L'ORA DEL PASTO. RESISTENZA CASALINGA? PERLE D'ARCHIVIO - 33

STORIA | 14/04/2020 | 07:52
di Marco Pastonesi

 


Volete sapere perché amo il ciclismo? Leggete e lo scoprirete. Storie così, solo qui.


La maledizione dei vecchi è quella di averne viste troppe, ricordarne molte, credere a poche e avere fede in qualcuna soltanto (anonimo).

“Pierino Favalli si ritirò all’ottava tappa del Giro d’Italia 1940 quando era in maglia rosa per colpa di un cazziatone – a suo parere – ingiusto” (Vito Ortelli).

“Nel 1976 Favalli fu invitato a festeggiare i cento anni della Milano-Torino, che aveva vinto tre volte consecutive, dal 1938 al 1940. Quando vide Bartali indossare la tuta azzurra della Rai, Favalli mi domandò: ‘Ma che fine ha fatto Bartali?, l’operaio?’” (Vito Ortelli).

“Quando gli fui presentato, Bartali mi disse: ‘Tu sei troppo bello e troppo ricco per diventare un campione’” (Dario Mantovani).

“Coppa Caldirola 1965, sponsorizzata Santagostino, la prima corsa internazionale di inizio stagione dei dilettanti, con belgi, francesi, italiani, tutti. Corro per la Nucleovision, maglia gialla e blu. Non sono ben preparato, perdipiù grasso. Così sto in gruppo tutto il giorno, spendo niente, all’ultimo chilometro sono lì, ai 400 esco, ma davanti mi trovo una macchina parcheggiata. Rapidissimamente penso: se freno, addio corsa; se non freno, addio me; aumentare, non ci riesco; non mi rimane che spostarmi dentro il gruppo. Di fianco c’è Zuccotti, che mi intima: sta’ lì. Allora faccio uno scattino, mi affianco a Vincenzo Mantovani, mi appoggio e lo spingo quanto basta, quella ventina di centimetri in modo da salvare la pelle e la volata. Partiamo. Primo Ferruccio Manza, a mezza ruota io, e a mezza ruota da me proprio Mantovani. Mi fermo tra moglie, direttore sportivo e amici. Con la coda dell’occhio vedo Mantovani che arrivando da me. So di averlo danneggiato. Ma io e ‘Cencio’ siamo amici, così, bluffando, gli dico: senti, so di averti stretto, dammi uno sberlone e la finiamo lì. Lui mi prende alla lettera e mi molla un cazzotto in faccia. Ma te se matt?, gli faccio. E lui: è una vita che avevo voglia di metterti le mani addosso” (Alberto Morellini).

“Giro del Piemonte 1966, dilettanti, maglia arancione e blu dell’Aurora Brollo. Tappa di Alessandria. Volata di gruppo. A 800 metri dall’arrivo sento la gomma afflosciarsi. Vedo un ragazzo con una bici, e ha la faccia del bravo ragazzo, non di un delinquente. Mi fermo, scendo, gli chiedo di fare cambio, a patto di restituirci le bici a fine corsa. Salgo, pedalo e arrivo al traguardo, dopo il gruppo, applauditissimo. Poi rivedo il ragazzo della bici, e ce le riscambiamo” (Alberto Morellini).

“Vinco i campionati italiani dilettanti nel 1968. Con la maglia tricolore vengo ingaggiato dalla Max Meyer e passo professionista. Ritiro in Riviera, a Laigueglia, direttore sportivo Gastone Nencini, che a proposito del Giro d’Italia, appuntamento e obiettivo più importanti della stagione, mi dice: tu per le tappe, Michelotto per la classifica. Dura una settimana, fino a quando arriva un telegramma federale: blocco olimpico per Città del Messico. Risultato: né Olimpiadi né professionismo” (Alberto Morellini).

“Passo professionista nel 1969 con la Eliolona. Ho 30 anni, ma è il mio primo Giro d’Italia, e comunque arrivo due volte quarto e una volta quinto. La cosa che più mi dà fastidio è che non ci sia mai stato nessuno a dirmi, per il 1970: un posticino te lo meriti e io un posticino te lo do. A dire la verità, uno c’è stato, Silvano Ciampi, ma poi la squadra non si è mai fatta” (Alberto Morellini).

“Riviera, Varazze, un mese a prepararmi con Pambianco, Van Looy e Sorgeloos. Una domenica Van Looy ci fa: avrei proprio voglia di vedere una partita di football. A Genova si gioca Sampdoria-Inter, decidiamo di andarci. Ma prima l’allenamento, però facciamo tardi, sull’Aurelia Pambianco pesta duro, due poliziotti motociclisti ci affiancano, ci superano e ci fermano. Patente, libretto, contravvenzione. Ma lei è Pambianco?, sì. Ma lui è Van Looy?, sì. E dovre state andando così di fretta?, a vedere la partita. Ah, allora seguiteci. E a sirene spiegate ci accompagnano allo stadio di Marassi” (Alberto Morellini).

“Il 1970 chiedo a Giorgio Zonca, industriale dei lampadari, mio amico e mio appassionato, di fare una squadra. Accetta. Comincio da corridore, gli spiego, poi prendo il tesserino e continuo da direttore sportivo. Accetta. Però intanto bisogna prendere un direttore sportivo con il tesserino, e gli faccio il nome di Ettore Milano. Ettore ci sta, ma chiede un piacere: andrebbe volentieri a una o più battute di caccia nella riserva degli Zonca. Risultato: Milano si trova così bene che rimane lì alla Zonca per 10 anni, e a me tocca andare a lavorare” (Alberto Morellini).

“Il primo nome che faccio a Zonca è quello di Meo Venturelli. Va forte come una moto, ma è matto come un cavallo. Capace di spedire la bici a Torino e poi prendere il treno per Reggio Calabria” (Alberto Morellini).

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Morellini
14 aprile 2020 13:20 Anbronte
Su quel campionato italiano ci sarebbe molto da dire, se ricordo bene

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La seconda settimana della Vuelta di Spagna si è conclusa con la vittoria di Mads Pedersen che ha tagliato per primo il traguardo della quindicesima tappa con arrivo a Monforte de Lemos. Il danese, che indossa la maglia verde della...


La quindicesima tappa non ha creato problemi agli uomini di classifica e Jonas Vingegaard passerà il giorno di riposo con un vantaggio di 48 secondi su Joao Almeida e 2’38” su Tom Pidcock. Il danese ha trascorso una tappa tranquilla...


Il ciclismo italiano piange un altro dei suoi uomini d'oro: ci ha lasciato Antonio "Toni" Bailetti, campione olimpico ai Giochi di Roma 1960 nella 100 km a squadre affrontata con Ottavio Cogliati, Giacomo Fornoni e Livio Trapè. Era nato a Bosco...


Mads PEDERSEN. 10 e lode. Strepitoso, fenomenale, imperiale. Scegliete voi l’aggettivo più adeguato, ma questa vittoria ribadisce il livello raggiunto da questo atleta, che da giorni lottava come pochi per inseguire la vittoria e alla fine l’ha ottenuta con una...


Una delle eccellenze del Made in Italy nel mondo ha fatto ritorno a Expo Osaka 2025 all’interno del Padiglione Italia dove si è svolto un forum dedicato ai temi della Bike Economy, dell’impatto dei grandi eventi sul territorio, dell’innovazione, del...


Una vittoria di forza, per certi versi d'astuzia. Mads Pedersen batte un colpo e vince nella quindicesima tappa della Vuelta a Espana 2025, la A Viega / Veigadeo - Monforte de Lemos di 167, 8 km. Il danese ha anticipato...


Colpaccio totale di Lennart Jasch (Red Bull Bora Rookies) che vince il Giro del Friuli conquistando l'ultima tappa: la Cervignano-San Daniele di 151, 3 chilometri. Alle sue spalle, vanno sul podio di giornata Santiago Umba (XDS Astana Development) che si...


Standing ovation, l’ennesima in questa edizione del Simac Ladies Tour, per Lorena Wiebes, implacabile dominatrice della corsa. La campionessa europea si è imposta infattio anche nella sesta e ultima tappa della la Lichtenvoorde - Lichtenvoorde di 156, 3 km. La...


Era il grande favorito e non ha tradito le attese. Isaac Del Toro si è aggiudicato il GP Industria e Artigianato di Larciano 2025 battendo in una volata a tre Christian Scaroni (XDS Astana) e Davide Piganzoli (Polti VisitMalta), coi...


Finale con il brivido per la tappa conclusiva del Tour of Britain, la Newport - Cardiff di 112, 2 km: Julius Johansen, Bastien Tronchon e Fred Wright sono stati infatti raggiunti dal gruppo in rimonta a circa 200 metri dal...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024