GIRO D'ITALIA, UN MURO D'ENTUSIASMO TRA LE COLLINE COLORATE DI ROSA

GIRO D'ITALIA | 17/10/2020 | 17:40

Lentusiasmo corre tra le colline, sinsinua tra i vigneti colorati dallautunno e diventa uno spettacolo verticale: una curva e poi, improvvisamente, la strada sale. I corridori spingono sui pedali, alzano gli occhi verso la striscia dasfalto che sembra sovrastarli. La sfida al cronometro entra nel vivo: la magia del Muro di Ca del Poggio li avvolge, scorre sotto le loro bici.


La tappa numero 14 del 103° Giro dItalia, la cronometro da Conegliano a Valdobbiadene, è una fatica solitaria, ma che riceve energia dallabbraccio - più che mai metaforico, visti i tempi - della gente trevigiana:  34,1 chilometri di saliscendi. Una lunga volata sulle strade che collegano le due capitali del Prosecco Docg. Il Muro (1,1 km con pendenza media del 12,3% e punte del 19%) arriva a poco più di sei chilometri dallo start di Conegliano e diventa il primo spartiacque nella sfida contro il tempo.


Per la salita simbolo della terra del Prosecco è unemozione già vissuta, ma che al tempo stesso si colora di novità. E il quinto passaggio della Corsa Rosa sul Muro di Ca del Poggio, dopo gli applausi ricevuti nel 2009, 2013, 2014 e 2017. Il primo, però, da quando - nel 2019 - le colline di Conegliano e Valdobbiadene hanno ricevuto il riconoscimento Unesco di Patrimonio dellumanità. Il Giro diventa così la miglior sintesi di un territorio che, nella giornata più rosa dellanno, esprime lorgoglio di esserci, di mostrare al mondo la sua unicità. 

La Corsa Rosa arriva sul Muro alle 13.10. Il primo a transitare, il britannico Jonathan Dibben, è anche lultimo in classifica. Poi inizia la serie dei passaggi eccellenti. Ecco Davide Cimolai, che sorride e trova il tempo per battere il pugno con lamico Alberto Stocco, luomo che dal nulla ha creato il Muro di Ca del Poggio. 

Il pubblico, molto ordinato a bordo strada, si esalta per il tre volte iridato Peter Sagan. E ancora di più per Filippo Ganna che arriva sul Muro e sembra avere una marcia in più rispetto ai rivali. Potenza allo stato puro, come confermerà lordine darrivo a Valdobbiadene, con liridato a cronometro di Imola che conquista il terzo successo stagionale nella Corsa Rosa.

Il volume del tifo raggiunge punte altissime per il trevigiano Andrea Vendrame, che scatena il fan club appollaiato su un prato con striscioni e bandierine. E, dopo il passaggio di un poco brillante Vincenzo Nibali, non cala dintensità neppure quando arriva la maglia rosa, il portoghese Joao Almeida, che a Valdobbiadene si confermerà leader della corsa.  

La gente, lungo la salita, è calda ma composta. Non ci sono assembramenti: solo urla e applausi, foto e trombette. Le mascherine fermano il Covid, ma non lentusiasmo che accoglie i corridori sin dallattacco della salita. Lascesa, pedalata dopo pedalata, è un tripudio di bandiere, di botti, bici e casette colorate di rosa, di cartelli e scritte sullasfalto (da Vendramix a Top Ganna decolla), di gesti che raccontano una passione condivisa, ma - oggi - sufficientemente distanziata.

Luca Zaia passa, saluta senza scendere dallauto e fila via. Cè pure la prima apparizione dello splendido trofeo in cristallo che il maestro Marco Varisco ha realizzato per premiare, a Milano, il vincitore della maglia azzurra del Gran Premio della Montagna. E cè il grande tappo decorato dallartista Roberto Bertazzon. Una consuetudine che si rinnova, sul Muro, ad ogni passaggio del Giro e che questanno coniuga il ciclismo, le colline dellUnesco, lauspicio della liberazione dal Covid e una Venezia che rinasce dopo tempi difficili. Un muro demozioni e dentusiasmo in una giornata che resterà indimenticabile. Domani, per il Giro, arrivano le montagne.

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