
“La velocità è l’aristocrazia dei velodromi” scriveva il grande Rino Negri sulla Gazzetta dello Sport quando Antonio Maspes nella specialità vinceva titoli mondiali a ripetizione. Dopo anni di buio l’Italia torna ad alzare la testa e Mattia Predomo è una delle frecce nell’arco di Ivan Quaranta, ct azzurro della velocità su pista. Nel palmarès del pistard Predomo ci sono 2 Campionati del Mondo, 7 titoli d’Europa, 6 Campionati italiani. Nel 2024 e 2025 unitamente a Stefano Minuta e Daniele Napolitano si è laureato Campione d’Europa di velocità a squadre under 23 .
Recentemente Predomo si è classificato 2° nel torneo internazionale di velocità abbinato alla Sei Giorni di Pordenone. In finale l’altoatesino in maglia da Campione d’Italia ha perso due a zero col russo Nikita Kiriltsev. “Quando decido di partecipare ad una gara – dichiara Mattia, che il 13 agosto festeggerà il compleanno numero 21 – punto sempre alla vittoria. Kiriltsev è stato più forte. In questo periodo va fortissimo, bisogna riconoscerlo, per cui nessun rimpianto per il risultato di Pordenone”. In queste settimane Mattia si allena molto al velodromo di Montichiari attentamente seguito da Ivan Quaranta.
“Non sono ancora al 200% della forma – afferma l’altoatesino tesserato per Esercito Italiano e Team Campana Imballaggi Geo & Tex Trentino – , siamo in un periodo in cui sto cercando di migliorare molto e mi auguro che l’impegno venga ripagato più avanti, quando si tratterà di qualificarsi alle Olimpiadi di Los Angeles 2028”. In ogni caso, Kiriltsev a parte, Mattia a Pordenone ha battuto tutti in modo autorevole. “Penso di essere ad un buon 90% o anche 95% della forma”. Prossimamente Predomo parteciperà a gare internazionali di Classe 1 o 2 all’estero. “L’obiettivo è ben figurare al Mondiale di ottobre a Santiago del Cile”.
La legge dei numeri dice che Mattia nelle specialità veloci era molto quotato già l’anno scorso a livello internazionale. “Dal 2024 al 2025 – fa notare – penso di essere migliorato abbastanza ma non ancora quanto vorrei, c’è ancora molto lavoro che devo fare. Ci vorrà del tempo”.
Poi riavvolge il nastro della carriera. “Ho pedalato per la prima volta in pista da esordiente, nel 2017. Per alcune stagioni ho alternato strada e pista”. Mattia è dell’Alto Adige, dove le montagne abbondano. Si è mai immaginato scalatore ? “Ho avuto un brevissimo periodo da esordiente in cui si pensava che potessi fare bene su strada e in salita – ammette – poi con lo sviluppo e l’età ho capito su cosa improntare la mia carriera”.
La svolta è avvenuta nel 2021: “E’ l’anno in cui al Mondiale juniores mi sono piazzato terzo nella velocità e ho capito che era la strada giusta da intraprendere”. Alcuni pistard velocisti si ritagliano nel programma degli spazi per gareggiare su strada. L’hanno fatto anche i plurititolati. “Io non tornerei mai indietro, all’attività su strada, le sensazioni che mi dà la pista sono qualcosa di inspiegabile: adrenalina , velocità e il fuoco dentro. Sono sensazioni che la strada non mi ha mai dato”.
Nella bella crescita sportiva e umana di Mattia Predomo ha sicuramente dei grandi meriti Alessandro Coden, ex corridore, in seguito abile ds. Il tecnico altoatesino innamorato della pista è stato mentore di Predomo.
“Ovviamente Alessandro Coden è stato il primo ad indirizzarmi verso la velocità – puntualizza Mattia– piuttosto che sulla strada. Quindi è stato fondamentale nella mia carriera e continua ad esserlo. Ovviamente Ivan Quaranta da quando è entrato in Federazione e fa il ct di noi velocisti ci fa lavorare giorno per giorno. Cerchiamo di raggiungere insieme obiettivi importanti. Logicamente per il percorso che seguo devo anche fare un ringraziamento enorme al Centro Sportivo Olimpico dell’ Esercito che mi sostiene”.
Mattia ha un modello di velocista da imitare?
“Per l’attività che svolgo i modelli sono 2: Harrie Lavreysen e Matthew Richardson. Attualmente sono uno o due scalini sopra a tutti nel nostro ambiente”.
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