I VOTI DI STAGI. L'UCI AIUTI I VELOCISTI E I LEADER
GIRO D'ITALIA | 14/05/2015 | 20:37 di Pier Augusto Stagi
UCI. 5. È il caso che riveda il proprio regolamento. Ai 3 chilometri, in caso di caduta o foratura, gli uomini di classifica sono protetti e tutelati. Anche se arrivano staccati, hanno il tempo del vincitore. Basterebbe per non vedere più in tappe come quella di oggi i corridori di classifica che puntano a fare le volate. Bisogna lasciarli con il tempo del vincitore anche in caso di buco, di spazio di luce con il gruppo dei velocisti. Questo sarebbe un provvedimento in favore della sicurezza, sia degli uomini di classifica che dei velocisti.
André GREIPEL. 8. Vince come avrebbe voluto vincere domenica scorsa a Genova. Vittoria netta, senza se e senza ma.
Matteo PELUCCHI. 8. Perde, ma è bravo a lottare fino alla fine contro quel condensato di forza e potenza che è il tedesco.
Sacha MODOLO. 6. Prova a mettere il naso fuori, ma contro il campione di Germania, oggi, c’era davvero poco da fare.
Manuel BELLETTI. 5. Volata buona ma non buonissima. Ci proverà anche domani, magari entrando in una fuga. Lo so, la tattica di squadra era quella di una volata a due, ma se Manuel sta bene, è giusto che il Peta gli tiri la volata.
Elia VIVIANI. 5. Resta tutto solo, a prendere testate, spallate e sportellate da Boy Van Poppel. È già caduto un paio di volte, e nella testa certi episodi restano. Meglio un cinque da Stagi, che cinque punti di sutura dal professor Branca.
Matteo TOSATTO. 41. Li ha compiuti oggi, auguri.
Alfredo MARTINI. Oggi la tappa era dedicata a lui, a questo galantuomo che ha scritto gran parte della storia del ciclismo, prima da corridore poi da dirigente. Dagli anni della Guerra al boom economico, per arrivare fino all’era del carbonio e dell’informatica. Ambasciatore del ciclismo, per anni è stato il CT per antonomasia, poi Presidente onorario di una Federazione che era onorata di averlo come presidente. Un uomo saggio, soprattutto un “gran omo”, per dirla come avrebbe detto lui, con quella sua parlata “bellina bellina”. Non gli do il voto, perché sarebbe limitativo e limitante, come questo giudizio.
Giovanni TREDICI. 8. È il grande capo dello staff medico del Giro, da 31 anni. Anche ieri ha soccorso un ragazzino di 15 anni che, lungo la discesa dell’Abetone, è andato a schiantarsi in bici, battendo la testa contro una vettura che non doveva essere parcheggiata lì. Provvidenziale l’intervento dei medici rosa: «Un intervento di routine, come quello per Domenico Pozzovivo – mi racconta il professore -. Ma non fateci più grandi di quanto siamo. Per il momento tutto nella norma. Il ragazzino sta bene e Pozzovivo è a casa. Ne approfitto per dire attraverso il vostro sito, punto di riferimento del ciclismo italiano, di fare attenzione. Sia a chi va in bicicletta – sempre con il casco – sia chi segue a bordo strada la corsa rosa. Anche la manovra fatta da quel signore in occasione della caduta di Pozzovivo è meglio evitarla. Non è il caso di fare processi, ma è meglio stare attenti, si possono fare danni irreparabili. Solo in casi estremi, come accadde a me alla Sanremo del 1984, si possono fare manovre non consentite. In quell’occasione, Jan Raas, per stare dietro a Moser lungo la discesa della Cipressa, finì giù nel prato e lo recuperammo sopra un ulivo. Accertatomi che non sentiva dolore alla schiena, lo tirai giù in modo approssimativo, come potevo, ma quella era appunto una situazione estrema».
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