
Il bello di un Giro d'Italia è anche assistere alla temporanea ribalta di "eroi per un giorno" che balzano agli onori delle telecamere e delle cronache al pari dei nomi più blasonati e noti. Nella tappa di ieri, la quarta nonché la prima in Italia, sotto lu sule, lu mare e lu ientu per quasi tre ore il pubblico ha tifato per un ragazzo che, esattamente dallo start ufficiale di Alberobello fino a San Pancrazio Salentino (km 132,5) è stato il protagonista solitario della fuga di giornata, portando alti tra l'entusiasmo del pubblico a bordo strada i colori dell'Italia, incarnati dalla sua squadra, e quelli della sua patria, la Spagna.
Questo corridore della Polti VisitMalta, al secondo anno da professionista ma già alla seconda partecipazione al Giro, compirà 24 anni fra poco più di un mese e risponde al nome di Fran Muñoz. Non certo unico elemento iberico dell'organico del ProTeam di Basso e Contador, ma unico non italiano della formazione che sta disputando la corsa rosa, si tratta di un atleta-studente che alterna il nobile mestiere di gregario agli studi di Elettronica Industriale e Ingegneria dell’Automazione presso l'università TecnoCampus di Mataró, la città costiera catalana nella quale è cresciuto. La sua città natale è invece Oviedo, capoluogo delle Asturie, ma fu una vacanza estiva in Galizia che da bambino gli fece scoccare la scintilla della bicicletta.
Insomma, un giovane uomo forgiato dalle molteplici anime del suo Paese... e da Paco Gálvez, storico direttore sportivo della Unió Ciclista Vilanova (tra gli altri, ha "formato" Marc Soler) che rimarrà la figura più importante della sua crescita come ciclista. Vincitore della Coppa di Catalogna da Juniores, nel primo biennio da Under 23 (nella società tarragonese Compak MP Group) Muñoz mette in luce nel mondo dilettantistico spagnolo la sua tenace dedizione al lavoro e nel 2022 lo ingaggia la Eolo Kometa U23. Nella stagione d'esordio conquista la Coppa di Spagna Elite, in quella successiva sale sul podio nel campionato nazionale di categoria (vinto da Unai Aznar, oggi in Kern Pharma) e nel 2024 viene promosso in "prima squadra" come nell'annata precedente era accaduto a Piganzoli, Pietrobon, Tercero e Serrano.
Il resto è storia recentissima e attuale. Poche parole e tanta serietà, benvoluto da tutti non per stucchevole retorica ma per umana conseguenza, pur essendo un rookie viene chiamato a completare il roster per il Giro dell'allora Polti Kometa: tappa numero 4 da Acqui Terme ad Andora, per velocisti, lui va in fuga con Calmejane e De Bod e il loro sogno viene neutralizzato ai -5 dal traguardo. Un anno dopo, confermato per il Giro, prova a ripetere il copione: pure ieri è la quarta tappa, pure ieri è per velocisti, tuttavia stavolta, sulle strade pugliesi, nessuno lo segue e viene ripreso quando di chilometri ne mancano più di cinquanta. Ma è l'iniziativa che resta nel cuore di chi ama il ciclismo, quella di un corridore che nella normalità tira come un dannato a supporto dei compagni e quando la giornata è quella giusta può provare a prendersi la scena. Come al Giro del 2024 e del 2025; come nel Gran Piemonte, ultima sua gara della scorsa stagione, nella quale è stato l'ultimo fuggitivo a essere acciuffato perché voleva dedicare una prestazione leonina al suo mentore Gálvez, venuto a mancare due giorni prima; o come nella frazione più impegnativa del Tour of Hainan di questa stagione, quando si è piazzato 9° all'indomani di una caduta, ottenendo così la sua prima top-10 professionistica.
Queste le parole di Muñoz dopo la tappa di ieri: «Quando ho visto che nessuno mi ha seguito appena sono scattato al via, ho scrollato la testa perché col vento che c'era penso che un gruppetto abbastanza numeroso avrebbe potuto fare qualcosa. Comunque ci ho provato lo stesso, per onorare il Giro d’Italia e la nostra presenza qui, e sono contento inoltre di non aver riportato conseguenze nella caduta di Pedersen e Kragh Andersen a 22 km dall'arrivo che ha visto coinvolto anche me.»
La chiosa del suo direttore sportivo Stefano Zanatta: «Siamo partiti con l’idea che altre formazioni avrebbero voluto mettersi in evidenza e giocarsi magari qualche chance nel finale a Lecce, che si preannunciava piuttosto insidioso. Così non è stato, ma siamo soddisfatti del lavoro svolto da Fran e da tutti i ragazzi. Ciascuno ha lottato come ha potuto, questo è fondamentale e ora vedremo cosa migliorare...»
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