IL RITORNO DI FINN. AVENIR, MONDIALI ED EUROPEI NEL MIRINO DEL TALENTO LIGURE

NEWS | 18/08/2025 | 10:08
di Massimo Lagomarsino

L'ultima corsa risale al Giro dell'Appennino del 25 giugno scorso, che se non fosse stato per quella caduta mentre con il francese Louis Barrè inseguiva Diego Ulissi, forse avrebbe potuto finire in maniera diversa. Invece Lorenzo Mark Finn ha portato a casa solo la frattura di una costola.


Una settimana di riposo, poi di nuovo in sella, in Sicilia, del Parco dei Nebrodi, dove le salite hanno quale scenario un panorama che non conosce uguali. Qualche giorno a casa e di nuovo via, a Tignes in Savoia dove, sabato prossimo, con una cronometro, scatterà il Tour de l'Avenir.


«Ho provato il percorso della cronometro in salita decisamente interessante, nonostante la breve distanza, inoltre ho affrontato tutte le salite delle principali tappe». Finn non si sbilancia, punta al podio, quale sarà il gradino a deciderlo saranno gli avversari e la strada.

Il ritorno a casa poco prima di Ferragosto. A Salto nel comune di Avegno vive con la famiglia. La base di partenza ideale per gli allenamenti. Uscito di casa, non scende a destra verso il mare e la trafficata via Aurelia, ma guarda a sinistra, in direzione della Val Fontanabuona per affrontare la salita della Scoglina, la strada che nel 2015, in senso opposto, durante la terza tappa del Giro d'Italia, la Rapallo - Sestri Levante, vide la caduta di Domenico Pozzovivo che lasciò in apprensione per alcuni minuti quanti erano davanti al teleschermo.

Giunto in vetta non resta che percorrere le belle e poco trafficate strade della Val d'Aveto e il Passo della Forcella prima di fare ritorno nel Golfo Paradiso. Sabato scorso insieme a Alessandro Colò ha percorso la tappa del Giro della Lunigiana che partirà da Genova giovedì 4 settembre. La prima tappa praticamente passa davanti a casa sua. Il legame con il Giro della Lunigiana e con il suo patron Lucio Petacchi è forte, due partecipazioni e due secondi posti. Domenica sera un barbecue insieme ai genitori, la fidanzata e un ristretto gruppo di amici. Si parla, ovviamente di ciclismo, si scherza.

La quiete prima della tempesta. Da giovedì si comincia a fare sul serio, l'appuntamento è fissato con Marino Amadori, ct della Nazionale under 23 e i compagni di squadra. Si parte, si va in Francia con l'intenzione, ci mancherebbe altro, di fare bene. Finn ti guarda con quel sorriso sornione, è determinato, ci crede. Dopo l'Avenir un programma intensissimo, due corse in Italia con i professionisti, il Pantani e il Matteotti, prima di volare in Ruanda per i Mondiali U23. Il tracciato è interessante, si addice alla caratteristiche di Finn, anche lì può fare bene, molto bene. Ma non è finita, a inizio ottobre in Francia, nei dipartimenti dell'Ardèche e della Drome ci sono gli Europei, anche in questa caso il percorso è adatto, impossibile non farci un pensierino. Ma per il momento godiamoci, il fresco di Salto, la splendida grigliata di Peter e Chiara e gustiamo una fetta di torna, lo sfondo è giallo, la scritta non può che essere: "Lollo facci sognare". La quiete prima della tempesta.


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COMMENTI
Teniamolo tranquillo
18 agosto 2025 14:27 Miguelon
Deve ancora fare strada, non è già arrivato.

Lorenzo Finn
18 agosto 2025 14:55 Frank46
Lo so che non è neanche un professionista e di solito non mi sbilancio, ma il suo talento mi sembra evidente e per me andrà presto ad aggiungersi a Pellizzari e a Tiberi e avere 3 corridori giovani in grado di fare buoni piazzamenti nei GT per tantissimi anni sarebbe una buona cosa. Lui è davvero giovanissimo e Pogacar e Vingegard non potranno partecipare a tutti i GT e prima o poi dovranno ritirarsi. In ottica futura sarebbe un buon punto di partenza avere 3 discreti e giovani corridori da GT pronti a prendersi le loro occasioni che gli si presenteranno sulla strada.

Spero di sbagliarmi...
18 agosto 2025 16:17 moris
Spero di sbagliarmi, ma temo riusciranno a cuocere anche lui, altro che piazzamenti nei GT

@Moris
18 agosto 2025 17:02 Frank46
Può anche essere che sarà un fuoco di paglia, ma alla fine cosa significherebbe cuocerli?

Parliamoci chiaro non è che qualcuno non sia riuscito a fare grandi cose trai professionisti perché i giornalisti ne parlavano bene quando erano tra gli juniores o gli under23!

Chi non è riuscito a sbocciare anche trai professionisti semplicemente ha dimostrato di non avere il motore adatto per ottenere grandi risultati... Però non è che se i giornalisti non ne avessero parlato avrebbero ottenuto grandi risultati.

Poi negli ultimi 6/7 anni quali sarebbero i corridori italiani che sono stati ritenuti promettenti in ottica GT?

Oltre a Pellizzari, Tiberi e Piganzoli altri non mi vengono in mente. Al massimo parlavano bene di Fancellu ma non ho mai capito il perché.

In ogni caso due sono già arrivati non molto lontani da un podio in un GT e gli altri due sono comunque corridori utili alle proprie formazioni sebbene non hanno un futuro da capitani per i GT.

Poi giustamente si è parlato bene di chi ha vinto titoli mondiali tra gli juniores o tra gli under, Battistella e Baroncini.

Battistella non è mai sbocciato del tutto sebbene sia un valido corridore, Baroncini stava crescendo bene però ora già è tanto se è ancora vivo, potrebbe anche non poter tornare a correre.

L' ultimo nome che mi verrebbe in mente è quello di Piccolo ma preferirei stendere un velo pietoso.

In ogni caso i loro destini non dipendono assolutamente dalle parole che sono state proferite su di loro riguardo quando ancora non erano professionisti.
Il loro destino dipende solo dal loro reale potenziale, dalla sorte, e dalle scelte che hanno compiuto o compieranno.

È evidente che attualmente Lorenzo Finn tra coloro che non sono ancora professionisti sia la più grande promessa italiana ed è normale che un minimo se ne parli di uno che ha vinto il mondiale, se non erro la Lunigiana e tra gli juniores andava alla pari con Paul Seixas che già sta facendo vedere buone cose trai prof a soli 19/20 anni.

Caro Frank
18 agosto 2025 17:40 VanDerPogi
Capisco il tuo immancabile patriottismo, ma quando Pogacar e Vingegaard non corrono, o quando si ritireranno, ci sono ormai Lipowitz, Del Toro, Ayuso, Vauquelin, Seixas... Pellizzari alla Red Bull con Evenepoel e Lipowitz non tocca palla. Vediamo Finn... tanti corridori erano promettenti a 18-19 anni. Quello che fa veramente la differenza è il salto di qualità dai 20 ai 24. Perchè i nostri non fano ciclocross, MTB o pista?

moris
18 agosto 2025 18:20 Albertone
Vedremo. Di certo non sarà semplice affermarsi. Perchè di 'supposti' fenomeni, negli anni ne ho visti. Ricordo Figueras e Palumbo, entrami passati pro con palmares assoluti tra dilettanti e juniores. Da prof, si sono semplicemente persi

Finn
18 agosto 2025 19:28 Tola Dolza71
Non so se potrà diventare un corridore al livello dei migliori.
Ad oggi però ha un'esposizione mediatica e una pressione che potrebbe essere controproducente per la sua crescita.
Purtroppo non conta solamente il motore, bisogna sapere gestire al meglio tutti i fattori esterni che ti tolgono il focus dall'obiettivo principale. Mettere pressione ipotizzando ad ogni corsa il risultato finale ancora prima di partire non mi sembra la cosa migliore nei confronti di un ragazzo che ha già dimostrato il suo potenziale ma che sicuramente ha bisogno di serenità per poter dare il meglio di sé

@VanDerPogi
18 agosto 2025 21:58 Frank46
Lipowitz finché non faceva 3° al Tour non ve lo stavate filando neanche per sbaglio... Avesse fatto 3° al Giro non ve lo stavate filando tuttora. Al momento non lo vedo con una marcia in più... Cosa ha fatto ?sarebbe riuscito ad arrivare davanti a Onley? Non mi sembra nulla di trascendentale, è solo un forte corridore che sta lì nel mucchio assieme a tanti altri e lo era già da un annetto e mezzo, poi se farà un ulteriore salto di qualità sarà un altro paio di maniche, ma al momento non mi sembra assolutamente che abbia una marcia in più. È uno dei tanti corridori che quando partono Pogacar o Vingegard li può solo guardare allontanarsi...
Non è che sia andato più forte di quanto fece nella scorsa Vuelta.

Non bisogna vedere solo il piazzamento finale o solo quanto è importante mediaticamente la gara dove si piazza perché allo scorsa Vuelta c'erano molti più corridori validi che al Tour e perché Roglic era ancora Roglic e lui era il suo compagno di squadra.

Lo scorso anno quando inizio il Giro d'Italia lo indicavo come uno dei pretendenti al podio, perché nelle gare di una settimana già aveva dimostrato il suo valore..

Da qui a metterlo come corridore inarrivabile per i nostri talenti mi sembra esagerato.

proviamo a non essere sempre negativi
18 agosto 2025 22:57 Noccio72
leggo con piacere i commenti di Frank46....che spesso non le manda a dire,,,e concordo in quello che scrive,
Io ahimè sono di parte per svariate ragioni, ma è in dubbio che questo ragazzo è un fuoriclasse!lo ha fatto vedere già dal secondo anno allievi, poi il primo anno juniores per poi esplodere lo scorso anno.
Ragazzo educato e con la testa sulle spalle.
Non fosse caduto all'appennino, avrebbe fatto un gran risultato
quindi, ok potrebbe bruciarsi, non rendere come altri non hanno reso, ma per una volta non possiamo pensare positivo e non essere i soliti italiani bastian contrari dove tutto tanto andrà male??!??!
Forza Lollo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

@frank46
19 agosto 2025 09:14 moris
Non mi riferivo di certo ai giornalisti, che fanno il loro mestiere. Ma a chi sta gestendo il ragazzo: non metto certo in dubbio le sue capacità, ma parliamo pur sempre di un ragazzo di 18 - 19 anni, quindi che deve ancora crescere.
Già il fatto di averlo fatto partire all'Appennino, che comunque è una corsa importante e di 200 km, appena 2 giorni dopo la fine del GiroNext a mio parere è stata una follia, ma ormai tutti cercano il baby-fenomeno, come se di Evenepoel, Pogacar ecc...ne nascessero tutti i giorni.
Il ciclsmo italiano era fortissimo in passato, quando c'erano regole ben diverse per il passaggio nei prof (sarà un caso?), ma ormai l'andazzo è questo.
Ovviamente auguro tutto il bene al ragazzo, ci mancherebbe!

moris
19 agosto 2025 15:29 Tola Dolza71
La realtà è che con l'arrivo degli anglosassoni e del resto del mondo il ciclismo è cambiato e noi siamo rimasti al palo, nell'ultimo periodo qualcosa si sta muovendo e i risultati, piano piano, stanno arrivando

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