
In questo primo Mondiale in terra africana tutti guardano al Belgio e alla Slovenia, con Tadej Pogacar e Remco Evenepoel che saranno quasi certamente gli uomini da battere. Ma un Mondiale non si vince mai solo per forza fisica e il successo qualche volta arriva anche per furbizia. Uno tra i corridori più esperti, ma anche furbi, è Richard Carapaz, il campione olimpico di Tokyo 2020, che sa colpire al momento giusto e fare l’azione giusta quando nessuno se lo aspetta.
Con i pettorali 98, 99 e 100 ci sarà l’Ecuador e la Locomodora del Carchi sarà il capitano della piccola squadra sudamericana di cui fanno parte anche Martín López e Jonathan Caicedo. Saranno tre uomini e non avranno il vantaggio numerico delle formazioni europee, ma tutti sanno come le squadre sudamericane, quando corrono in un Mondiale, riescono a unirsi tra di loro e a fare alleanze e a formare un vero e proprio squadrone.
Martín López, nel World Tour corre, con la XDS Astana ed è convinto, che Carapaz, ha buone possibilità di vincere e che non bisogna mai sottovalutare un corridore come lui. «Richard Carapaz è come il Real Madrid allo stadio Bernabéu, non puoi darlo mai per morto». Con questa frase, López ha voluto spiegare il suo pensiero su Carapaz, convinto, che sia l’uomo che all’improvviso può sempre stupire.
I Campionati del Mondo di Kigali saranno difficili e hanno l'obiettivo di voler essere ricordati come una delle gare più dure di sempre. Il gruppo affronterà 267,5 chilometri di gara, ma la sfida più impegnativa sono i 5.400 metri di dislivello resi ancora più difficili dal clima tropicale. I sudamericani e in particolare ecuadoriani e colombiani, sono forse quelli più avvantaggiati, perché sono abituati a correre in quota e per questo, Carapaz può essere inserito nell’elenco dei favoriti. «La cosa più importante è che sappiamo che non ci sono punti particolarmente critici, come strettoie o punti pericolosi, ma sarà incredibilmente duro – Ha spiegato Martín López dopo aver visionato il percorso - Ci sono molti saliscendi con strade larghe e lunghe e molte pendenze. Sarà un Campionato del Mondo molto impegnativo, ma il percorso ci piace».
Le difficoltà sul percorso, saranno il Kigali Golf e il Kimihurura e poi, dopo i primi nove giri del circuito, il gruppo scalerà il Monte Kigali (5,9 chilometri al 6,9%) e il famoso Mur di Kigali (400 metri all'11%).
«La corsa potrebbe essere divisa in tre parti: nei primi chilometri ci sarà sicuramente una fuga di squadre minori, a cui non potremo partecipare perché non abbiamo corridori – continua Martín López -, poi arriverà la dura salita al Mur di Kigali, dove si formerà una selezione abbastanza definita, e dovremo rimanere vicini a Richard. E poi gli ultimi 100 chilometri, dove ci saranno i favoriti».
La rosa dell'Ecuador è composta da soli tre corridori, ma non è da escludere che sapranno giocarsi bene le loro carte. Per Martín López, non ci sono dubbio e Richard Carapaz se avrà una buona giornata, potrà lottare sicuramente per il podio. «Richard è come il Real Madrid allo stadio Santiago Bernabéu. Non si arrenderà finchè la corsa non sarà finita. Lui ci trasmette molta fiducia e questo è molto importante anche se siamo in tre».
Carapaz arriva a questo Campionato del Mondo dopo aver completato un blocco di cinque corse in Italia e aver concluso al terzo posto nella classifica generale del Tour de Luxembourg. A maggio aveva partecipato al Giro d’Italia, arrivando terzo nella classifica generale e con una vittoria di tappa.
L'ecuadoriano non ha potuto partecipare al Tour de France e neanche alla Vuelta di Spagna a causa di un'infezione gastrointestinale, ma è riuscito a riprendersi ed è arrivato in Ruanda in buona forma.
«Grazie all'impegno di Richard, stiamo bene in Ruanda. Siamo stati alloggiati in un posto abbastanza confortevole, con un massaggiatore, un meccanico e un cuoco e non ci manca nulla. Siamo fiduciosi e sappiamo che Richard saprà fare la sua corsa».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.