ADDIO A VITO ORTELLI, LA MAGLIA ROSA PIÙ VECCHIA

LUTTO | 24/02/2017 | 09:16
Vito Ortelli è andato in fuga alle prime luci dell'alba, raggiungendo tanti amici nel paradiso dei ciclisti. Era nato a Faenza il 5 luglio del 1921 ed era la più anziana maglia rosa oltreché  il più anziano corridore ad essere salito sul podio del Giro d'Italia. 

Professionista tra il 1940 ed il 1952, ha vestito le maglie di Bianchi, Benotto, Olympia, Rabeneick, Atala e Lygie, mettendosi in mostra tanto nelle gare su strada quanto in pista.
Nel suo palmares una vittoria di tappa al Giro d'Italia e tre titoli italiani, uno su strada e due su pista. E poi il Giro di Toscana nel 1942, la Milano-Torino nel 1945 e nel 1946, una tappa al Giro d'Italia 1946, il Giro del Piemonte nel 1947, il Giro di Romagna ed il campionato italiano nel 1948. Su pista fu campione italiano nell'inseguimento nel 1945 e nel 1946. Al Giro d'Italia fu terzo nel 1946, vestendo la maglia rosa per 6 giorni, e quarto nel 1948, con 5 giorni in maglia rosa

Tra i tanti piazzamenti, il secondo posto alla Sanremo del 1949, il quinto al Lombardia del 1948, l'ottavo al mondiale di Valkenburg sempre nel ’48 eil quarto posto al mondiale dell'inseguimento individuale nel 1946.

Per tutti vi proponiamo il tweet di un accoratissimo Davide Cassani: «Ortelli era il mio mito. Andavo alla sua bottega, stavo ore ad ascoltarlo. Fu lui a farmi la prima bici. Sei stato un grande. Il mio mito».

Al figlio Vittorio e a tutta la famiglia, le condoglianze della nostra redazione e di tutto il mondo del ciclismo
Copyright © TBW
COMMENTI
IL popolo del Giro d’Italia
24 febbraio 2017 13:32 canepari
dà il triste annuncio che è morta la più vecchia Maglia Rosa. Era nata a Napoli il 23 giugno 1946. Naturalmente se ne è andato anche Ortelli, colui che l’ha indossata in quel Giro d’Italia detto “della Rinascita”. Facile raccontare aulicamente di un’ Italia demolita, un’Italia di macerie e ponti di barche che rinasceva con le due ruote, ritrovando l’orgoglio nazionale per dare un calcio alla guerra civile che l’aveva devastata più che gli eccidi dei tedeschi e le bombe degli alleati. Lui Vito nò, non usava mai (anche se avrebbe potuto) il fraseggio aulico e pomposo del mito che impersonava e del periodo che rappresentava e che in pochi, ormai, avevano il privilegio di raccontare. Raccontava invece semplicemente, come semplice e rigoroso era lui, che arrivò alla partenza di quel Giro in grandissima forma, ma pochi giorni prima del via andò a salutare a casa, baciò anche una nipotina che ignorava fosse affetta da pertosse. La maglia rosa cominciò a tossire e spesso in corsa doveva fermarsi per gli accessi soffocanti; di notte non gli riusciva di chiudere occhio. Nonostante tutto terminò al terzo posto quel Giro del proditorio agguato a Pieris da parte dei “titini” con conseguente arrivo a Trieste a campane spiegate ma a ranghi ridotti. E avanti ancora di più con la retorica, i commentatori, i direttori, gli scrittori, gli storici……
Ma procediamo con ordine dimenticando la retorica. Vito Ortelli, bada bene, “Vito” Vito, e non diminutivo di Vittorio, all’anagrafe risulta nato il 6 ma è nato il 5 luglio 1921. Con Vito però non si può essere didascalici. Troppo brillante e ricca di aneddoti atipici la vita di questo grande dello sport romagnolo. Come quando a Roma, dopo un ritiro in corsa, fu riaccompagnato all’arrivo sdraiato in un carro funebre con tanto di croce, facendo così, settant’anni prima del funesto evento, le prove generali di come si viaggia verso il Paradiso. O come, sempre restando nell’ambito del trascendente, quando andò o a cercare fresco nella chiesa aspettando la partenza in una giornata particolarmente calda. “Arrivò il prete che mi prese per un’ orecchio rimproverandomi per essermi sdraiato sulle panche con i pantaloncini corti. <Reverendo. Non mi sembra di aver fatto nulla di male; comunque sia lei ha perso un cliente>”. Era “di sinistra” da buon romagnolo e non lo nascondeva. Ebbe anche qualche attrito con Fiorenzo Magni notoriamente “nero”. Teneva a precisare, “non sul piano personale, ma alimentato dalla stampa”. Aveva una venerazione per suo padre, Lazzaro “Marchì”, ottimo meccanico, che a cinque anni gli confezionò una biciclettina da corsa che era uno spettacolo. Evidentemente da lui ereditò quelle doti tecniche che gli permisero di diventare un ottimo telaista e le bici che portano il suo nome sono ancora adesso dei gioielli artigianali inarrivabili. Gran finisseur, anche sprinter ma al tempo stesso routier e pistrard. Avesse corso in tempi recenti avrebbe vinto decine di corse, ma trovò sulla sua strada BartaliCoppi e divenne così il primo vero “Terzo Uomo”, almeno fino al 1948. Con Coppi ebbe anche da ridire per colpa di Graglia, diabolico direttore sportivo capace di trucchi al limite del codice penale. Ho sentito raccontare più volte che si arrivò ad un chiarimento a porte chiuse e chiave sotto il letto..... Da allora in poi intrattenne con Fausto una grandissima e sincera amicizia. Per quanto mi riguarda, conobbi Vito alla partenza della Bra-Borgo San Dalmazzo, la tappa che mise le ali al “falco” Savoldelli e conferì al Pirata la maglia rosa che venne deposta, pochi giorni dopo, a Campiglio. Ematocrito alto, non doping accertato ma uso presunto di Epo, un toccasana per il midollo osseo produttore di globuli rossi. Al che Vito: “Ai miei tempi… non esisteva che un piccolo aiuto con sostanze eccitanti, stenamina-simpamina, che peraltro si trovavano liberamente in farmacia, ma io preferivo lo zabaglione e ne portavo sempre una bottiglia con me per scongiurare le crisi di fame”. Diventammo amici nonostante la differenza di età, andai a trovarlo a Faenza parecchie volte; allora lui non perdeva occasione di farmi mangiare i tortellini (turtlein) più buoni del mondo; andavamo in collina, dove era solito passare i mesi caldi, mesi caldi nei quali da corridore, invece di andare al Tour, preferiva monetizzare fama e capacità nei circuiti o in pista facendo l’inseguimento, specialità nella quale ebbe la forza di sovrastare anche il Campionissimo. Ai mondiali di Zurigo incontrò per la prima volta di persona Rik Van Steenbergen che sentendo il suo nome esclamò: “Ah, la Puorsuivant Italien….” Vito, che non conosceva il francese, pensò anche ad un insulto da parte del fiammingo, non realizzando di essere preceduto dalla propria fama. Ma Vito conobbe anche giornate di sofferenza come nella Sanremo del 1947 disputata sotto le insegne del maltempo peggiore e dove rimediò una tonsillite che si trascinò per tutta la stagione; allora non c’erano gli antibiotici e fu operato di tonsille. Nel 1948 diventa finalmente Campione Italiano su strada. Il padre “Marchì” a chi sbraita che “Tutta Italia parla di tuo figlio” risponde “Tutta l’Italia parlava anche di Mussolini….”. Tutta Faenza, per anni non ha fatto che parlare di lui. Mecenate, Patriarca onorabile dello sport ravennate, Maestro del pedale per centinaia di ragazzini che sognano di lasciare, come lui, una traccia indelebile nei Campi Elisi del ciclismo…. Caro Vito, ti posso giurare che non è retorica, mancherai veramente, non solo a Faenza ma a tutti noi.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Non si conosce ancora la data della presentazione ufficiale, ma si susseguono le indiscrezioni sul percorso del prossimo Giro d’Italia. E ad affascinare, come è naturale che sia, sono soprattutto le tappe di montagna. Una delle frazioni più attese sarà...


Tutti dal “toro di Scandicci”, per una piccola grande rimpatriata. Un'improvvisata così tanto per fare e la promessa di ritrovarsi, magari tra un po', con tutti gli ex Saeco, con tutti quei fantastici ragazzi che hanno attraversato il mondo in...


La Cofidis annovera per le prossime due stagioni il ventiduenne scalatore italiano Edoardo Zamperini. Campione italiano Under 23 nel 2024, Zamperini ha militato in questa stagione nella formnazione Devo della Arkea B&B Hotels disputando anche diverse corse con il team...


Le 36 corse World Tour disputate in stagione hanno prodotto, complessivamente, 175 vittorie individuali, considerando gli ordini d’arrivo delle prove in linea (21), i risultati delle singole frazioni (139) e le classifiche finali delle gare a tappe (15). Sono stati...


Dopo aver annunciato 8 ingaggi nelle scorse settimane e 5 rinnovi l’altroieri,  il Team Polti VisitMalta comunica oggi il prolungamento contrattuale di 4 esperti corridori italiani: si completa così un roster da 24 atleti. Firma fino al 2027 per Mirco Maestri, che festeggia i...


Quest’anno ha segnato il ritorno alle corse su strada di Pauline Ferrand-Prévot e, conclusa la stagione, la regina del ciclismo francese ha tracciato il bilancio del suo 2025 concedendo un’intervista ai colleghi di Marca. Qui di seguito i temi principali...


Dopo qualche anno di pausa, Colnago è pronta tornare in pista. Al Lee Valley Velodrome di Londra l’azienda milanese ha presentato la sua nuova creatura, la T1Rs, in configurazione Endurance/Sprint oppure da Inseguimento-TT, pronta a sfrecciare in ogni velodromo, a...


Un vero e proprio restyling, per affrontare nuove sfide, sempre più stimolanti, come da DNA di Federico Zecchetto, uomo schietto e diretto, poco incline a parlare, ma a fare. Quindi, si continua a fare, ma con una squadra nuova, profondamente...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


La difficile fusione tra Lotto e Intermarché-Wanty ha bloccato il mercato da settimane e, a quanto pare, molti corridori hanno il loro futuro in bilico. Mentre i due team del Belgio stanno facendo i conti dei corridori dopo la loro...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024