Festeggiamenti al top, nei giorni scorsi presso il ristorante Il Guercio sulla via per Camaiore, riservati a Edoardo Cipollini da parte dei suoi tifosi ed estimatori, in occasione del passaggio nella categoria Professional con il team MBH Bank Ballan CSB Colpack.
Nonostante un 2025 senza vittorie, soprattutto a causa della cattiva sorte, la dinastia dei Cipollini - nonno Vivaldo, papà Cesare e zio Mario - sarà ben rappresentata nel 2026 da questo giovane ambizioso ma realista. Debutto tra i G1 nei Giovanissimi, prima con il Pedale Lucchese e quindi con Cicli Carube, il palmarès dell'ultimo (per ora...) esponente della dinastia dei Cipollini annovera 21 vittorie tra gli Esordienti, inclusi due campionati toscani, 7 successi tra gli Allievi con un campionato toscano, 4 vittorie da Juniores con l'ennesimo campionato regionale e una vittoria nel 2024 nel campionato italiano cronosquadre. Le altre formazioni nelle quali ha militato sono Montecarlo, Fosco Bessi, Work Service e MBH Banck Ballan CSB Colpack.
Edoardo, il 2025 non è stato troppo propizio.
«In effetti non sono riuscito a vincere, tuttavia ho ottenuto dei piazzamenti di valore come il secondo posto nel Trofeo Città di Lucca e il terzo posto alla Firenze-Viareggio. Bisogna però considerare che, a causa di una caduta, ho riportato la sublussazione a una spalla, un handicap non da poco. Inoltre ho lavorato spesso per favorire i miei compagni di squadra perciò, in definitiva, credo di avere meritato il salto tra i professionisti».
Il passaggio al professionismo era ovviamente il tuo obiettivo principale ?
«Certamente, mio papà Cesare e mio zio Mario hanno sempre avuto fiducia nelle mie possibilità e finalmente il sogno si è avverato. A volte ripenso ai miei inizi nel ciclismo, a sei anni, quando feci con papà Cesare il giro delle Mura di Lucca su di una biciclettina davvero improbabile...».
E ora i tuoi tifosi ti hanno festeggiato degnamente con questa bella cena, davvero sovraffollata, al ristorante Il Guercio..
«Queste cose danno morale, mi ha fatto molto piacere incontrare i miei sostenitori e cercherò di non deluderli dal prossimo anno in poi. Correre il Giro d'Italia quest’anno è impossibile, ma non mi mancheranno le corse su cui puntare».
Fra i tuoi tifosi più “caldi” figura un “pasionario” di Massa Macinaia che è sempre stato il capopopolo numero uno della dinastia dei Cipollini...
«Sì, è il mitico “Scatena”, che ha sempre seguito da vicino e incitato noi Cipollini ciclisti: un vero personaggio del ciclismo lucchese!»
Ma tutta questa gente che tifa per te, non ti carica di troppe responsabilità?
«No, caso mai è il contrario! Fin dalle categorie giovanili ho toccato con mano la grande attenzione su di me, a causa del cognome che porto e che nel ciclismo significa tanto. Ovviamente ci sono dei pro e dei contro, ma i pro prevalgono anche grazie a mio zio Mario, che mi segue da sempre con entusiasmo ed al quale sono molto legato».
Mario è ormai una leggenda del ciclismo, ma pochi giorni fa ha subito un intervento all'ospedale, come sta?
«E' una roccia e io gli sono molto affezionato. Con la grinta e la volontà che possiede potrebbe ancora vincere delle gare».
Torniamo a te: quest'anno hai comunque già “assaggiato” il professionismo?
«Certo, al Giro d'Abruzzo e poi alla Coppa Sabatini dove mi sono davvero divertito: sono andato in fuga insieme a quel giovane fuoriclasse che è Isaac Del Toro, un vero fenomeno».
Ma che tipo di corridore è Edoardo Cipollini?
«Non mi spaventano le salite, sia lunghe che brevi e anche in volata mi difendo bene. Direi di essere abbastanza completo».
All'interno della dinastia dei Cipollini a chi ritieni di poter assomigliare?
«A mio papà Cesare, dato che come lui mi difendo bene anche sulle salite. Però credo o spero di avere preso qualcosa – magari il meglio! - da tutti i Cipollini ciclisti. I miei dati fisici, sono alto un metro e ottanta per 65 chili, dovrebbero consentirmi di trovarmi bene su svariati percorsi».
Il sogno o i sogni nel cassetto: a quali corse ti piacerebbe poter puntare?
«Ovviamente alla Milano-Sanremo, ma sono molto affascinato dalla Strade Bianche: un percorso unico, spettacolare al massimo e l'arrivo in piazza del Campo a Siena conferiscono a questa gara un fascino davvero particolare. Sarebbe favoloso per me essere protagonista in questa grande Classica».
Fuori dal ciclismo che interessi hai?
«Non mi pesa affatto studiare, ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane a Lucca poiché adoro le materie umanistiche; nel tempo libero mi piace fare trekking sulle Apuane e andare al mare, all'Isola d'Elba. Infine avrei un altro sogno; zaino in spalla e via a visitare il mondo, un desiderio che probabilmente potrò vedere realizzato anche da ciclista professionista».
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