DENTRO IL GRUPPO. Basso e i cattivi pensieri di Santiago
| 20/07/2010 | 08:51 «Babbo, perché non ti aspettano?». Santiago è triste, perché ancora una volta papà ha dovuto stringere i denti per limitare i danni, per non saltare per aria, per continuare a pensare che domani è un altro giorno e forse qualcosa potrà cambiare. Sia ben chiaro, non è facile, ci credo poco anch’io, ma fin che c’è vita c’è speranza e fin quando la corsa non è finita si può sempre fare qualcosa. Guai a non pensare così. Guai a non pensarla in questo modo nella vita di tutti i giorni, quando ci si trova sui banchi di scuola o in ufficio. Lo si dice spesso: lo sport è maestro di vita. È proprio così. Lo sport aiuta nella vita soprattutto quando ingaggi questi duelli infiniti con la sconfitta. Quando, dopo una vittoria, ottenuta bene e a pieno merito come la mia al Giro, ti gira il vento e ti trovi a dover fare i conti con le difficoltà, con i ritardi, con gli avversari che diventano sempre più numerosi. Quando ti trovi ad inseguire e dentro di te sposti gli obiettivi e, nonostante la corsa sia persa, cerchi di non perdere le motivazioni per andare avanti, per fare il meglio che puoi in quel momento, per essere in pace con te stesso e la tua coscienza. «Babbo, perché non ti aspettano?». È dura spiegarlo a Santiago, che è ancora piccino, che è da poco salito con me e Domitilla sul podio di Verona e ora non solo non salirà sul podio, ma fatica a vedermi. «Ti inquadrano troppo poco, i francesi sono cattivi», mi dice. E io che cerco di fargli capire che è meglio così: «mi inquadrano poco perché mi vogliono bene», gli dico. «Non è bello indugiare con le telecamere su un corridore quando sei sfinito», cerco di convincerlo. È così, quando le gambe non girano, sembra che anche la giostra rallenti la sua corsa. Tutto si rallenta: i riflessi, i pensieri, l’energia attorno a te. Poi basta che Domitilla prenda in mano la situazione e mi dica: «Babbo, tu in Francia ci sei andato per dire al mondo che hai vinto il Giro d’Italia. Il più forte sei tu e chi vincerà il Tour». Non so se sia davvero così, ma mi piace pensarlo.
«Dentro il gruppo», rubrica di Ivan Basso da Il Giornale del 20 luglio
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