Caso Caon. Banca Intesa ha presentato denuncia

| 04/04/2006 | 00:00
Sparito con i soldi. Tanti soldi. Tutti risparmi di amici, parenti, piccoli imprenditori, conoscenti e semplici clienti con i quali aveva intrattenuto per anni un rapporto di conoscenza e di contatto. Ora di lui non si sa più nulla. Scomparso da circa tre mesi. É la storia di Roberto Caon, 62 anni, mestrino, residente in via Monte Bianco 21 a Favaro Veneto, già funzionario nell'agenzia di via Lazzari di Banca Intesa, conosciutissimo e apprezzato organizzatore di manifestazioni ciclistiche come la "Millemetri del Corso". E proprio nel ruolo di dipendente della banca, ma soprattutto quando era già andato in pensione, Caon ha illuso oltre una cinquantina di risparmiatori mestrini e della provincia, invitandoli ad investire, riscuotendo così parecchio denaro - forse tra i 15 e i 20 milioni di euro - in titoli bancari che poi si sono rivelati niente più che carta straccia. E proprio partendo dalla volontà di alcuni di questi risparmiatori truffati che è scoppiato il caso. É accaduto nei giorni scorsi quando una risparmiatrice si è presentata allo sportello di Banca Intesa con tutta l'intenzione di recuperare il suo investimento. Come un fulmine a ciel sereno, la risparmiatrice si è vista confessare che in banca non vi era depositato alcunché. Una vicenda inquietante, ma che ha visto scendere in campo fin da subito Banca Intesa. Così come confermato dall'Istituto di credito, Caon aveva terminato il proprio lavoro con la banca nel marzo del 2003 e fin dal maggio dell'anno successivo, quando l'istituto era venuto a conoscenza di alcuni reclami concernenti presunti investimenti allo sportello che poi, ad un controllo, erano risultati inesistenti, aveva deciso di presentare denuncia/querela per truffa e falso in scrittura privata. Banca Intesa fa sapere inoltre di aver presentato il procedimento penale alla Procura della Repubblica di Venezia sottolineando che tutto si trova ancora nella fase dell'indagine preliminare. Dal canto suo, l'istituto di credito rivela di aver avviato un accertamento sull'attività compiuta da Caon negli uffici dell'agenzia di via Lazzari con alcuni clienti. Ma i risparmiatori che si erano rivolti a Caon non sarebbero solamente clienti contattati nell'ambito delle attività istituzionali della banca, che risultano parecchi, ma il "bacino" di conoscenze di Caon aveva trovato sottoscrittori estranei a Banca Intesa, per lo più soci dell'associazione ciclistica Coppi Gazzera nella quale Caon svolgeva una funzione dirigenziale prima della sua espulsione e che avevano come riferimento anche altri istituti di credito. Ma i colpi di scena in questa vicenda non sono finiti. Secondo una prima ricostruzione dell'attività di Caon, l'ex bancario pare avesse mano libera, nonostante fosse stato in quiescenza, all'interno della stessa agenzia di via Lazzari. Parecchi truffati, infatti, hanno tranquillamente rivelato che l'uomo riceveva e disponeva, senza alcun problema degli uffici e delle stanze dell'agenzia di via Lazzari, nonostante fosse ufficialmente in pensione. Più di un sottoscrittore truffato ha rivelato di aver incontrato Caon negli uffici della banca. Nel frattempo è emerso che, forse consapevole di quanto stava accadendo, Caon avrebbe redatto anche un vero e proprio "memoriale" inviato alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza, nel quale ha indicato e precisato i termini dell'azione truffaldina messa in atto nel corso degli ultimi due, tre anni. Si tratterebbe di una forma di "testimonianza" nella quale il noto organizzatore di eventi ciclistici a Mestre, l'alto dirigente di società sportive e del Coni, spiegherebbe i motivi che lo avrebbero spinto a sottrarre i soldi ad amici, conoscenti e parenti. Per quel che riguarda la vicenda giudiziaria, fin da quando la storia è balzata agli onori della cronaca, si è verificato un vero e proprio "pellegrinaggio" nell'agenzia di via Lazzari di persone "agganciate" in passato proprio dal Caon e che hanno iniziato a reclamare i loro averi. Intanto, parecchi truffati hanno deciso di rivolgersi ad un legale, e così pare stia facendo anche i familiari truffati di Caon. L'avvocato Alessandro Vasta di Padova sta raccogliendo le istanze di una ventina di persone, mentre l'avvocata Daniela Ajese di Mestre sta assistendo quattro persone danneggiate dalla condotta di Caon. emissione, numero di serie, data di scadenza, timbri e vidimazioni varie apparentemente simili a quelli della banca nella quale lavorava. Tutti particolari che, messi in fila, l'uno accanto all'altro, hanno offerto l'occasione a Caon per truffare almeno una cinquantina di persone, ma non è escluso che altri risparmiatori truffati possano farsi vivi con i legali che hanno preso in mano questa vicenda. Ma non è tutto. Due anni fa l'imprenditore veneziano, sapendo che i certificati di credito, erano in scadenza, si rivolse nuovamente a Caon con l'intenzione di riscuotere i soldi investiti nonostante lo stesso funzionario continuasse a proporre nuove formule d'investimento. L'impresario, però, non cedette e chiese di poter riottenere i soldi. Con il trascorrere del tempo si è arrivati poi al 2006 quando l'imprenditore è tornato a rivolgersi alla banca Intesa battendo cassa. Ed è qui che i nodi sono venuti al pettine quando il piccolo imprenditore della provincia di Venezia si è recato in banca per ritirare i propri investimenti. Una volta giunto allo sportello e dopo aver consegnato le ricevute dei certificati stipulati con Caon, si è sentito quasi mancare quando gli è stato detto che in quell'agenzia non vi era alcun investimento a suo nome e tanto meno con le ricevute che aveva in mano. É bastato un estratto conto per verificare l'entità del proprio conto corrente e per capire che del denaro affidato a Caon non vi era più alcuna traccia. Ma i colpi di scena non erano finiti qui. Negli stessi giorni in cui, l'imprenditore si accorgeva di quanto era successo al suo denaro, l'uomo decideva di recarsi nell'abitazione di Caon a Favaro incontrandolo e invitandolo a spiegare che cosa stava succedendo.Fu allora che l'ex funzionario di banca allargò le braccia facendo presente, senza tanti complimenti, che tutto quanto era stato stipulato era assolutamente falso. Per l'imprenditore, l'incontro con l'ex bancario, si è trasformato solo in un'ennesima doccia fredda raccogliendo dalla sua stessa voce che il suo denaro era definitivamente sparito. NESSUN TRUFFATO HA PRESENTATO DENUNCIA Di tanti presunti truffati nessuno ha sporto querela. È sicuramente questo l'aspetto più singolare nell'inchiesta aperta dal sostituto procuratore Emma Rizziato a carico di Roberto Caon. L'unica denuncia contro l'ex funzionario di banca è stata presentata da Banca Intesa, l'istituto per il quale Caon ha prestato servizio per molti anni, con incarichi di vertice. Nessuna delle persone che gli ha affidato i risparmi, e che ora ha scoperto essersi volatilizzati in quanto non erano stati investiti come previsto, ha scelto la strada penale per far valere le proprie ragioni. Per il momento sono tutti in attesa di avviare eventuali iniziative in sede civile. Probabilmente sperano che sia la banca a risarcirli, per evitare che lo scandalo possa prendere una piega ancora più brutta. Ma per il momento si tratta di mere aspettative. Il pm Rizzato sta lavorando all'inchiesta dallo scorso giugno e si appresta a chiudere le indagini preliminari con il deposito degli atti, la procedura che normalmente precede una richiesta di rinvio a giudizio. Ma la mancanza di querele da parte delle presunte vittime, rischia di non agevolare la sua azione. La truffa aggravata è perseguibile d'ufficio, ma ben altro peso processuale avrebbero le denunce dei risparmiatori. Per convincere amici e parenti a consegnargli i propri risparmi, Caon avrebbe fatto leva sul prestigio acquisito in anni di attività all'interno di Banca Intesa, nonché sui riconoscimenti per l'attività sportiva, in particolare nel mondo del ciclismo. Le proposte di investimento venivano perfezionate su vecchi moduli della banca, non più in uso, e con timbri che avrebbero dovuto attestare che le operazioni erano state effettuate. Il tutto, però, secondo la procura, era fasullo. In una prima fase Caon si era affidato alla difesa dell'avvocato Domenico Carponi Schittar e aveva già preso accordi con la procura per un interrogatorio nel quale avrebbe dovuto chiarire i contorni della vicenda. Ma poi il rapporto con il legale è cessato e dell'ex funzionario di banca si è persa ogni traccia. Gianluca Amadori CHI E' ROBERTO CAON Roberto Caon per il suo modo di operare è stato un personaggio che ha dato una importante svolta e crescita al ciclismo, in modo particolare a Mestre. La sue prime apparizioni nel mondo delle due ruote risalgono al lontano 1983 e sono legate alle imprese per i record dell'ora realizzati da Francesco Moser. Caon, proprio per l'entusiasmo dei successi ottenuti dal corridore trentino nel gennaio del 1984, costituì a Mestre, in particolare nella zona di Carpenedo, insieme ad un gruppo di tifosi del ciclismo, il primo ed unico club esistente in Italia dedicato alla "famiglia Moser". Proprio per l'amicizia che per anni lo ha legato a Moser (le loro strade si divisero quando l'ex professionista di Palù di Giovo decise di candidarsi alla presidenza nazionale, senza riuscire a raggiungere l'obiettivo) realizzò insieme ad alcuni appassionati i Millemetri del Corso (inizialmente si chiamata il Chilometro del Corso), la competizione a cronometro individuale che si disputa a fine ottobre in Corso del Popolo a Mestre e realizzata con la collaborazione tecnica della Fausto Coppi Gazzera. Caon, che ha 62 anni e proviene da una famiglia che si è sempre impegnata nello sport e che sicuramente un nome tra gli appassionati di vari sport, è stato consigliere provinciale della Federciclismo di Venezia ed è stato anche fiduciario per la terraferma del Coni. Al secondo mandato dell'allora presidente della Federciclismo nazionale, Giancarlo Ceruti, Caon ricevette l'incarico di dirigere la Struttura Tecnica Nazionale, l'organismo Federale che si occupa, tra l'altro, di tutta l'attività. Grazie a lui la Provincia di Venezia ha potuto ospitare alcune delle manifestazioni più importanti inserite nel calendario internazionale come i Giri d'Italia per gli Under 26 (del 2002 e del 2003 con tappe a Mira, a Maerne, a Martellago e a Fiesso d'Artico) e per le Donne (2002). Il suo non comune impegno nello sport del pedale riuscì a portare la conclusione della popolare corsa rosa femminile a Venezia con la partenza da Mira, dopo la tappa d'arrivo a Salzano. La competizione, che riscosse un notevole successo, terminò con la gara a cronometro individuale il cui traguardo fu posto nella città lagunare e precisamente alla Punta della Dogana. Un evento importante e di grande impegno riproposto dopo la tappa a cronometro di quello professionisti del 21 maggio del 1978. Caon, insieme ai dirigenti delal sua società, è stato anche impegnato affinché le piccole società ciclistiche che si dedicavano all'attività giovanile chiudessero i battenti per mancanza di sponsor riuscendo a mantenerle in vita. La stessa corsa che si svolge il 25 aprile a Mestre (ex Trofeo Maguolo) fu ripresa dopo anni di stop del club della Gazzera proprio per non fare mancare alla città la sua "antica corsa principe". da «Il Gazzettino di Venezia» del 4 aprile 2006
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