Per diverse ore, chissà fino a quando, si discute animatamente sulla Leopard del caro, carissimo, Weylandt: ha fatto bene a lasciare il Giro, ha fatto male a lasciare il Giro. Ce lo siamo chiesti tutti, qui, l’altra sera. Serata strana. I giornalisti avevano appena raccontato la macerazione emotiva dei compagni, che subito dopo il fatale incidente avevano deciso di abbandonare, ma che poi avevano raccolto l’accorato invito di papà Weylandt perché proseguissero nel nome di Wouter. Ammettiamolo: tutti quanti avevamo giustamente intinto il biscotto nel caffelatte dei buoni sentimenti. E via con gli articoli ammirati per il coraggio e la forza, la dignità e la generosità, di questa squadra pronta a risalire in sella per onorare l’amico morto. Poi, alle 22,30 della sera, tutto il castello si smonta: precipitose telefonate nelle redazioni, forza, bisogna cambiare tutto, questi tornano a casa e l’articolo non sta più in piedi. Hanno fatto bene, hanno fatto male? Solitamente non mi tiro indietro. Mi sembra sempre giusto esprimere una posizione chiara e netta. Ci si capisce meglio. Ma stavolta chiedo scusa a tutti. Questa posizione chiara e netta non riesco proprio a trovarla. Invidio chi ce l’ha. Diciamo che sono tentato di cadere sia dall’una sia dall’altra parte. Posso credere che la Leopard abbia fatto benissimo a lasciare il Giro, preferendo accompagnare la giovane vedova al funerale che si terrà in Belgio. Credo sia un bel gesto di umanità e di amicizia. Credo pure che per affrontare i rischi di una corsa come questa ci si debba quanto meno sentire sereni e con la mente sgombra: se solo salgono in bicicletta tremori, paure, fantasmi, è meglio non partire neppure. Credo però che anche proseguire, come aveva chiesto il papà Weylandt, si sarebbe rivelata una grande scelta. Continuare, magari senza nemmeno l’ossessione di chissà quale risultato, avrebbe permesso di portare in Giro per l’Italia il ricordo di un amico. Avrebbe tenuto acceso tra la gente il pensiero, perpetuando l’omaggio fino all’arrivo di Milano. Tutte e due le soluzioni hanno validi motivi a sostegno. Io non so dire, perché non ho titoli per dirlo, quale sia indubbiamente giusta. Mi pare però di poter superare il dilemma con una considerazione fondamentale: a vincere dev’essere la sincerità. In tanti, all’annuncio del ritiro, si sono subito chiesti se la Leopard si sarebbe comportata allo stesso modo durante il Tour, con Andy Schleck in corsa per la maglia gialla. Siamo quasi a livello di insinuazione malevola, ma non è per niente peregrina. Diciamolo, allora: se davvero la scelta è dettata da un calcolo mascherato, la scelta di lasciare il Giro è sbagliata. Va censurata. Ma se davvero è sincera, dettata soltanto dal dolore e dal lutto, allora è la scelta giusta. Anche chi non la condivide deve accettarla e rispettarla. Personalmente, preferisco pensare sia sincera. L’altra ipotesi mi mette troppa tristezza.
capisco il sentimento dei colleghi colpiti dal lutto, continuando potevano incrementare con il montepremi della sottoscrizione per la famiglia
LA SCELTA.
11 maggio 2011 20:42
LA DIFFERENZA TRA LEI CARO GATTI CHE STA' SU DUE STAFFE PER ONOR DI CRONACA ,IL TEAM A FATTO LA COSA GIUSTA.PUNTO.DA QUA SI RIPARTE.
Un buon articolo
11 maggio 2011 21:48
Finalmente un bell'articolo del Dr. Gatti, pieno di ottimi spunti di riflessione che mi sento di condividere.
Specialmente per ciò che è contenuto nell'ultimo paragrafo del resoconto cronistico.
Bartoli64
11 maggio 2011 21:53
Grazie Trame per la considerazione, in qualità di essere supremo è giusto che sia tu a stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato.Mi chino a cotanta saggezza.
Un augurio
11 maggio 2011 23:41
Voglio sperare che i corridori della Leopard che ieri sono tornati a casa,per tutta la durata del Giro non partecipino ad altre corse.Se viceversa torneranno a correre già da settimana prossima,come temo e ritengo probabile,meriterebbero un bel calcio nel sedere.Stesso discorso per Tyler Farrar;dovessimo vederlo fresco e bello alla partenza del Giro di California...
X SHAMAL
12 maggio 2011 00:09
NORMALMENTE NON RISPONDO MA E LA MIA OPINIONE PERSONALE ,PRIMA VENGONO GLI UOMINI E POI IL RESTO.
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