Dopo il riposo autunnale, le prime pedalate in vista del 2026 Kevin Colleoni dovrà farle senza certezze sul proprio futuro. Al 26enne bergamasco non è stato rinnovato il contratto con la Intermarché - che si unirà alla Lotto, lasciando al vento tanti corridori - e ad oggi è ancora alla ricerca di una squadra che possa dargli una possibilità per il prossimo anno.
Passato professionista con grandi aspettative nel 2021, la sua crescita si è bruscamente interrotta dopo una caduta alla Coppa Agostoni del 2022, apparentemente innocua e che invece lo ha costretto a mesi di dolori alla schiena e conseguenti terapie, aggiustamenti e accorgimenti.
«Quella caduta mi ha messo un po’ in croce - ammette Colleoni -. Non sono più riuscito a ritornare me stesso, le sensazioni che avevo in bicicletta non erano le stesse. Ho provato a fare qualsiasi cosa, cambiare posizione in bicicletta, cambiare sella, fisioterapia, e quest’anno, tutto sommato, col mio osteopata siamo riusciti a trovare una quadra. Non posso dire di essere come prima, ma lavorando anche tanto in palestra riesco a conviverci e quest’anno, a tratti, ho ritrovato le sensazioni dei primi anni. Nel complesso, però, gli ultimi due anni sono stati negativi. Non mi sono divertito e ora sto cercando un progetto che possa rilanciarmi, che possa farmi tornare quello che ero prima. Perché io so di non essere quello visto in questi due anni, posso dare molto di più».
Da U23 Colleoni aveva chiuso 3° il Giro Next Gen, 2° il GP Capodarco e il Trofeo San Vendemiano, e anche nei primi due anni da professionista si era messo in mostra piazzandosi in Top 10 in corse a tappe come il Czech Tour, il Tour of Oman e Tour de Hongrie, confermando tutta la sua propensione per le corse più dure.
«La verità è che al momento non ho praticamente nulla in mano - spiega ancora l’ex corridore della Jayco -. Tra fusioni e chiusure di squadre ci sono molti posti in meno in gruppo. E le squadre guardano solo ai punti UCI che puoi portare. Certo, dopo 5 anni nel WorldTour mi aspettavo un po’ più di interesse, ma la situazione è questa. Sono disposto ad ascoltare tutti e scendere di categoria, fare un calendario minore e andare alla ricerca di qualche risultato, per dimostrare che ci sono ancora. Certo, c’è un limite a tutto, non ho intenzione di tornare a correre coi dilettanti pur di non stare fermo oppure fare un calendario solo asiatico, con tutto il rispetto. Devo rilanciarmi e dimostrare di poter stare a un certo livello».
Le squadre stanno cominciando in questi giorni a radunarsi, quindi per Kevin c’è la necessità di imbastire una preparazione atletica “fai da te”, in modo da farsi trovare pronto per quando arriverà la chiamata giusta. «Non posso dire di essere tranquillo, ma non la sto vivendo nemmeno troppo male. Ho ripreso ad andare in bicicletta come se avessi una squadra e più avanti mi farò seguire anche da un preparatore. Mentalmente è più difficile, ma si fa. Mi do tempo fino a fine anno, dopodiché credo che tirerò un po’ il freno… Piano B? Ci sto pensando, ma non vorrei doverci pensare. La mia priorità è continuare ad essere un corridore».
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