
Ha 26 anni, è nato a Londra e fin qui Red Walters non farebbe notizia. Oggi invece lo vedremo in corsa a Kigali sulla linea di partenza del mondiale con indosso i colori di Granada, lillipuziano stato caraibico che scopriamo con aiuto di Wikipedia trovarsi tra Trindidad Tobago e Barbados. Red sta postando sui social il racconto della sua esperienza di corridore unsupported, ora va di moda definire così chi partecipa alle gare senza assistenza alcuna. E se nei fatti stessimo parlando di uno degli “Isolati”, figura che riporta ad un'epoca lontana cent’anni nella storia del ciclismo?
Nel racconto consegnato dall’atleta ai suoi profili si parte dalle prime fasi dopo l’atterraggio a Kigali, fino a raggiungere l’hotel che nulla spartisce con le catene a cinque stelle delle principali squadre. Vabbè, quando c’è di mezzo la spending review delle proprie finanze ci sta abbassare le pretese in termini di qualità alberghiera, comunque mediamente alta in Ruanda. “Ha avuto un sapore speciale la giornata della crono, quando ho iniziato autonomamente a mettere nel motore 220 grammi di carboidrati. Nei giorni precedenti avevo partecipato alle riunioni tecniche ed ai controlli della bici. Quando sono uscito in allenamento sono bastati 4 km per capire che avevo sbagliato la scala rapporti! Un imprevisto non facile da superare”. E come è stata risolta l’emergenza? “Meno male che ho ricevuto in prestito un novo pacco pignoni”.
Facciamo un passo indietro all’inizio di settembre, quando è arrivata la Wild Card dell’Uci, senza però concretizzare la richiesta di finanziamento federale. Ed allora anche 3000 followers su instagram, sperando diventino 5000, sono un buon modo per contribuire alle spese della trasferta, garantite anche dall’aiuto di Van Rysel e 360 come sponsor: “Tutto aiuta” spiega il ragazzo, figlio di padre inglese e mamma originaria di Grenada, da cui deriva la nazionalità ottenuta nel 2021. “Ok, correre per questa piccola nazione mi ha aperto porte ma soprattutto sento una forte appartenenza”.
La crono di Walters, che abita sempre a Londra ed è pure vicecampione panamericano su strada, è stata più che lusinghiera, chiusa in 32esima posizione a 10’06” da Evenepoel. Conclude il corridore caraibico: “Per me è stato coinvolgente l’accompagnamento dei tamburi all’interno della Bk Arena. Tutto è andato bene, malgrado l’impatto con il fattore altitudine incida”. Al termine della gara, ha preso bici e zaino in spalla ha pedalato fino all’albergo dove lo attendevano moglie e figli. Da vero influencer al suo racconto non manca la citazione gastronomica, scherzosa ed azzeccata: “La mia vera tenda del glicogeno è stata la cena a base di stufato alle arachidi con contorno di riso”. Buona corsa e buon appetito anche per questa sera.
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