
Superata ormai la metà del Giro possiamo dire che i ragazzi italiani non solo ci sono, ma si stanno mettendo bene in mostra. All’attacco in ogni tappa, praticamente sempre in top ten e in classifica generale Antonio Tiberi e Giulio Ciccone rispettivamente in terza e in settima posizione. Ieri nella dodicesima tappa della corsa rosa con arrivo a Viadana c’era anche il commissario tecnico Marco Villa che ha guardato attentamente il lavoro dei “suoi” ragazzi alla ricerca di spunti interessanti, ma anche di giovani talenti che poco alla volta stanno mettendo la testa fuori dal gruppo.
«In questo giro mi stanno piacendo molto i ragazzi italiani che in qualche modo sono sempre protagonisti. Purtroppo non abbiamo ancora vinto una tappa, ma ci siamo andati veramente vicino, per esempio a Matera con Edoardo Zambanini, vincere davanti a Mads Pedersen che ha dominato la prima parte del Giro sarebbe stato grandioso. A Siena mi è piaciuto tantissimo la condotta di gara di Ciccone, mentre Edoardo Affini come di suo solito ha fatto delle cronometro super, poi c’è Lorenzo Fortunato che attualmente è il leader della classifica dei gpme si sta facendo vedere. E’ un ottimo corridore, ma soprattutto un attaccante che non ha paura di osare, credo che sia proprio questo lo spirito che deve avere un corridore.»ha detto Marco Villa a tuttobiciweb facendo una vera e propria panoramica sugli azzurri in gara al Giro che si stanno distinguendo su ogni tipo di terreno.
A livello di classifica generale gli occhi sono tutti puntati su Tiberi giunto ormai al banco di prova definitivo, ma anche su un Giulio Ciccone che, a detta di Villa potrebbe osare anche un po’ di più. «Antonio Tiberi è un giovane talentuoso che sta facendo un ottimo Giro, soprattutto è affiancato da un grande uomo di esperienza come Damiano Caruso che tra l’altro ha una grande gamba. È fondamentale avere un punto di riferimento come lui, ma spesso non basta, sarà fondamentale affrontare la terza settimana con la forma giusta ma soprattutto gestirsi bene. – prosegue Villa – anche Giulio Ciccone è ben posizionato nella generale e a differenza di Tiberi, prima del Giro a Liegi ha dimostrato di avere una grande gamba, ora dovrebbe solo azzardare di più, rischiare ed attaccare, ma credo che con le grandi montagne arriverà il suo momento. Giulio è un ottimo uomo squadra, più volte l’abbiamo visto lavorare per Pedersen così come Jacopo Mosca, non va assolutamente dimenticato quello che fa ogni giorno. Il siparietto tra lui e il danese con conseguente taglio di capelli è la dimostrazione che tra loro due c’è un legame di amicizia e di assoluta fiducia.»
C’è poco da dire, gli italiani si stanno prendendo la loro fetta in un Giro che per il momento è più combattuto che mai. Le grandi montagne si stanno avvicinando e Tiberi, attualmente terzo a 1’09” da Isaac del Toro, è in rampa di lancio per lasciare il segno. Gli scenari che si possono aprire sono molteplici, ma quale sarà il vincitore secondo Marco Villa? «Ad inizio Giro ero partito con Primoz Roglic come favorito perché è un atleta di esperienza, ma soprattutto perché mi aveva colpito come aveva corso il Catalunya vincendo davanti ad Ayuso, bisogna però considerare che qui si parla di 3 settimane di gara. Dall’altra parte c’è la Uae che ha una corazzata incredibile, Juan Ayuso non è al suo primo grande Giro, sa come si vince e Isaac del Toro è una sorpresa solo in parte, sono entrambi due giovani talentuosi che nei prossimi giorni regaleranno un grande spettacolo».
Oggi si correrà la tredicesima tappa e intanto Marco Villa prosegue il suo lavoro di scouting, chiacchiera, chiede pareri, ma soprattutto osserva attentamente tutti gli azzurri senza tralasciare nessun particolare, dai nomi più noti, ai talenti emergenti. «Il consiglio che do ai ragazzi italiani per i prossimi giorni è quello di continuare a mettersi in mostra, io sono proprio qui per farmi stupire. Alcuni sono certamente atleti più conosciuti al grande pubblico, ma ci sono molti altri pronti a dire la loro, il Giro è un contesto importante dove non è sempre facile lasciare il segno, ma credo che i nostri giovani abbiano la forza per farlo.»