GIRO D'ITALIA | 29/04/2013 | 10:38 Come affronta, da favorito, il Giro d'Italia del 2013, a dieci anni dal suo esordio nella corsa rosa ? «La ringrazio della domanda, perché, vede, questa del Giro per me è una grande esperienza personale da vincere. Dieci anni fa, mi ritirai, finii fuori tempo massimo in una tappa di montagna. E proprio da allora, da quella esperienza deludente, ho capito, con i sacrifici di vita, cambiando metodiche di allenamento ed acquisendo un diverso approccio alla strada, io che venivo dalla pista, di poter conquistare un giorno anche una grande corsa a tappe. Come il Tour 2012... E adesso, spero, il Giro. Sai, sarebbe come vincere quello che dieci anni fa era l'invincibile...»
E' un Giro duro, difficile, con tanta salita. Quali sono, secondo lei, i momenti chiave? «Certamente, per me che sono un cronoman di base, i punti determinanti, quelli cioè dove dovrò guadagnare tempo, sono la cronometro di Saltara, che è bella lunga, oltre 50 chilometri, e anche la cronoscalata di Polsa, dove credo si possa salire con un buon ritmo, senza scatti... Al di là, ovviamente, delle montagne, cominciando da Val Martello e dalle Tre Cime di Lavaredo, dove dovrò difendermi dagli scalatori...»
Quali avversari teme di più, fra Nibali, Hesjedal, Scarponi, Basso ? «Certamente Nibali, che conosco bene, per averlo avuto come avversario irriducibile al Tour, e per l' ultimo confronto al 'Trentino', dove ha vinto molto bene. In salita. Ma anche Hesjedal e Scarponi, più di Basso, vanno tenuti a vista».
Il Giro parte da Napoli, lo sa, dove era già passato nel 2009, in una frazione interlocutoria. E' mai più venuto a Napoli? «No, anche se mi avrebbe fatto piacere. Stavolta, il giorno prima della corsa almeno, spero di vedermela di più...».
Dopo Napoli, c' è una cronosquadre ad Ischia, che lei si è fatto spiegare bene dal suo fido battistrada Dario Cioni, che è venuto a provarla... «Sì, è una cronometro complicata, con mille saliscendi e pochi chilometri dove si possono mulinare i rapporti lunghi. Sarà un bel numero di agilità e scioltezza... E con qualche curva pericolosa, pure. Sa, io non penso a vincerla per forza, però la mia filosofia di corsa è quella di incassare secondi ovunque. Ed Ischia mi sembra un bel cominciare... Se poi viene la rosa, sarà ancora più bello».
Contento dellla sua Sky annunciata per il Giro? «Assolutamente. Con Henao, Uran e Siutsou, in salita sono ben assistito. E Cataldo, Knees e Pate, sono una garanzia sul passo. E Puccio e Zandio sono ragazzi affidabili, in crescita».
Al di là del Giro, quali sono i traguardi del 2013, per Wiggins ? «Già ho detto esplicitamente che miro all'accoppiata Giro-Tour, almeno sulla carta. E vorrei provare a disputare anche la Vuelta, senza ambizioni di classifica, solo per preparare il Mondiale a cronometro di Firenze...».
Le facciamo gli auguri per il suo compleanno, visto che oggi compie 33 anni, domandandole una curiosità.... Lo sa che solo un altro campione nella storia ha vinto, prima di lei, il Mondiale dell'inseguimento ed il Tour ? «No, lo ignoravo...».
Bene, solo Fausto Coppi, riuscì nell'impresa di laurearsi iridato nell' inseguimento, nel '47 e nel '49, prima di vincere il Tour... «Grazieee, non lo sapevo mica. Coppi era un mito, io solo un 'sir'...».
Si porterà la chitarra elettrica, lei che è un appassionato di musica, al Giro ? «No, alle corse si corre soltanto. Mi porto un po' di musica per la sera, in camera, questo sì. Paul Weller, innanzitutto. E poi il mio hit preferito, l' ultimo di Bastille. Non sarà un caso, per voi di Napoli, "Pompeii"...».
Gian Paolo PORRECA, da 'Il Mattino', 29 aprile 2013
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