
Christian Prudhomme è a capo del Tour de France da 18 anni e anche questa volta è soddisfatto del lavoro fatto. La Grande Boucle cerca sempre di legare la tradizione all’evoluzione e alla novità e anche per questa edizione i numeri sono positivi. La gente a bordo strada è stata sempre tantissima e negli ultimi anni è stato possibile apprezzare un incremento di pubblico nella fascia tra i 18 e i 30 anni, a dimostrazione che il ciclismo riesce ad arrivare anche ai giovanissimi.
«Mi è rimasto impresso il fervore, la tanta passione e la tanta gente. Anche quest’anno abbiamo visto tantissime persone sulle strade senza fare distinzione tra zone geografiche – Ha spiegato Prudhomme alla televisione francese – Lo abbiamo visto al Nord, in Normandia, in Bretagna, sul Massiccio Centrale, Pirenei e Alpi, ovunque fino al Ventoux. I numeri sono tutti a nostro favore e l’entusiasmo che ho visto lo porterò con me per l’intero anno».
Il Tour piace sempre di più. Quest’anno poi, la Francia ha avuto dei corridori forti, con Kevin Vauquelin che ha lottato per la classifica generale e Valentin Paret-Peintre, che è stato autore di una delle vittorie più belle di quest’anno e questo ha richiamato ancora più appassionati.
«Da un punto di vista sportivo, voglio ricordare anche che il dominio di Tadej Pogácar è stato molto forte, ma la determinazione di Vingegaard a continuare a lottare è stata fondamentale».
Anche la Francia è tornata a sorridere ed è stato possibile vedere sia i nuovi talenti, che corridori che hanno regalato vittorie importanti negli ultimi anni.
«La vittoria di Valentin Paret-Peintre sul Ventoux è stata fantastica. Ma voglio anche fare un enorme applauso a Kevin Vauquelin, che ha avuto due prime settimane assolutamente magnifiche. Abbiamo visto alcuni corridori francesi nelle fughe. Sappiamo che siamo in un periodo di transizione tra la generazione di Thibaut Pinot che ha smesso, Romain Bardet che so è ritirato, e Julien Alaphilippe che sta in un certo senso colmando il divario. Ma ci sono molti corridori nuovi e giovani che brilleranno domani, non ne ho dubbi, ma che sono già qui e che ci stanno regalando molte soddisfazioni ed emozioni».
La tappa regina è stata quella di giovedì con arrivo al Col de la Loze. Il numero uno del Tour, ha spiegato che il percorso della frazione numero 18 era stato studiato proprio per vedere se ci sarebbe stato un solo dominatore, o se altri avrebbero potuto ribaltare la corsa. «Quando abbiamo inserito per la prima volta il Col de la Loze nel percorso del Tour, ho detto che era la salita del XXI secolo perché ci sono incredibili cambi di pendenza. Questa volta, siamo saliti sul versante di Courchevel, mentre prima abbiamo usato il versante di Méribel, che è un po' più impegnativo. Ma i 5.500 metri di dislivello di tappa sono stati un grande momento, una grande battaglia in vetta dove il dominio di Pogacar è rimasto e non è stato possibile vedere un riequilibrio con Vingegaard».
Lo sloveno vincerà di nuovo il Tour, al termine di una sfida lunga 21 giorni e gli ascolti sono stati altissimi. Questo vuol dire che il ciclismo che stiamo vedendo negli ultimi anni, sta facendo aumentare l’interesse nelle fasce più giovani.
«Sono immagini di fervore, gli occhi dei ragazzi, di tanti giovani. Negli studi che conduciamo, vediamo che a bordo strada non ci sono mai stati così tanti giovani dai 15 ai 34 anni a guardare il Tour come quest'anno. Da quando conduciamo questo tipo di studio, cioè dal 2006, quindi quasi 20 anni, possiamo vedere il cambiamento. Di solito, un tempo i giovani mi chiedevano foto o autografi per i loro nonni o nonne; ora mi chiedono di fare selfie per loro stessi e questo ha un significato enorme».
Oggi a Vannes partirà il Tour de France Femmes avec Zwift, gara che sta crescendo in modo costante, dimostrando che anche il ciclismo femminile di alto livello, richiama pubblico e investimenti. «Certamente non dobbiamo dimenticare il Tour de France Femmes avec Zwift. È un evento molto selettivo che sicuramente fa crescere il ciclismo femminile, lo sport femminile, ma che è anche vantaggioso per il Tour de France in generale. Si tratta di attrarre altre persone, le donne partecipano molto, spesso seguono la competizione perché corrono anche loro in bici, ma non ci sono solo loro. Lo sviluppo dello sport è ovviamente molto importante, lo è anche lo sviluppo delle donne, ma soprattutto degli appassionati del Tour de France. Quello che mi è piaciuto di più fin dall'inizio del Tour de France femminile è che è il Tour de France, con tutto il suo pubblico e ci sono gli stessi sorrisi ed è la stessa situazione familiare e questo è bello. E sarebbe anche bello se a vincere quest’anno ci fosse un’atleta francese».
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