
Remco Evenepoel sabato si è ritirato: il belga ha messo i piedi a terra, è sceso dalla bici e ha deciso di fermarsi, con il supporto dell’intera Soudal-Quick Step che ha accolto senza problemi la sua decisione. Erano tre giorni consecutivi che il belga soffriva in corsa, non aveva dolori o virus, ma la sua prestazione non era quella che si aspettava e quindi, ha trovato inutile continuare a correre sapendo che non avrebbe ottenuto risultati.
A raccontare quello che potrebbe essere successo a Evenepoel c’è Patrick Lefevere, che nella Soudal-Quick Step è forse quello che conosce meglio il giovane campione.
«Sabato sera è andato a mangiare da McDonald's con i meccanici. Ha perfettamente ragione lui: Remco non ha avuto un inverno semplice. Il suo ritiro in quota dopo il Delfinato è stato pessimo. Ci voleva un miracolo, ma non è successo e ha fatto bene a fermarsi».
L’ex numero uno della Soudal-Quick Step ha ammesso di non aver parlato con Evenepoel e che lo ha solo visto passare sabato sera fuori l’albergo della squadra.
«All'improvviso, ho visto un gruppo di meccanici arrivare tutti insieme. A quanto pare, erano stati tutti al McDonald's con Remco. Almeno adesso sappiamo che può mangiare qualcosa».
Per Lefevere, il ritiro di Evenepoel non è stato una sorpresa. Lo aveva visto che in corsa non stava pedalando come avrebbe dovuto e sapeva dei problemi avuti nella preparazione al Tour. «L'avevo previsto da qualche giorno. Vedendolo sull’Hautacam e poi sul Peyragudes, si vedeva che non stava bene. Certo che era fisicamente e mentalmente a pezzi, ma penso che abbia combattuto coraggiosamente in questo Tour. Nella tappa verso l’Hautacam, tutti pensavano che avrebbe perso trenta minuti e invece lui ha davvero lottato».
Sabato si vedeva che era nervoso e lo ha fatto notare quando ha allontanato le telecamere che si volevano avvicinare per riprenderlo, mentre voleva parlare alla sua ammiraglia.
«Penso che Remco si sia comportato in modo molto rispettoso. Non ha detto una sola parola dura sui suoi compagni di squadra. Posso dire, che come lui stesso ha dichiarato, non ha avuto una base solida per le lunghe distanze. È semplicemente un dato di fatto. Con i corridori che sono stati inattivi per molto tempo, si vedono spesso alti e bassi».
Per Lefevere la caduta dello scorso dicembre ha compromesso la sua preparazione e il risultato è stata una stagione dove i risultati non sono mai stati costanti. «Lo abbiamo visto da inizio stagione, è stato molto forte fin dall'inizio al Brabante, ma poi ha avuto un momento di debolezza nella Liegi-Bastogne-Liegi. Il suo Delfinato è andato bene, ma dopo ha semplicemente fatto un ritiro in quota molto deludente».
Riguardo a quel pessimo ritiro fatto prima del Tour, Evenepoel aveva dichiarato di non essere riuscito a completare una sola sessione di allenamento vera e propria. «E’ stato altalenante anche al Tour. Nella prima metà è stato semplicemente bravo. Lo abbiamo visto come ha vinto la cronometro ed è ancora più un peccato ora che non sia riuscito a indossare la maglia gialla».
Lefevere non vuole dare soluzioni o spiegare cosa fare, ma pensa che un periodo di riposo possa essere la cosa migliore per Evenepoel, che può ancora ottenere risultati importanti nell’ultima parte della stagione. «Ora deve pensare a svuotare la testa, perché c'è tensione. È tipico dei campioni del calibro di Evenepoel. Pongono l'asticella molto in alto e credono sempre di superarla. Se non funziona, la delusione è proporzionale. Per quanto mi riguarda, la Vuelta non è un'opzione. Avrebbe dovuto raggiungere il grande obiettivo con le gare di un giorno, ma ci sono ancora i Campionati del Mondo di Kigali. Ci sono stato, ed è un percorso di cui Remco dovrebbe essere soddisfatto al cento per cento, perché è perfetto per lui».