PUF

GATTI&MISFATTI | 03/07/2018 | 08:23
di Cristiano Gatti

Puf. Una volta era l’unità di misura della bomboletta antiasmatica, ora non più: è l’assordante fragore del big-bang che ha mandato in frantumi, disperdendoli in tutto il cosmo, l’attendibilità e la rispettabilità dell’antidoping. Puf, e non ne resta più niente.


Ci vengono a dire imperturbabili e sereni che quei limiti, verificati in quel modo, sono tutta una barzelletta. Finora s’è scherzato, boys: ma sì, caro Petacchi, caro Ulissi, carissimi tutti quanti che vi siete giocati non tanto un pezzo di carriera, quanto l’intera reputazione, ma sì, s’è scherzato. Ci siamo divertiti tutti da matti a creare mostri, a demolirli come dopati professionali, a lasciare solo macerie di carriere così importanti.


In quanto al salbutamolo, siamo tutti delle patacche colossali. Tutti, ma sopra tutti loro, i signori della scienza applicata al doping. Adesso, davanti all’assoluzione di Froome, il quale a sua volta potrebbe benissimo incavolarsi nero per tutti gli insulti e le rogne che gli sono arrivati gratis (e chissà quanto piscio gli rilancerà addosso il compassionevole pubblico francese), adesso apprendiamo che anni e anni di castighi implacabili sono ingiusti e sballati.

Personalmente non voglio neppure entrare nel merito: non ne ho i titoli, tanto meno le competenze. Voglio però gridare ad alta voce che così non si fa. Che non è accettabile. Gli uomini colpevoli si distruggono soltanto in presenza di elementi certissimi, inconfutabili, indistruttibili. Se invece siamo andati avanti a distruggere uomini con metodo spannometrico, pronto ad essere smentito alla prima vera causa legale di una squadra danarosa, allora potete letteralmente andare a quel paese, voi signori della scienza e dei regolamenti.

Se c’è una cosa di cui ha bisogno un sistema, qualunque sistema, questa cosa è poche regole certe. E’ la base del buon funzionamento. Quando invece tutto è labile, arbitrario, relativo, quel sistema frana. Non sta più in piedi. E questo è quanto sta succedendo: il salbutamolo è il puf che dissolve nell’aria anni e anni di durissima lotta al doping, cruenta e sanguinosa come tutte le guerre. Da oggi, tutti avranno buon gioco a ridere di tutto. Perché questo è il vero effetto della sentenza, molto prima della riabilitazione di Froome: se fino ad ora abbiamo messo in dubbio corridori e risultati, dubitando ormai di qualsiasi vittoria, da qui in avanti potremo tranquillamente dubitare anche al contrario, delle regole e dei castighi, finendo per santificare anche chi non lo merita, magari con l’ago in vena. Già mi sembra di sentire il coro del revisionismo: hai visto, magari anche le provette di Campiglio non erano attendibili, magari anche gli esami ad Armstrong non erano così certi, eccetera, eccetera.

Signori dell’Uci, vergogna. Avete fatto più danni di un giudizio universale: non perché avete assolto un corridore – quella è sempre una buona notizia – ma perché avete riconosciuto davanti al mondo intero che il vostro sistema di garanzie fa acqua da tutte le parti. E fa pure un po’ ridere. Nessuna certezza è più possibile. Purtroppo, anche nessun rispetto. Quale rispetto si può ancora avere di gente che si accorge dopo decenni dell’inattendibilità di un suo esame chiave? Puf, salta tutto per aria. Puf, ed è fungo atomico. Con un paio di effetti collaterali per niente ridicoli. Primo: a costo zero, sulla vicenda Froome il Tour ne esce comunque come serio e inflessibile, l’esatto contrario del Giro. Secondo: grazie al trionfo Sky, da ora in poi i valori davvero decisivi per l’antidoping non saranno più quelli ematici, ma quelli di Borsa.

Mi chiedo solo se nella stanza dei bottoni, là all’Uci, qualcuno si renda conto del disastro. O magari staranno brindando al trionfo della giustizia?

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COMMENTI
PUF PUF
3 luglio 2018 09:21 ERIO
Stai, lei ha ragione, come so di avere ragione io quando ritengo che un malato non riesca a fare quel che fa il sig. Ventolin. Poi fra qualche anno la scienza ci farà' scoprire come ma i questo signore andava cosi forte. Per ora l unico sospetto e' che i soldi di Sky a qualcosa siano serviti...a proposito, ma di Wiggins non se ne parla più ??? ah gia', dimenticavo, era di Sky anche lui...
e io che pago fior di quattrini al mese a Sky...

Il tempo si è fermato
3 luglio 2018 11:21 Mac75
Stessa storia del texano... finché unge tutti.. tutto va bene.. poi quando smetterà e chiuderà qualche rubinetto.. inizieranno i processi Veri! Il vero è solo ciclismo che amo è solo quello cicloturistico,perché l’amatoriale è ancora Peggio

VIVA IL CICLOTIRISMO
3 luglio 2018 11:49 runner
E' proprio vero: viva il cicloturismo e la bici nel suo aspetto più puro. Il ciclismo agonistico ormai non è più credibile. E viva i (pochi) corridori agonisti che vanno puliti e che, per forza di cose, non arriveranno mai a vittorie e trionfi. Onore a loro.

Rivedere il concetto di doping
3 luglio 2018 11:50 AleC
Bisogna rivedere il concetto di doping partendo dal motivo per cui si fa lotta al doping: la tutela della salute degli atleti.
Lo sport agonistico, fatto a quei livelli, non è salutare. Non lo è pedalare per 200 km, non lo è pedalare sulla bici da crono che ti spezza la schiena, non lo è lanciarsi agli 80 e più in discesa.
Ci sono però cose che fanno rischiare seriamente conseguenze gravi, e su quelle si faccia la lotta. Se la dose di Ventolin presa da Froome fa male alla salute, lo si fermi. Se no, Ventolin libero. Se il clenbuterolo è pericoloso, si stabilisca a che soglia, si metta una concentrazione che corrisponde a una assunzione volontaria. Invece di buttare via 2 anni di uno dei più grandi talenti della storia del ciclismo. E così via.
Nibali perse una Vuelta per una puntura di vespa che non poté curare come potrei fare io: bene, questa è un'idiozia.
E allora rivediamo il concetto di doping e separiamolo chiaramente dall'assunzione di sostanze per migliorare le performance, senza farsi male. Se no anche un integratore è doping. Anche un massaggio con olio di canfora lo è. Anche una barretta, un gel.

Bravo Gatti!
3 luglio 2018 12:41 marcodlda
Bravo Gatti, parole sante! Nei miei interventi su questo sito ho sempre detto che è l'UCI la vera palla al piede del ciclismo. Ho anche più volte auspicato che qualche giornalista serio e coraggioso facesse un'inchiesta su questo ente mangiasoldi e assolutamente non all'altezza dei suoi compiti, in cui si si pasturano, in praterie ricche e alimentate dai sacrifici degli atleti, stuoli di incapaci con tanto di nani e ballerine al seguito. Dovrebbero vergognarsi e sparire dalla circolazione in silenzio.... scommetto che invece gli stessi personaggi si ritroveranno allo stesso posto, nella stanza dei bottoni, impuniti, coll'arroganza e la supponenza di quelli che Gino Sala chiamava i padroni del vapore.

Dott. Gatti,
3 luglio 2018 16:22 Fra74
ma Lei ha avuto modo di visionare il fascicolo del caso FROOME, tutta la documentazione medica, gli studi medici, etc, etc...?! Lei è laureato in MEDICINA o è un LUMINARE DELLA PROVOCAZIONE GIORNALISTICA?! Aveva iniziato bene, come premessa, il suo articolo: "HOME
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PUF

GATTI&MISFATTI | 03/07/2018 | 07:23
di Cristiano Gatti
Puf. Una volta era l’unità di misura della bomboletta antiasmatica, ora non più: è l’assordante fragore del big-bang che ha mandato in frantumi, disperdendoli in tutto il cosmo, l’attendibilità e la rispettabilità dell’antidoping. Puf, e non ne resta più niente.

Ci vengono a dire imperturbabili e sereni che quei limiti, verificati in quel modo, sono tutta una barzelletta. Finora s’è scherzato, boys: ma sì, caro Petacchi, caro Ulissi, carissimi tutti quanti che vi siete giocati non tanto un pezzo di carriera, quanto l’intera reputazione, ma sì, s’è scherzato. Ci siamo divertiti tutti da matti a creare mostri, a demolirli come dopati professionali, a lasciare solo macerie di carriere così importanti.

In quanto al salbutamolo, siamo tutti delle patacche colossali. Tutti, ma sopra tutti loro, i signori della scienza applicata al doping. Adesso, davanti all’assoluzione di Froome, il quale a sua volta potrebbe benissimo incavolarsi nero per tutti gli insulti e le rogne che gli sono arrivati gratis (e chissà quanto piscio gli rilancerà addosso il compassionevole pubblico francese), adesso apprendiamo che anni e anni di castighi implacabili sono ingiusti e sballati.

Personalmente non voglio neppure entrare nel merito: non ne ho i titoli, tanto meno le competenze. ", ma poi è caduto nel solito modo di provocare, e questo non va bene. Penso che Lei per primo sappia che "LE SENTENZE VANNO RISPETTATE e non COMMENTATE", poi se vuole mettere in dubbio, ma dato che non ne ha le competenze, come da lei già ampiamente sostenuto, il SISTEMA-ROCEDURA-DOPING, lo faccia pure, ma non fornisca INSEGNAMENTI o non si ERGA a Paladino della Giustizia. Della Sua Giustizia, dato che se in passato ha sputato sentenze contro i vari Dott. FERRARI ed altri, ora, non diventi IMMACOLATO e PURO. Solo per questa occasione, di comodo.
Francesco Conti-Jesi (AN).

toni da osteria malfamata
3 luglio 2018 17:15 pickett
I"mutandoni rinforzati" e "gli zebedei" di Stagi,il"piscio" di Gatti...Sbaglio o i commenti + volgari ,triviali e sgradevoli di questo sito vengono da chi dovrebbe dare il buon esempio?

La legge è disuguale per tutti!
3 luglio 2018 17:25 Bastiano
Io non sono un tecnico e non voglio neanche esserlo ma, ho gli occhi, un po' di testa e so guardare i fatti.
Oggi mi chiedo, cosa sarebbe accaduto se la stessa positività avesse colpito un comune mortale del mondo del ciclismo professionistico, mettiamo un nome a caso: Bonussi della Androni, siamo certi che sarebbe stato assolto dopo mesi e che prima di questa assoluzione avrebbe potuto gareggiare? Se la risposta è si, vuol dire che c'è giustizia nel ciclismo, se invece è no, oggi possiamo festeggiare il funerale di questo sport. Io non ho nulla da aggiungere!

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