L'ORA DEL PASTO. QUELLA BICICLETTA ACCARTOCCIATA È IN OGNI CASO REBELLIN

APPROFONDIMENTI | 01/12/2022 | 12:44
di Marco Pastonesi

Quella bicicletta accartocciata, flagellata, martirizzata. E’ ciò che rimane di Davide Rebellin nei nostri occhi, nel nostro cuore, nella nostra memoria. Ridotto, trasformato, mutato in una bicicletta accartocciata, flagellata, martirizzata, esanime su un metro quadrato di asfalto. Senza requiem e senza coro, senza incenso e senza candele, senza un medico o un meccanico, senza un pronto soccorso o una ciclofficina, senza un dio che potesse regalare il miracolo.


Quella bicicletta è – e sarà - Rebellin. Lui era un uomo chiamato bicicletta. Cinquantuno anni vissuti a pedali e a pedalate, in allenamento e in corsa, salendo e scendendo di sella, stringendo e scalando i denti. Passione e amore, sovrapposizione e riproduzione, identificazione e incorporazione, fino alla metamorfosi. Sembrava eterno, Rebellin: gareggiava con i figli dei suoi primi avversari. E li batteva. Sembrava mistico, Rebellin: gareggiava sempre con se stesso, non contro se stesso. E si vinceva. Sembrava monastico, Rebellin: gareggiava con la propria forza di volontà, con il proprio codice di disciplina, con il proprio senso di appartenenza.


Mai conosciuto un corridore così umile: eppure aveva vinto tanto e di tanto prestigio. Mai conosciuto un corridore così rigoroso: nella preparazione (meglio un’ora in più che dieci minuti in meno), nell’alimentazione (fino a diventare vegetariano), dunque nella filosofia (il rispetto per la natura, animale vegetale minerale, senza differenze), nello spirito (di un cattolicesimo convinto, mai di facciata o abitudine o convenienza), nella sincerità (a chi gli chiedeva – me compreso – chi gliela facesse fare, sorridendo rispondeva: “Io”). Mai conosciuto un corridore così educato: ascoltava, rispondeva, si scusava perfino quando, a scusarsi, sarebbe toccato a tutti tranne che a lui.

Aveva il nome di un re e il cognome che sapeva di guerra, rivolta, rivoluzione. Invece era il simbolo della pace. Parlava sottovoce e guardava dritto negli occhi. Non so se il suo sorriso fosse malinconico o se la sua malinconia fosse sorridente. Era così anche prima che la giustizia sportiva (a volte ingiusta, spesso ritardataria, sempre confusa) gli cancellasse l’argento olimpico di Pechino. La riabilitazione (“Il fatto non sussiste”), più per questioni di forma che non di sostanza (Cera), non ha avuto lo stesso peso, la stessa visibilità, la stessa eco dell’accusa di doping. In me rimane l’ombra, forse il fantasma, di un doloroso mistero.

Venerdì 9 dicembre Rebellin sarebbe stato a Pontedecimo, invitato da quei valorosi amici che organizzano il Giro dell’Appennino, ospite d’onore alla festa per i 115 anni dell’Unione sportiva Pontedecimo, organizzata alla Società operaia e cattolica Nostra Signora della Guardia. Un’occasione speciale per stare con un angelo precipitato e riemerso dall’inferno, cui un camion ha accartocciato le ali.

 

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Bella
1 dicembre 2022 15:17 frakie
La miglior descrizione di Rebellin che si potesse fare. Commovente da far lacrimare anche un uomo vissuto come me. Spero che quella bici venga conservata ed esibita in quelle occasioni in cui servirà documentare la pericolosità delle strade. senza criminalizzare nessuno visto che non si conoscono le dinamiche della tragedia. Rinnovo l'abbraccio ai suoi cari. Gareggia e vinci in cielo Davide.

un pugno al cuore
1 dicembre 2022 15:31 vecchiobrocco
Un immagine che non si potrà cancellare dalla memoria facilmente.
Come guidatori, dobbiamo fare tutti una riflessione. Siamo al volante di un veicolo che può diventare un'arma mortale: distrazioni non sono ammesse. Chi si distrae con il telefono o simili è come circolare in una piazza affollata giocherellando con un fucile carico... prima o poi succede qualcosa di tragico

Tragedia Davide Rebellin
1 dicembre 2022 19:30 GioRiz66
Il dolore e lo sgomento per l'ennesima tragedia lascia impietriti. Non bisogna arrendersi di fronte alla totale mancanza di rispetto per gli utenti della strada deboli. Ben vengano le norme sulla distanza minima di sicurezza, ma se non cambierà totalmente la cultura e il senso civico di chi guida i veicoli a motore non caleranno mai le vittime della strada.
Va richiesta e pretesa la nascita severità e controllo delle forze dell'ordine, spesso non consapevoli di quanto i ciclisti rischiano incidenti mortali per l'aggressività di automobilisti scellerati e per kefir pietose condizioni delle nostre flagellato strade. Spero che la scomparsa tragica di Davide grandissimo campione sia la scossa per voltare pagina. Lo spero per il Suo sacrificio e per il dolore dei suoi cari e di tutti coloro che lo amavano e rispettavano. tavano

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il Giro d'Italia è alle porte, domani le squadre al via sfileranno per la presentazione ufficiale e venerdì si apriranno le danze con la grande partenza dall'Albania. In vista della corsa a tappe più dura del mondo nel paese più...


Ultimamente ha fatto perdere le sue tracce. Strategie da commissario di lungo corso o perché si avvicina un compleanno tondo? Buongiorno Marco Saligari, ci stavamo preoccupando. Il prossimo 18 maggio sfili sotto lo striscione dei 60 anni, meglio passare inosservati?«Bella...


In questi giorni è impegnata alla Vuelta Espana con le compagne della FDJ Suez al fianco della capitana Demi Vollerig, e nella formazione francese Vittoria Guazzini rimarrà ancora a lungo. La 24enne toscana, che nella tappa di ieri abbiamo visto...


Tra i favoriti per la classifica generale al Giro d’Italia c’è Juan Ayuso, lo spagnolo che sfiderà Primoz Roglic per la lotta alla maglia rosa. Ayuso ha solo 22 anni e quindi lo troveremo anche nella classifica di miglior giovane,...


Se n'è andata a soli 61 anni Olieve Doimo, figura di spicco del settore dell’arredamento italiano, dirigente del Gruppo Doimo di Moriago. Il mondo dell’industria del mobile perde una delle sue protagoniste più attive e apprezzate e a piangerla è...


Cinque giorni al Giro d'Italia 2025. In attesa di Roglic e Ayuso, Bernal e Carapaz,  Ciccone e Tiberi, Van Aert e Pidcock,  viviamo il conto alla rovescia nei racconti di antichi protagonisti. Oggi, -3 al pronti-via, tocca a Gigi Sgarbozza. Corridori...


Pinarello è orgogliosa di annunciare il suo ritorno come bicicletta ufficiale del Giro d’Italia. La 108ª edizione di questa prestigiosa corsa parte dalla città albanese di Durazzo venerdì 9 maggio e si concluderà a Roma domenica 1 giugno. La tappa 14...


Spettacolare doppietta per la Bft Burzoni VO2 Team Pink, mattatrice oggi nella gara veronese di Bovlone nella categoria Donne Juniores. Le "panterine" dirette da Vittorio Affaticati e Krizia Corradetti hanno graffiato con una splendida doppietta allo sprint, dove la trentina Agata Campana (classe 2008)...


Dal Tour of the Alps ci sono due talenti che si proiettano sul Giro d'Italia con ambizioni che non possono restare nascoste. Se la corsa dell'Euregio si è rivelata entusiasmante come non mai, molto del merito va ai due ra­gazzi...


La giornata azzurra allestita domenica 4 maggio dal Vigor-Cycling team a Revello (CN) è terminata con la prova Allievi. Una gara combattuta che si è risolta grazie ad un attacco di 7 atleti poco prima di metà...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024