IL COMMENTO. Contador e il potere di far crollare tutto

| 06/02/2012 | 21:14

Ci sono voluti 530 giorni prima di arrivare ad una sentenza che non placherà certamente le polemiche e lascerà aperta ogni valutazione del caso.


Contador angelo, Contador diavolo. Contador genio del male o vittima sacrificale di uno sport che sull’altare pone sempre i propri simboli più belli. Una cosa è certa, il ciclismo ancora una volta si è fatto del male, molto male. Alberto Contador, fuoriclasse del ciclismo mondiale, il signore dei Grandi Giri (tre Tour, ora ridotti a due, due Giri, ora ridotto a uno e una Vuelta), fermato per due anni per una positività carica di sospetti e dubbi infinitesimali, quanto i picogrammi di clenbuterolo rinvenuti nelle urine del fuoriclasse di Pinto, paga anche per colpe non sue: come troppo spesso sta accadendo nel ciclismo.


Il ciclismo ne esce male, e con esso il Governo della bicicletta (l’Uci) che ha accettato di far correre fino a ieri il fuoriclasse madrileno, senza sospenderlo preventivamente (come per esempio accaduto per Riccardo Riccò, ndr), facendolo vincere in lungo e in largo e ora, con un colpo di spugna su una lavagna, cancella tutto o quasi come se niente fosse. Il ciclismo è anche questo: per archiviare un risultato sportivo bisogna aspettare la prescrizione (otto anni per la giustizia sportiva): questo non è più tollerabile. Ha ragione Eddy Merckx che ha commentato la sentenza dal Qatar: «Qualcuno vuole far morire questo sport».

Alberto Contador è stato ritenuto colpevole. Per lui due anni di squalifica con annessa perdita delle vittorie più importanti, Tour 2010 (che passa a Andy Schleck) e Giro 2011 (che passa a Michele Scarponi). Il 28 enne fuoriclasse spagnolo è stato quindi sospeso fino al prossimo 5 agosto e non potrà quindi partecipare neppure al Tour 2012 (che comincia il 30 giugno, partenza da Liegi) e ai Giochi Olimpici di Londra. Ieri il suo ultimo giorno di competizione, prima dello stop, alla Challenge Maiorca (98°) prima di rientrare a Pinto, dove vive da sempre, alla periferia di Madrid.

Pizzicato il 21 luglio 2010, dopo il secondo giorno di riposo al Tour de France, Alberto Contador si dichiarò subito estraneo a qualsiasi accusa. Nel suo sangue furono trovati 50 picogrammi/ml di clenbuterolo (0,00000000005), il corridore si difese parlando di carne portata dai Paesi Baschi da un suo amico (negozio di Irun, ndr) e secondo lui contaminata.

L’Uci lo sospende il 24 agosto, ma solo il 30 settembre annuncia la positività. Il 26 gennaio 2011 la Disciplinare spagnola propone uno stop di un anno, ma il 15 febbraio la Federciclo nazionale decide per l’assoluzione. Il 24 marzo 2011 l’Uci fa ricorso al Tas, seguito una settimana dopo dalla Wada.

E’ stata una sfida legale estenuante, troppo lunga per essere considerata giustizia sportiva. Una battaglia legale senza precedenti nel mondo dello sport. Una schiera di avvocati e superperiti ingaggiati dal fuoriclasse spagnolo per cercare di smontare il teorema di colpevolezza sostenuto invece dal governo mondiale della bicicletta (Uci) e dall’agenziale mondiale dell’antidoping (Wada).

Ma il punto centrale della vicenda – racchiusa in quasi 4000 pagine di dossier - era stabilire se la positività al clenbuterolo fosse riconducibile all’assunzione di una bistecca di carne contaminata, come ha sempre sostenuto il corridore e la difesa, o come ha sempre sospettato l’Uci e la Wada, che tale positività fosse piuttosto legata alla reinfusione di sangue precedentemente trattato con clenbuterolo e preparato in un periodo di allenamento. Ad avvalorare questa tesi l’esame dei cosiddetti “plasticizer” (ftalati), residui plastici rilasciati nel sangue dalle sacche usate per i prelievi. In poche parole gli esperti del laboratorio di Colonia, dove fu verificata la positività del corridore, sostennero che quella polvere di plastica nel sangue altro non era che la prova provata che il corridore aveva fatto ricorso ad una reinfusione di sangue. Questo, però, nella sentenza del Tas non viene detto a chiare lettere. A chiare lettere però il corridore spagnolo viene ritenuto colpevole, e per questo sospeso fino al prossimo 5 agosto e privato di un Tour, di un Giro e di tutte le vittorie che ha ottenuto in questo anno e mezzo.

Una brutta storia, con un pessimo epilogo. Una brutta storia, scritta malamente anche da chi avrebbe il dovere di tutelare il nostro sport (l’Uci) e non mandarlo al macello (visto che si parla di carne). Poca chiarezza, molta approssimazione, qualche sospetto: come quello di punire Contador, corridore diretto da Bjarne Riis (vincitore del Tour ’96 e reo confesso, ndr) e quest’ulitmo oggi team manager del corridore spagnolo alla Saxo Bank, che da un anno è una delle teste pensanti impegnato a costruire e varare una nuova struttura professionistica assieme ad altri nove suoi colleghi di altrettante squadre di World Tour (la massima serie del ciclismo, ndr). L’obiettivo è chiaro: smarcarsi dall’Uci e creare un circuito alternativo, indipendente, capace di vendere il prodotto ciclismo senza chiedere permesso a nessuno: «Il ciclismo lo facciamo noi e noi dobbiamo essere i padroni di un circuito che può essere meglio gestito e meglio venduto», dicono all’unisono i dissidenti. Poco tempo fa il presidente dell’Uci, l’irlandese Pat Mc Quaid, aveva detto: «Ci sono manager che pensano di essere Bernie Ecclestone…». Con la sentenza del Tas di oggi, almeno uno dei manager è stato sonoramente battuto. Gli altri perlomeno avvertiti. Questa non è soltanto una lotta al doping fatta di carne e tracce di ftalati, ma di potere. Il potere anche di far crollare tutto.

Pier Augusto Stagi per www.linkiesta.it
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COMMENTI
Una sola cosa di bene dovrebbe succedere che il sistema crolla tutto.
6 febbraio 2012 23:59 Vincent
Corridore oggi contador ieri Pantani e tanti altri il potere di fare crollare tutto ma spero che veramente succede che tutto quello che gira intorno a questo sport il sistema crolla .
Solo voi potete fare cambiare queste regole absurdo che solo il ciclismo a accettato che non esistono nessuno altro sport dovette essere insieme dire non basta difendiamo il nostro mestiere .
Il movimento del ciclismo vero sarà con voi le dimissioni delle personne che rappresentano questo sport e piu che mai di attualità perche anno CIA in menta chi eliminare il prossimo per rovinare questo sport e fare disamorare la gente questo e chiaro.si non fatte niente non ce piu avenir in questo bellissimo sport scommodo per certe personne .

Concordo con Stagi. Ma aggiungo che....
7 febbraio 2012 07:34 renzobarde
Complimenti a Pier Augusto Stagi per il suo bel commento ala vicenda Contador. Credevo ( amzi, temevo) che per l'evoluzione scandalosa della vicenda la conclusione fosse una sorte di sanatoria o qualcosa del genere. La sqalifica ( modesta, invero, e sostanzialmente benevola, cè stata e quindi registriamo ciò come un fattore positivo. E però questo ciclismo deve darsi un "regolata" ovvero deve liberars dalla cappa che rischia di essere soffocante di chi, come Contador, ha schierato avvocati a sfare per inventarne di cotte e di crude. Il ciclismo non ha bisogno di schiere di legali : le sue regole devono essere chiare, nette e garantire probbedimenti celeri. La legge deve DVVERO essere eguale per tutti in questo sport che boccheggia, ma a questo risultato si può pervenire SOLO se si applicano le leggi sportive con serietà e pari trattamento per chiunque. Renzo Bardelli-Pistoia

Uno lo perdi...uno lo ritrovi!
7 febbraio 2012 10:29 piuomeno
Mentre il il Giudice Supremo del Ciclismo lascia per strada il Sig. Contador ritirandogli pure il trofeo di vittoria di Tour e Giro, il movimento ritrova il Sig. Enrico Rossi che, con la sorella Vania ed il cognato Riccardo darà al ciclismo ciò che la sentenza Contador ha tolto.
Meno male!!
Maurizio

ERRATA CORRIGE da Renzo Bardelli. COMPLIMENTI a STAGI
7 febbraio 2012 10:55 renzobarde
Correggo per gli errori di battitura della prima stesura. Complimenti a Pier Augusto Stagi per il suo bel commento alla squalifica di Contador. Credevo ( anzi, temevo) che per l'evoluzione scandalosa della vicenda la conclusione fosse una sorte di sanatoria o qualcosa del genere. La squalifica ( modesta, invero, e sostanzialmente benevola, c’è stata e quindi registriamo ciò come un fattore positivo. E però questo ciclismo deve darsi un "regolata" ovvero deve liberarsi dalla cappa che rischia di essere soffocante di chi, come Contador, ha schierato avvocati a sfare per inventarne di cotte e di crude. Il ciclismo non ha bisogno di schiere di legali : le sue regole devono essere chiare, nette e garantire provvedimenti celeri. La legge deve DVVERO essere eguale per tutti in questo sport che boccheggia, ma a questo risultato si può pervenire SOLO se si applicano le leggi sportive con serietà e pari trattamento per chiunque. Renzo Bardelli-Pistoia

Lotta al doping sacrosanta. Ma lotta contro il vero doping, non contro i picogrammi.
7 febbraio 2012 12:08 glennpeter
La domanda alla quale non ho ancora avuto risposta è la seguente ed è semplicissima: 50 picogrammi (sottolineo, picogrammi) di clembuterolo bastano ad alterare le prestazioni sportive??? Questo è il punto. La lotta contro il fenomeno doping è giusta e sacrosanta ed il ciclismo (e questo è evidenziato dai fatti) è in prima linea rispetto ad altri sport. Ma è giunto il momento di fare l'antidoping alla lista delle sostanze dopanti. Non è possibile che si rischi la carriera perchè qualcuno beva un caffè in più del solito oppure perchè si fa una spruzzata in più del solito di anti-asmatico. Come non è possibile rischiare la carriera perchè nel sangue vengono trovate quantità risibili di clembuterolo. Bisogna assolutamente snellire la lista delle sostanze dopanti, includendo le sostanze che REALMENTE alterano la prestazione e con percentuali di presenza nel sangue o nelle urine SIGNIFICATIVE. Ma a questo punto sorge un'altra domanda: l'UCI ha il peso politico necessario affinchè la WADA compia quest'operazione di snellimento??? Sinceramente, ne dubito.

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