
Una storia centenaria ma anche contemporanea. Una storia di Giganti della Strada e di un Marziano che sta provando a riscrivere in buona grafia gran parte della storia del ciclismo. Ottavio e Tadej, Bottecchia e Pogacar, il muratore di San Martino di Colle Umberto e il ragazzino di Komenda uniti e divisi da una doppietta lontana eppure vicina.
Ottavio Bottecchia, eroe di Francia in maglia francese nelle edizioni del 1924 e 1925. Cento anni dopo è il turno di questo ragazzino contemporaneo che ci sta conducendo in un’altra dimensione, la sua, che profuma di gloria e di imprese che non hanno in ogni caso tempo.
A San Martino di Colle Umberto dove sorge il museo che narra la storia e il mistero di uno dei corridori più vincenti della storia del ciclismo italiano la presidente Tiziana Gottardi sogna dopo aver incontrato un anno fa Christian Prudhomme, direttore generale del Tour de France, di poter fare altrettanto con il campione del mondo nonché numero uno del ciclismo mondiale.
È un sogno, esattamente come quelli che hanno animato Ottavio Bottecchia e oggi nutrono Tadej Pogacar.
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