Il calcio e il ciclismo sono due costanti nella vita di Remco Evenepoel, due strade parallele che non si incontrano mai ma che attraversano di continuo la mente e il cuore del campione belga. Sono proprio questi due sport ad aver fatto finire Evenepoel sulla copertina della rivista economica Forbes, facendolo rientrare nell’elenco dei 30 uomini più influenti in Belgio sotto i 30 anni.
Evenepoel è apparso in primo piano sulla copertina della nota rivista, che ha scelto il campione dello sport per il numero che chiude il 2025. All’interno di Forbes c’è un intero servizio fotografico, fatto in un luogo amato da Remco, il Lotto Park, lo stadio dell’Anderlecht e una doppia intervista a lui e a sua moglie Oumi, nella quale parlano del futuro, dei loro progetti e del loro vissuto insieme, senza affrontare argomenti legati alla sua stagione ciclistica e al passaggio di squadra dalla Soudal Quick Step alla Red bull Bora Hansgrohe.
Nella sua intervista Remco ha raccontato del suo malessere quando aveva lasciato il calcio e della convinzione che forse veramente avrebbe potuto diventare un campione del pallone. «Ho sempre sognato una carriera da calciatore – ha detto Evenepoel riguardo la sua scelta - E sogno spesso di tornare a giocare a calcio. Le prime volte che sono entrato nello stadio sono state dolorose. Mi dicevo che sarei potuto essere in campo anche io. Mi sentivo come se mi avessero portato via il futuro da calciatore. Ma dedicandomi al 200% al ciclismo, ho superato tutto. Ogni volta che torno in Belgio, ora vado allo stadio completamente rilassato».
Nella lunga intervista Evenepoel ha anche spiegato perché è passato al ciclismo. «A quindici anni mi sono infortunato all'anca. Dopodiché ho potuto giocare di nuovo, ma molti allenatori e osservatori ritenevano che non fossi allo stesso livello di prima dell'infortunio. Eppure, sono tornato capitano della squadra e ho persino giocato per la nazionale. Ma lentamente, il mio status è cambiato. Sono stato messo in panchina. È stato strano. Mi sono sentito trattato ingiustamente. E ho pensato che forse il calcio non faceva per me, dopotutto. Mi è sembrato un abuso di fiducia. Volevo fare qualcosa di completamente diverso: atletica, corsa di lunga distanza, triathlon oppure ciclismo».
Remco è stato un giocatore promettente che ha vestito la maglia della nazionale under15 e ha giocato a Catanzaro contro i nostri azzurri, segnando anche un gol. Il belga ha indossato la maglia di Anderlecht, PSV e KV Mechelen, ma poi è arrivato il momento dell’addio.
Anche Patrick Evenepoel, padre di Remco ha raccontato, nel corso degli anni, di quel doloroso addio al mondo del calcio e quell’atteggiamento un po’ spocchioso nasceva forse, da quel saluto al calcio, che per lui era la vita.
L’intervista dedica una parte alla sfera affettiva del giovane di Aalst, alla moglie Oumi, che era una sua vicina di casa e che conosce praticamente da sempre e al modo in cui sono cresciuti insieme fino al matrimonio. Non si parla del futuro nel ciclismo, perché quello dovrà essere raccontato da Remco solo attraverso le sue gare.