| 02/03/2005 | 00:00 Il Giro del Camerun nella bufera. Seri problemi logistici - come ha dichiarato Claude Deschaseaux, commissario internazionale Uci - potrebbero portare anche ad un annullamento della corsa, che aveva preso il via la scorsa domenica con il successo dell'italiano Davide Silvestri (nella foto). Alla base di tutti i problemi, un disordine indescrivibile con atleti e giornalisti che sono stati presi letteralmente in ostaggio dai gestori degli alberghi, che reclamavano il saldo delle loro spettanze. Solo l'intervento del nipote del presidente dell'organizzazione del Giro, che fortunatamente ha regolarizzato la situazione, ha permesso ai corridori di ripartire. La seconda tappa, che avrebbe dovuto partire da Kaèlè, ha subìto un ritardo di tre ore, con la popolazione del villaggio che ha atteso invano l'arrivo dei corridori. La frazione è stata invece dirottata a Mokoto con il trasferimento dell'intera carovana avvenuto nella nottata tra lunedì e martedì.
Una confusione generale, in parte dovuta anche a causa del mancato appoggio delle leghe provinciali. Nell'estremo nord del Camerun, infatti, è venuta a mancare la presenza del presidente di questa lega, Meyanga Akono che, all'epoca della prima edizione della gara a tappe africana, aveva gestito di persona la parte logistica di tutta la manifestazione. Così come il ministero del Turismo, rappresentato da Ebenezer Elimbi e Jean Pierre Mpombo, messi a disposizione dalla Federazione Ciclistica, ma semplicemente esclusi dalla gestione. A questo punto il Camerun come può pretendere di avere la migliore corsa ciclistica dell'Africa?
dan.vig.
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