L'ORA DEL PASTO. LE VERITA - DURE, INTIME E ALLA FINE DIVERTENTI - DI FLAVIO GIUPPONI

LIBRI | 16/12/2024 | 08:15
di Marco Pastonesi

E’ un libro genuino. Quella volta che – Giro d’Italia 1986 - sul Passo San Marco con Gianni Bugno “entrambi in evidente difficoltà. Ci sorpassò l’ammiraglia della sua squadra, l’Atala, e il suo direttore sportivo Franco Cribiori se ne uscì con un eloquente ‘che curidur de merda’”.


E’ un libro onesto. Quella volta che – Giro di Lombardia 1987 – Vincenzo Torriani, il patron, scivolò e cadde all’interno dell’ammiraglia “provocando la distrazione del suo autista, che perse il controllo del volante e finì per tamponarmi facendomi cadere, per fortuna senza conseguenze”.


E’ un libro sincero. Quella volta che – Tour de France 1990 – “mi occupavo della gestione dei premi”, Chiappucci “era anche un po’ tirchio” e “chiese ugualmente di entrare nella suddivisione, anche se l’aver indossato per otto giorni la maglia gialla e l’aver concluso il Tour al secondo posto, grazie appunto al lavoro di tutta la squadra, gli aveva procurato una notorietà e un ritorno economico sufficienti per chiamarsi fuori dalla spartizione”.

E’ un libro intimo. Quella volta che – tappa del Gavia al Giro 1988 – “appena tagliato il traguardo, alcuni volontari mi sorressero, mi sfilarono i piedi dalla bici e mi avvolsero nelle coperte. Ero assiderato, quasi paralizzato. So che impiegai parecchio tempo per riprendermi. Persi anche un po’ di sensibilità alle mani: tutt’ora, a 36 anni di distanza da quel giorno terribile, sento il caldo e il freddo in ritardo”.

“Ho vinto un Giro (quasi)” è il libro in cui Flavio Giupponi si racconta a Paolo Marabini (Bolis Edizioni, 102 pagine, 16 euro, con la prefazione di Ildo Serantoni), e lo fa in modo genuino, onesto, sincero e intimo. In quella generazione italiana prima sacrificata nel dualismo Moser-Saronni, poi stretta fra quello Bugno-Chiappucci, Giupponi è stato uno dei protagonisti. Due sole vittorie individuali (la tappa di Corvara al Giro 1989 e il Giro dell’Appennino 1990), oltre a una cronosquadre (Giro 1988), una classifica della montagna (Giro di Svizzera 1994) e il Trofeo Bonacossa (1989), ma soprattutto quella quasi vittoria al Giro d’Italia 1989 dietro Laurent Fignon, oltre a un quarto posto nel 1988 e un quinto nel 1987.

Giupponi si racconta dal suo chilometro zero (“Nato sul tappetino di una Fiat 600”, quella con cui papà Giupponi, operaio muratore autotrasportatore, accompagnava mamma Giupponi all’ospedale di Bergamo prendendosela “relativamente comoda”) fino alla soglia dei sessant’anni (“Giusto all’imbocco della salita finale”). Ci sono le gioie (il suo primo allenatore allo Sporting Club Almè “disse che dovevamo risolvere il problema della bicicletta, perché era diventata troppo piccola. Di lì a breve andò da Gimondi, che aveva appena chiuso la carriera e lui conosceva bene, e se ne tornò con una Bianchi tutta nuova per me”), ma anche i dispiaceri (“Mai avuto un buon rapporto con la Nazionale”, “sebbene in più di un’occasione meritassi di essere preso in considerazione”). Ci sono i palcoscenici (dopo la vittoria di Corvara “ricordo ancora il titolo che ‘La Gazzetta dello Sport’ mi dedicò l’indomani: Giupponi, un gigante”), ma anche i retroscena (“Giro 1988, cronoscalata al Valico del Vetriolo, “scendendo dal traguardo, in mezzo alla confusione non riuscii a trovare dove era il locale del controllo antidoping”, “il tempo a disposizione stava finendo e andai nel panico”, “finalmente trovai il punto, ma ero fuori tempo massimo”, però la penalizzazione di 10 minuti in classifica “venne poi commutata in una multa”). Compresi gli incontri con il diabolico dottor Michele Ferrari (“Mai conosciuto uno scienziato preparato, meticoloso e innovativo come lui”) e il team manager Franco Gini (“Personaggio un po’ particolare, diciamo non proprio limpido, che mi avrebbe successivamente procurato delle serie grane fiscali”).

Ci sono anche racconti del gruppo. Quella volta che – forse il Gran Premio delle Nazioni 1984 – Visentini “segò la bici in dodici pezzi e li mise in un sacchetto. Li consegnò a Boifava e gli disse: ‘Io smetto’”. Quella volta che – dopo il Gavia al Giro 1988 – lo stesso “Visentini telefonò a Torriani e gli disse: ‘Vincenzo, sei tu? Ricordati che, quando morirai, la bara te la regalerò io’. Per chi non lo sapesse, la famiglia di Roberto aveva un’impresa di pompe funebri…”. E così è anche un libro divertente.


Copyright © TBW
COMMENTI
Chiappucci
16 dicembre 2024 09:59 Arrivo1991
Non è il primo che ne parla così....

Ferrari
16 dicembre 2024 12:43 Bullet
Al "diabolico" mi sono fatto una risata, proprio non si esce mai da una certa retorica legata a certi nomi, invece basta leggere cosa ne pensano i corridori per capire dove sta la realtà.

Aggiungo
16 dicembre 2024 14:29 Bullet
O magari anche il signor Pastonesi ha voluto fare dell'ironia su come viene dipinto a livello di informazione...chissà.

G.P. delle Nazioni 1984???
16 dicembre 2024 23:29 pickett
Giupponi era ancora dilettante,cosa ne sa ?

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Nella nona giornata di corsa alla Vuelta di Spagna, la maglia rossa è rimasta sulle spalle di Torstein Træen mentre Jonas Vingegaard con uno straordinario assolo ha conquistato la tappa con arrivo in salita a Valdezcaray. «Mi sono sentito benissimo...


Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. Ha trovato il colpo di pedale e quindi l’ispirazione per anticipare ciò che aveva nel cuore e nella mente. Si sentiva bene, come dirà nel dopocorsa, per questo il Re pescatore ha chiamato Matteo Jorgenson...


La domenica ciclistica sulle strade bretoni di Plouay continua e,  dopo la vittoria di Giovanni Lonardi nel  Grand Prix de Plouay, arriva il successo di Arnaud De Lie (Lotto) che in volata - alla conclusione di 261 chilometri di gara - ...


Fabio Segatta rompe il ghiaccio e come prima vittoria in stagione si aggiudica  la decima Medaglia d'Oro Alba Rosa per juniores che si è svolta a Calvagese della Riviera con la regia organizzativa del GS Città di Brescia di patron...


La Freccia dei Vini si consegna nelle mani di Dennis Lock. Il danese della General Store Essegibi F.lli Curia vince la 53sima edizione della classica nazionale per elite e under 23 che si è corsa da Voghera a Rivanazzano Terme...


L'assolo del campione, la firma del fenomeno. Jonas Vingegaard trionfa nella nona tappa della Vuelta a España 2025, la Alfaro-Estacion de Esqui de Valdezcaray di 195, 5 km. Un successo che stravolge la classifica generale e spaventa Torstein Træen: il...


Volata vincente di Lorenzo Cataldo alla prima tappa del Giro di Bulgaria, la Primorsko-Burgas di 122 chilometri. Il pratese della Gragnano Sporting Club si è imposto davanti al greco Nikiforos Arvanitou, del Team United Shipping, e al tedesco Albert Ghatemann...


Dopo una lunga serie di piazzamenti raccolti nell'arco della stagione, Giovanni Lonardi ha rotto il ghiaccio vincendo allo sprint il Grand Prix de Plouay disputato sulle strade della Bretagna sulla distanza di 186, 9 chilometri. Nella prova di categoria UCI...


Assolo del lettone Georgis Tjumins nella 53sima edizione del Trofeo Emilio Paganessi internazionale juniores che si è disputata a Vertova nella Bergamasca. Il portacolori del Team GRENKE Auto Eder ha preceduto di 17" il figlio d'arte Patrik Pezzo Rosola (Petrucci...


Un trentino Pietro Valenti, e un mantovano Marco Casciano hanno messo il proprio sigillo sul traguardo di Cavalgese della Riviera, nel Bresciano, dove gli esordienti si sono confrontati nel Trofeo Riccardo Stanga e nel Trofeo Comune di Calvagese. Dicevamo di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024