La sfortuna, si sa, nel ciclismo viaggia veloce. E quando decide di scegliere una vittima eccellente, lo fa con precisione chirurgica. Per l’edizione 2025 della celebre Catena Incatricchiata, il riconoscimento goliardico ideato da Riccardo Magrini e Massimo Botti, il verdetto è stato chiaro: il più sfortunato dell’anno è Filippo Ganna.
Un premio che non punta il dito, ma strappa un sorriso. Nato per raccontare – con affetto e ironia – gli imprevisti che cambiano il corso di una corsa, la Catena Incatricchiata è diventata negli anni un rito atteso, un modo leggero per ricordare che anche i campionissimi possono inciampare… o meglio, incatricchiarsi.
Due episodi che hanno segnato una stagione
La candidatura di Ganna si è consolidata già in primavera, nella Parigi–Roubaix 2025, quando il campione piemontese è stato vittima di una foratura proprio nel primo settore di pavé, quello simbolico di Troisvilles–Inchy. A circa 96 km dal traguardo, la ruota anteriore ha ceduto, costringendolo a fermarsi e a inseguire mentre la corsa si accendeva. Un episodio che ha tarpato le ali a una giornata in cui il suo nome era tra quelli più attesi.
Poche settimane più tardi, la sorte ha rincarato la dose. Alla prima tappa del Tour de France 2025, Ganna è stato coinvolto in una caduta improvvisa in gruppo: un impatto violento che lo ha costretto al ritiro immediato. Un colpo durissimo, che ha chiuso il Tour del campione ancor prima che potesse iniziare davvero.
La premiazione: una notte di gala ad Albenga
Il 2025 della Catena Incatricchiata si concluderà venerdì 28 novembre, nella cornice della discoteca Essaouira di Albenga, durante la serata di gala dell’ASD Ortovero. A rendere la cerimonia ancora più speciale sarà la presenza dell’intera squadra di telecronisti di Eurosport: Riccardo Magrini, ideatore del premio, insieme a Wladimir Belli e Luca Gregorio, pronti a raccontare – con il loro stile inconfondibile – un riconoscimento che unisce sport, simpatia e leggerezza.
Un premio che celebra non la sconfitta, ma la reazione
La Catena Incatricchiata non premia il fallimento: celebra la sfortuna, sì, ma anche il modo con cui gli atleti reagiscono agli imprevisti. È un premio goliardico, affettuoso, ironico, che vuole ricordare come, nello sport come nella vita, a volte si vince, a volte si perde… e a volte ci s’incatricchia: l’importante è come ci si rialza!
Per questo, per l’edizione 2025 la celebre tavolozza creata dal maestro Bruno Valdisserra va a un campione immenso che continua a essere un esempio di professionalità, determinazione e grandezza.
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