INCIDENTI. Monier e le ripetute sulle scale

| 01/02/2012 | 09:18
Lo spirito dei ciclisti non conosce confini. Una nuova dimostrazione arriva dall'ospedale di Clermont Ferrand, dove da una decina di giorni è ricoverato Damien Monier, corridore della Cofidis vittima di un grave incidente in allenamento. Le fratture riportate al volto lo hanno costretto a subire due interventi chirurgici e gli impediscono di alimentarsi se non con una sonda. «Sono andato a trovarlo - racconta il suo manager Eric Boyer - e sono rimasto stupito. A parte il morale alto, mi ha impressionato quando mi ha detto "Mi sento bene, a parte il volto il mio corpo è ok e a stare qui mi annoio. Così vado sulle scale dell'ospedale e faccio delle ripetute salendo e scendendo in continuazione"».
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COMMENTI
Storie di ordinario sacrificio
1 febbraio 2012 10:25 Bartoli64
La storia di Monier non mi meraviglia più di tanto. Sono episodi che si sono già verificati in passato e che, purtroppo, si ripeteranno in futuro (dico purtroppo perché gli incidenti nel ciclismo sono all’ordine del giorno).

Lo spirito di adattamento dei ciclisti e la loro reazione alle avversità è davvero ammirevole, ma è determinato da fattori ben precisi che vanno anche al di là del sia pur forte carattere personale.

Il ciclista, infatti, sa che soli 15 gg. di inattività bastano per far scendere del 40-50% le proprie prestazioni atletiche, in altre parole quella che viene definita come “forma” e che non può essere conseguita se non a prezzo di grandi e ripetuti sacrifici fisici ed anche mentali.

Chi gioisce nel fare centinaia di km. con il freddo che ti taglia la gola, che ti punge i muscoli, che ti entra nelle ossa? Credo nessuno, come a nessuno va di affrontare un allenamento dal quale sa già che rientrerà completamente zuppo ed inzaccherato dalla pioggia che ha prenderà e dal fango della strada che le ruote gli tireranno addosso, oppure esausto e stordito dalla tramontana che ti flagellerà per tutta la mattina.

Questi, però, sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano gli i duri, freddi e lunghi inverni dei corridori.

Ogni ciclista sa bene che anche un semplice raffreddore è un “lusso” che non può permettersi, perché il ciclismo è una corsa continua dove chi si ferma (anche se non lo vuole, anche se è costretto) è perduto.

Quale corridore, allora, dopo aver raggiunto uno straccio di condizione a questo (salatissimo) prezzo è poi disposto a perderne anche solo una parte? Credo nemmeno uno, ed ecco perché l’ammirevole comportamento di Monier, in fondo, non mi sorprende.

Bartoli64

%
1 febbraio 2012 11:33 superpiter
forse devo solo smaltire un po' di roba....

superpiter
1 febbraio 2012 11:41 ciano90
eviti di fare certi commenti aberranti!

superpiter
1 febbraio 2012 13:08 claudino
...ke pagliaccio che seiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Superpiter
1 febbraio 2012 14:58 under23
Vergognati, la gente come te mi fa davvero schifo! Questo ragazzo ha un coraggio e una grinta fuori dal comune e va ammirato e non insultato con le tue idiote e infondate affermazioni

1 febbraio 2012 14:59 francos
e che noia Bartoli oh...

claudino
1 febbraio 2012 15:21 carlino
e' il primo commento sensato che fai da anni.... questa volta ti appoggio.

Cinque parole e tre punti
1 febbraio 2012 16:46 Bartoli64
Solo 5 parole e 3 punti? Dai francos sforzati! Possibile che non riesci a scrivere qualcosa di più?

Come dici? Che noia? Eh, non stento a crederti.

Di solito si scrive nella stessa egual misura in cui si legge (e si apprendono) le cose, ragion per cui se tanto mi dà tanto.....beh, lasciamo perdere!

Bartoli64

1 febbraio 2012 19:40 francos
Stai tranquillo bartolino.nessuno mette in dubbio la tua cultura, intelligenza e proprietà di linguaggio.scrivi bene,ma come tutti noi comuni mortali dalla tastiera grossolana,ti infervori non appena ti sti tocca.
fai 'na fiaba e una poesia in ogni commento tutto qui su...mi fai sorridere tutto qui !
Alla prossima puntata dell'epopea!

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