
In pochi (forse) se lo ricordano. Jovanotti for President è stato il primo album registrato in studio da Lorenzo Cherubini e pubblicato il 15 gennaio 1988 dalla FRI Records. Da allora il ragazzo di Cortona di strada ne ha fatta parecchia.
Oggi, non si può solo chiamare musicista, cantante, rapper, artista, né influencer. Jovanotti è molto di più. Se in Italia ci fosse un sistema diretto di elezione per la Presidenza della Repubblica, c’è da scommettere che il rapper toscano entrerebbe nella storia, tanto quanto fece l’ex attore Ronald Reagan nel varcare la Casa Bianca che Jova conosce bene, almeno dal di fuori.
Viveva a NY quando Obama venne eletto (novembre 2008) presidente degli Stati Uniti e giurò davanti ad un bagno di folla plaudente. Jova, che di quella folla faceva parte, esultò. Aveva preso un treno per Washington (4 ore di viaggio) per non mancare all’appuntamento con la storia. Mesi più tardi, davanti a 800 studenti del Liceo Marconi disse: «Non sono qui a fare propaganda politica, ma a fare propaganda all'idea che si possono cambiare le cose, che poi è il valore fondamentale della democrazia. Pensare che non sia possibile è una delle più grandi sconfitte della nostra società. Avete tutta la vita davanti e dovete credere che il futuro è nelle vostre mani, ciascuno di noi può cambiare il mondo».
In questa prospettiva si potrebbe leggere il viaggio intrapreso da Jovanotti da Cortona al Lago di Fusine dove domani (sabato 26 luglio), in pieno pomeriggio (e anche questa è una quasi novità), si terrà il suo concerto, riservato ai soli ciclisti.
Questa settimana abbiamo visto centinaia di persone di ogni età recarsi sul Monte Ventoso, simbolo della Provenza, per cogliere almeno un attimo del duello (vero) tra Pogi e Vingo. Una folla gioiosa, che non ha generato smog, mossa dal desiderio di esserci. Adesso immaginiamo quelle stesse persone che per Jova, la musica, e il richiamo di un lago bellissimo, si muovono in bicicletta per arrivare fin lassù e scrivere un pezzo di storia, non solo della musica, mossa dalla volontà collettiva di cambiare le cose. Nel viaggio stesso di Jova è insito questo messaggio. Un ritorno alla vita dopo il dolore causato dall’infortunio di due anni fa. Jova si è rimesso in moto, condividendo l’esperienza con settemila ciclisti. Il dado è tratto, come nuovo il trend che sta generando. Jovanotti for President, dunque. Almeno per un giorno.