
Mentre in tante Classiche si è arrivati ad una parità di premi in denaro tra la gara maschile e quella femminile, tanta differenza esiste invece tra il Tour de France maschile e quello femminile. Si tratta di 500.000 euro per Pogacar, vincitore domenica scorsa e appena 50.000 euro per la prossima vincitrice del Tour femminile, ma secondo Marion Rousse, direttrice della corsa femminile, in questo momento non si può parlare di ingiustizie.
In una recente intervista Rousse ha voluto sottolineare come nel 2022 il ciclismo femminile abbia vissuto una vera svolta con il grande ritorno del Tour de France Femmes e che questo ritorno deve essere visto come un punto di partenza per poter migliorare di anno in anno. Marion Rousse, che non ha bisogno di presentazioni, è una ex ciclista professionista e campionessa francese, ha trascorso gli anni della scuola in Belgio e non ha mai avuto la possibilità di coltivare appieno la sua passione per questo sport. Di strada ne ha fatta tanta e ha lottato per il movimento femminile e oggi lavora duramente affinché le nuove generazioni possano vivere quel sogno che lei non ha potuto realizzare e quindi correre ai massimi livelli.
Il Tour de France Femmes avec Zwift si concluderà oggi a Châtel Les Portes du Soleil: la questione del montepremi, e soprattutto la sua differenza rispetto a quello maschile, è tornata di attualità in questi giorni e in effetti bisogna dire che il divario è significativo. Come abbiamo detto, la vincitrice della classifica generale riceverà 50.000 euro, una cifra estremamente lontana dai 500.000 euro per i vincitore della gara maschile, ma Marion Rousse è la prima a non essere troppo preoccupata per questa differenza, definendola ragionevole in questo momento.
«Bisogna rendersi conto che il ciclismo femminile fino a pochi anni fa era inesistente – ha spiegato Marion Rousse –, le competizioni femminili semplicemente non venivano trasmesse in televisione e le donne non percepivano uno stipendio».
La numero uno del Tour de France Femmes avec Zwift ha voluto fare un breve viaggio storico nel ciclismo femminile, dimostrando che se oggi il montepremi al Tour è diverso tra uomini e donne, bisogna guardare con successo al percorso che lo sport rosa ha fatto fino ad oggi.
«Non dobbiamo dimenticare che prima non c'era uno stipendio. Le donne correvano in bicicletta, ma dovevano andare a lavorare il pomeriggio per guadagnarsi uno stipendio e nessuno vedeva le nostre corse». Oggi di passi in avanti ne sono stati fatti molti e al Tour femminile la copertura mediatica è veramente grande, con oltre 190 emittenti televisive provenienti da tutto il mondo. «Abbiamo contribuito a portare sponsor e, indirettamente, un salario minimo alle cicliste professioniste. Questo è un notevole passo avanti nel ciclismo femminile. Ho pensato poi, che la cosa più importante fosse quella di poter vivere della propria passione piuttosto che contare su bonus che non contribuiscono minimamente al nostro stipendio».
Marion Rousse ha voluto riportare l’attenzione sul dibattito aperto nella differenza tra il montepremi maschile e quello femminile, che a suo avviso viene affrontato nel modo sbagliato. Infatti secondo la direttrice della corsa femminile, è un errore prendere in esame solo il montepremi finale, perché ci sono molti fattori che influiscono su quelle quote.
«Abbiamo fatto la differenza tra il Tour de France maschile, che dura tre settimane, e il Tour de France femminile, che ha solo nove giorni di gara. Ovviamente, dobbiamo fare un paragone simile tra le corse e in questo caso non lo è. Il Giro del Delfinato è una gara maschile di una settimana, più vicina al Tour Femminile. Se si confrontano i premi in denaro, il Tour de France femminile è più alto del premio in denaro della gara maschile con un numero di giorni di corsa simili».
Molti sperano di vedere il montepremi del Tour femminile aumentare rapidamente, ma Marion Rousse ha spiegato che le priorità in questo momento devono essere altre. «Non dobbiamo crescere troppo in fretta e, soprattutto, dobbiamo garantire la longevità della gara perché se l'evento dovesse concludersi l'anno prossimo sarebbe una catastrofe per il ciclismo femminile che si sta evolvendo. Un aumento dei premi ci sarà in modo graduale, ma prima abbiamo altre priorità come quella di consolidare questa corsa».