o meno controvoglia. E i risultati si vedono: basta accendere la tv in un momento qualsiasi della giornata e l’immagine è sempre la stessa, quasi un fermo immagine. Se non è Astana è Tinkoff, se non è Tinkoff è Astana (ovviamente in questo discorso non rientrano minimamente le piccole squadre invitate, che da parte loro danno quotidianamente lezione di impegno e di serietà). Quanto alla Sky, sta fuori dallo schermo per scelta furbesca, almeno fino alla crono di Valdobbiadene: è comunque la Sky B.
Per chi comunque fosse tentato di darmi del disfattista e dello zuccone, rimanderei a un rapido confronto tra il parco-sprinter qui al Giro e quello che ci sarà al Tour. Così, tanto per chiarie.
Quanta amarezza, caro Giro. Quanta vergogna in questi superteam che parlano di alzare i diritti televisivi, di mondializzare il calendario, di mettere mano alla torta dell’organizzazione, e poi sanno soltanto concentrare l’attività aziendale in tre settimane all’anno, sul territorio francese. Vogliono essere grandi negli incassi, non sanno essere grandi nel loro lavoro. Capaci tutti di fare lo squadrone per il Tour e poi destinare alle altre corse i vecchi arnesi in disarmo e i ragazzini con i denti da latte. Non servono grandi tecnici e raffinati strateghi, per così poco. Da parte mia, continuo a credere nell’unica riforma possibile: obbligo per i primi trenta della classifica Uci di correre due grandi giri all’anno, mai gli stessi. E’ un’idea come un’altra, opinabile e discutibile: ma sono certo che a qualcosa servirebbe. A migliorare il Giro, certissimamente.
Detto della sua povertà, lascio per ultimo il complimento per la bellezza che comunque questo Giro sta mostrando. E’ bello perché i tre favoriti sono già da subito ai primi tre posti della classifica. E’ bello perché ogni giorno i tre se le suonano di santa ragione, persino nel giochetto velenoso degli abbuoni. Ed è bello perché comunque ci ha già spadellato una grande portata di gioventù, a partire da Formolo. Da non sottovalutare nemmeno la restituzione all’Italia delle corse in linea di quel talento indiscusso che si chiama Diego Ulissi.
Putroppo, anche questa bellezza ha il suo neo: la crono di Valdobbiadene. Lo sto dicendo sin dal giorno della presentazione di ottobre: 60 chilometri sono un’esagerazione mostruosa. E anche gratuita. E anche inutile. Rischiano di essere troppo decisivi, troppo determinanti, troppo definitivi. Ripropongo a Vegni la domanda di allora: davvero non ne bastavano 40? Allora Vegni mi rispose così: vedrai, non è una cronometro per specialisti, faranno bene anche gli scalatori. Da allora stiamo aspettando di capire chi ha ragione. Mica per noi: per il Giro. Mi seccherebbe molto che uno a caso, il Furbetto del Prosecchino Porte, si mettesse in tasca il Giro lavorando un giorno solo, rimettendosi poi subito comodamente a ruota fino a Milano. Fosse così, il Giro povero smetterebbe pure di essere bello. In questo caso, però, per colpa sua.
La solita zuppa che scrivi tutti gli anni.... come i servizi dei TG quando arriva il caldo d'estate. Dicevi le stesse cose al Giro di Nibali '13 e poi l'anno successivo ha dominato al Tour vincendo con 9 minuti di distacco. Dicevi le stese cose del giro 2014 vinto da Quintana e quest'anno lui si presenterà come uno dei favoriti Tour.
Mi fermo qui,ma potrei continuare anche per altre tipologie di corridori, velocisti compresi (nacer bouhanni lo scorso ano...). Greipel e Viviani, sono comunque fra i migliori velocisti al mondo e il tedesco la sua bella tappa al Tour la vinta anche lo scorso anno. Per non parlare di atleti come VAN DEN BROECK Jurgen che vengono al Giro pensando di fare classifica come al Tour e prendono sonore legnate!!
18 maggio 2015 17:38Tarango
Caro Gatti, non scriviamo la fine del Giro prima ancora di averlo visto correre. Nella tappa dell'Aprica, se fatta come si deve, c'è terreno per dare minuti e minuti. Vegni ha inserito la crono di 60 km sperando che ingolosisse Froome. Gli hanno dato Porte, ovvero il Froome di serie B, ma non è colpa sua se corre come 'deve'. Chiamarlo 'Furbetto' non è giusto. Soprattutto preventivamente. Detto che poi la tenuta di Porte sulle tre settimane è tutta da dimostrare. In un grande giro non è mai andato oltre il settimo posto. Ed era il 2010. Come direbbe Bugno, vedremo...
il rischio c'è...
18 maggio 2015 18:32kalpana
Caro Cristiano,
effettivamente il rischio che il "Furbetto del Prosecchino" faccia l'en plein
crono e maglia esiste ed è concreto.
Se così fosse,non ti nascondo che la cosa mi peserebbe alquanto sui santissimi zebedei però mene farei una ragione.
Del resto, come certamente ricordi, nei primi anni '90 un certo Miguel Indurain
ha impostato la sua strategia al Giro e al Tour alla stessa maniera: tranvata leggendaria agli avversari nella crono e poi gestione calibrata dell'abissale vantaggio in montagna.
E non lo ha fatto per un solo anno e le crono erano(soprattutto al Tour) anche di 70/75 km la prima e una sessantina la seconda.
Però Miguelon sapeva comunque farsi apprezzare e amare e non ha mai mostrato atteggiamenti e modi da star dormendo da solo sul motorhome e facendo trasferimenti in elicottero.
Anche per questo sono convinto che in montagna lo faranno crollare,con o senza crono da Furbetto.
Au revoir...
Marco Mazzucchelli
Busto A.(Va)
il Gatti
18 maggio 2015 18:49pagnonce
Non parli mai della media oraria di questo giro.Questo anche i cronisti Rai ,non ho sentito una volta parlare di mezzi meccanici.Le biciclette questo cavallo di battaglia dove tutti cii possono salire e sognare ,per una semplice pedalata o per una gara secondo l,età .Guardiamo quanta fatica fanno dai primi agli ultimi,e non pensiamo alla crono che verrà .
obbligare non servirebbe a nulla
19 maggio 2015 00:47pickett
I big verrebbero al Giro ad allenarsi,come Ullrich,Delgado,e tanti altri.(Non Lemond,sempre tirato in ballo a sproposito,che un paio di Giri seri li ha corsi.)L'unica soluzione sarebbe correre Giro e Vuelta ogni 2 anni ,ad anni alternati,ovviamente a Settembre,dopo il Tour.Ma gli organizzatori della Vuelta non hanno nessun bisogno di questo accorgimento,visto che la loro corsa presenta sempre un ottimo cast,quindi non accetteranno mai.
invece
19 maggio 2015 09:09fedaia66
io penso che sia un percorso equilibrato.
un vincitore di gt deve essere completo, non andare solo in salita ma difendersi su utti i terreni.
Nel giro 2013 c'era una crono di 55 km, c'era Wiggins, eppure vinse Nibali perche' l'inglese lamento' dei limiti per il maltempo e mal digeri' l'imprevedibilita' di certe dinamiche di corsa proprie del Giro, anche rispetto al tour ed alla vuelta.
La crono costringera' invece ad attaccare chi a crono parte, sulla carta almeno, battuto.Cosa che sta gia' avvenendo anche su gp di terza categoria.
Non riesci a staccare Porte? Bravo lui,non ci sono altri discorsi da fare.
solio articolo
19 maggio 2015 16:21true
Questi articoli si che son noiosi.
non so nemmeno perche' leggo tuttobici. Sempre la solita storia.
Tra l'altro, nemmeno vicina alla realta'. Per esempio, Orica ha portato uno squadrone (per i suoi mezzi). Gerrans, Matthews e un sacco di cronomen forti per vincere la cronosquadre.
Gatti, ma che giro guarda?
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